È ancora critica la situazione in Nagorno Karabakh, in armeno Artsakh, territorio contesto tra Armenia e Azerbaijan: i primi ne mettono in luce la maggioranza etnica e la volontà popolare di essere stato cristiano, con la sua eredità culturale cristiana; i secondi sottolineano che il territorio ha una lunga tradizione azerbaijana, albaniana, lamentano che la maggioranza armena ha distrutto le prove dell’antica popolazione non armena sul territorio. È una guerra ibrida, che tocca la popolazione ma che riguarda anche la riscrittura della storia di un territorio laddove i cristiani sono presenti da millenni.
Sono statti più di centomila a dover lasciare tutto. Casa, lavoro e patria. Quella per cui hanno lottato fino all'ultimo: il Nagorno Karabakh. Quella enclave cristiana nello stato dell' Azerbaijan islamico.
"Fratelli e sorelle, quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose!" Papa Francesco commenta così il Vangelo che oggi viene proposto dalla liturgia, con la parabola degli inviti al banchetto di nozze.
Quello che sta succedendo agli armeni del Nagorno-Karabakh è un fatto che desta preoccupazione e riporta a drammi del secolo scorso.
Nel menzionare alla fine dell’Angelus la situazione nel corridoio di Lachin, tra Armenia e Azerbaijan, Papa Francesco non ha fatto altro che rispondere ad un appello del catholicos di Armenia Karekin II, e di quello di Cilicia Aram II. Perché i due leader della Chiesa Apostolica Armena – parte di quelle chiese ortodosse orientali pre-calcedoniche – avevano lanciato un appello per risolvere la pesante situazione umanitaria che si era creata nel corridodio che resta l’unico canale di comunicazione tra i 120 mila residenti della Repubblica dell’Artsakh, ovvero del Nagorno Karabakh, alla capitale armena Erevan.
Nagorno Karabakh, un piccolo paese “aggrappato alle montagne”, “un giardino segreto”, il cui nome incantatorio evoca un luogo fiabesco, grembo ideale per partorire storie, leggende, canti e poesie.
Una regione montuosa di circa 10.000 km quadrati inserito nell’Altopiano del Caucaso Meridionale. Parliamo del Nagorno Karabakh, una zona contesa tra l’Armenia e l’Azerbaijan teatro di una aspra guerra, il cui focolaio - mai spento - si è ultimamente riacceso. E di pace parlerà sicuramente il Papa nella sua visita - domenica - in Azerbaijan, un auspicio espresso da Francesco già il 25 giugno scorso durante il Viaggio Apostolico in Armenia.
Un popolo antico quello armeno, una storia che si intreccia con le culture di due continenti, l’ Asia e l’ Europa, e l’orgoglio di una cultura originale con una lingua originale e un alfabeto non greco e non latino nato nel 401. Ma anche un popolo politicamente sfortunato soprattutto nel tempo moderno e nel mondo contemporaneo.