Una lettera per mostrare supporto ai movimenti popolari, lodare il loro lavoro alle periferie dell’economia in favore dei più reietti, auspicare una forma di salario universale che possa sostenere quanti si impegnano nei loro progetti, sempre precari, e porli al centro della sua idea per una economia che non uccide, chiedendo l’accesso universale a “terra, tetto e lavoro”. Nel giorno di Pasqua, Papa Francesco si rivolge ai movimenti popolari, che ha incontrato due volte a Roma e una volta a Santa Cruz, in Bolivia.
È con un messaggio dove per la prima volta non compare il trittico “Tierra, Techo, Trabajo” che Papa Francesco si rivolge al Quarto Incontro dei Movimenti Popolari, che si tiene a Modesto, in California, sotto lo sguardo attento del Cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Integrale, che da sempre ha organizzato questi eventi.
“Poeti sociali”, così il Papa chiama ancora una volta coloro che sono impegnati nei Movimenti Popolari di tutto il mondo che per la terza volta si sono riuniti, ed per la seconda a Roma. Il Papa li ha sempre incontrati, a loro a parlato a lungo, e sempre il cardinal Turkson è stato agli incontri locali.
Quando il presidente ha dato a Papa Francesco il crocifisso incastonato su una falce e martello, che è stato del gesuita Luis Espinal, torturato e ucciso nel 1980, Papa Francesco si è incupito in volto e sembra abbia detto: “Questo non sta bene.” E chissà se l’espressione ritornerà oggi nell’incontro che il Papa avrà con i Movimenti Popolari, un cartello di vari movimenti per la giustizia sociale che include centri sociali, sigle comuniste, ma anche banche etiche, che “la Chiesa riconosce e promuove,” ha detto il Cardinal Peter Turkson aprendo l’incontro ieri.
Terminata la parte ufficiale e più “politica” della’ arrivo in Bolivia il Papa già nella serata di mercoledì si è trasferito a Santa Cruz de la Sierra. L'insediamento originario della città era a circa 220 km ad est rispetto alla posizione attuale, qualche chilometro a sud dell'odierna San José de Chiquitos. Nel 1592 dopo lotte con gli indigeni la città fu spostata alla posizione attuale sulle rive del fiume Piraí. Alcuni resti dell'iniziale insediamento possono essere visitati nella località di Santa Cruz la Vieja (Vecchia Santa Cruz) nei pressi di San José de Chiquitos, che a sua volta fu fondata nel 1692 come missione dei Gesuiti. Santa Cruz de la Sierra è il centro della protesta di vari dipartimenti boliviani per consolidare le autonomie regionali.