Una giovane scampata alla morte due volte porterà oggi i doni durante l’offertorio nella Messa che Papa Francesco presiederà in mattinata a Carpi. Lo ha annunciato ieri incontrando i giornalisti il Vescovo della diocesi emiliana Francesco Cavina.
“La riapertura del tempio di pietra sarà tanto più significativa quanto più riapriremo anche i cuori e le menti a Cristo, al suo messaggio di pace, di salvezza, di gioia, di autentica liberazione. Se Dio si fa piccolo per noi l’unica via per farci grandi è quella di servire il prossimo e, in modo speciale, i piccoli e i poveri, diventando testimoni credibili del suo amore. Celebriamo, perciò, la bellezza del tempio restaurato, del luogo dove possiamo celebrare l’Eucaristia e adorare il Signore presente nel Sacramento. Ciò divenga delle pietre, ma della pietra testata d’angolo del Tempio, ossia di Cristo che lo abita, facendolo diventare sacro”. Con queste parole - pronunciate nell'omelia - ieri mattina il Cardinale Pietro Parolin , Segretario di Stato di Papa Francesco, ha inaugurato durante una messa solenne la riapertura della Cattedrale di Carpi, danneggiata dal sisma del maggio 2012.
Sono giorni intensi per la Diocesi di Carpi che si prepara alla visita di Papa Francesco, fissata il prossimo 2 aprile. Ma domani sarà un giorno molto importante per la comunità diocesana: riapre infatti finalmente la Cattedrale dopo un lungo periodo di restauro per i danni provocati dal sisma del 2012. Per l’occasione sarà a Carpi il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. ACI Stampa ha parlato di questo momento importante per la vita della Diocesi con il Vescovo Francesco Cavina.
La Liturgia della Parola continua a proporci anche questa domenica il discorso della montagna. Nel brano di oggi appare per diverse volte l’affermazione: “E’ stato detto…ma io vi dico”. Si tratta di un giro di parole che veniva utilizzato tra gli ebrei per evitare di pronunciare il Nome di Dio. Ebbene, Gesù afferma: “Dio ha detto…ma io vi dico”.
Gesù inizia la sua predicazione in modo anomalo. Non a Gerusalemme, centro politico e religioso del popolo ebraico, ma a Cafarnao una città di periferia che noi qualificheremmo multiculturale. Con questa scelta Gesù vuole sottolineare che il suo messaggio e la sua parola sono rivolti a tutti indistintamente e non solo ad un popolo particolare, quello ebraico. Il contenuto della sua predicazione è molto sintetico: Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino. Nel brano di oggi non ci viene detto che cosa è il regno di Dio e come esso è vicino perché è tutto il Vangelo di san Matteo che ci illumina il significato di questa espressione.
La Diocesi di Carpi è in festa per l’ordinazione presbiterale di Enrico Caffari, Mauro Pancera ed Emiddio Voli avvenuta lo scorso 5 gennaio per l’imposizione delle mani del Vescovo diocesano Francesco Cavina.
Un incontro tra due diocesi colpite dal dramma del terremoto. Quasi un gemellaggio. A sancirlo l’incontro tra il Vescovo di Carpi Francesco Cavina e la popolazione della Diocesi di Spoleto-Norcia.
In quel tempo Gesù andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Così racconta il testo evangelico di questa domenica. Vogliamo chiederci innanzitutto che caratteristiche aveva il Battesimo di Giovanni. Era un battesimo di penitenza. La persona che accettava di farsi battezzate da Giovani manifestava pubblicamente la sua decisione di seguire la Parola di Dio e quindi di inserirsi in un cammino di vita nuova, cioè di conversione.
Iniziamo oggi un nuovo anno e tutti, in questo giorno ci scambiamo gli auguri e fingiamo di credere che l’anno che si apre davanti a noi sarà migliore di quello passato. Si tratta di un bisogno, direi quasi di un’esigenza del cuore, pensare che per noi c’è un bene che ci attende e che possiamo conseguirlo.
L’Evangelista Luca inserisce la nascita di Cristo nella cornice storica del tempo. Ricorda che essa avvenne quando era imperatore Cesare Augusto il quale, dopo aver posto fine ad una guerra civile che per circa 100 anni aveva devastato l’Impero romano, in ricordo della conquistata pace fece edificare a Roma un grande altare, che esiste ancora oggi: l’ Ara Pacis Augustae.
Con il tempo di Avvento inizia, per la Chiesa, anche il nuovo Anno liturgico, nel corso del quale torniamo a ri-vivere la vita, la morte e la resurrezione di Cristo. In tal modo celebrando le feste dell’anno liturgico, noi abbiamo la possibilità di entrare sempre di più nel mistero di Cristo e così assimilare la redenzione da Lui operata. In definitiva quello che oggi inizia è un cammino nel quale siamo chiamati a “rivestirci del Signore Gesù” perché è Lui la nostra vera identità, perché solo in Lui troviamo la Verità ed il senso della vita, il nostro vero destino.
“Il monumento che stiamo inaugurando è un atto di omaggio che intende conservare - quando le ferite esterne della distruzione non ci saranno più - la memoria di quei giorni di tragedia, di sofferenza e di lacrime”. Con queste parole il Vescovo di Carpi Monsignor Francesco Cavina ha inaugurato a stele in memoria delle vittime del sisma del maggio 2012.
Dal primo a 4 aprile scorsi Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi, si eè recato ad Erbil, nel Kurdistan Iracheno. Una visita toccante ed intensa organizzata insieme ad Aiuo alla Chiesa che soffre. L'esperienza vissuta da Mons. Cavina in questa intervista che ha voluto rilasciare ad Acistampa
Da oggi al 4 aprile Aiuto alla Chiesa che Soffre sarà ad Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno, per visitare i 120mila cristiani iracheni fuggiti da Mosul e dalla Piana di Ninive sin da subito sostenuti, attraverso la Chiesa locale, da ACS. Alla delegazione, guidata dal direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro, prenderanno parte anche il vescovo di Ventimiglia-San Remo, Monsignor Antonio Suetta, un rappresentante dell’Arcidiocesi di Bologna, Don Massimo Fabbri, ed il vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina. E proprio a Monsignor Cavina Papa Francesco, venuto a conoscenza dell’iniziativa di ACS, ha voluto affidare alcuni doni ed una lettera per i fedeli iracheni "che sono stati costretti – scrive il Pontefice – ad abbandonare le proprie città, case, proprietà, radici storiche e culturali per non rinunciare alla loro appartenenza a Cristo".
“In molte società dire semplicemente: io sono cristiano è un pericolo per la vita. Secondo stime affidabili, sono circa 200 milioni i cristiani che in 60 Paesi del mondo subiscono limitazioni all’esercizio della propria fede.Il Papa - e di questo non si dice nulla - ha invitato tutti i cristiani ad alzare la propria voce per chiedere la fine del genocidio”. E’ quanto denuncia il Vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina, che dal primo al 4 aprile prossimi si recherà in visita ad Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Acistampa prosegue il suo viaggio attraverso le diocesi italiane per scoprire come si vive a livello locale l’Anno Santo della Miserircordia. Dopo il Cardinale Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, a rispondere alle nostre domande è oggi il Vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina.