Ultime Notizie: Mons. Francesco Cavina

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Cristo offre ciò che nessun uomo può promettere. IV Domenica di Pasqua

Gesù nel brano di Vangelo di oggi si presenta con queste parole: “Io sono il buon Pastore”. “IO SONO” è il nome con il quale Dio si è rivelato a Mosè nel roveto ardente e che Gesù applica a sè in numerose occasioni. Facendo proprio il nome di Dio, Gesù rivela sua uguaglianza con Lui e la sua origine divina. Presentandosi, poi, come il Buon Pastore, manifesta il suo “programma pastorale”, stilato nel seno della Santissima Trinità. Egli, infatti, afferma:” Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane in me, compie le sue opere (Gv14,10ss). Dio, come afferma Origene, “soffre una passione d’amore” per l’umanità precipitata nel peccato e nella morte e che vive disperata e sofferente. E poiché desidera risanarla e renderla partecipe della sua vita divina, affida questo meraviglioso progetto di salvezza al proprio Figlio che, presentatosi nella nostra carne mortale, si propone a noi con dolcezza, persuasione e amore (Mt 11, 28-30). Questo programma di bene in favore dell’umanità viene realizzato nonostante la mediocrità, la debolezza, la miseria e le resistenze dell’uomo, che fatica a comprendere l’amore puro, come quello di Dio che non chiede nulla in cambio.

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Gesù dà senso e speranza alla vita. III Domenica di Pasqua

In questa terza domenica di Pasqua la Chiesa offre alla nostra riflessione l’apparizione di Cristo risorto ai due discepoli di Emmaus. Noi ci soffermiamo al momento in cui i due viandanti e lo sconosciuto che cammina con loro giungono finalmente nei pressi del villaggio dove erano diretti. E’ ormai sera e i due discepoli si preoccupano dello sconosciuto che li ha seguiti fin qui e che pare voler andare oltre: Resta con noi … gli dicono. 

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Prendersi cura degli altri: la chiamata è adesso

In questi giorni difficili, che investono la vita civile, sociale ed economica non solo della nostra Nazione, ma del mondo intero, ci è stato chiesto di “chiuderci in casa”. Una simile richiesta, motivata dalla necessità di salvaguardare la nostra e l’altrui salute, non può divenire un’ulteriore forma di cedimento all’egoismo, ma deve trasformarsi in un’occasione per riflettere su chi realmente siamo e su ciò che ci appartiene: lavoro, relazioni, amore, svago, sofferenza, morte…L’epidemia, infatti, sta mettendo in luce non solo la fragilità, ma anche la grandezza dell’uomo che si mostra capace di gesti eroici, fino al sacrificio di sé.

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Discepolo è chi accoglie e segue Cristo vero Dio e vero uomo. II Domenica di Pasqua

La nostra riflessione si concentra sulla conclusione del dialogo tra Gesù risorto e Tommaso. In esso il Signore invita l’apostolo: “E non essere incredulo, ma credente!”. In realtà il richiamo del Signore suona: “E non diventare incredulo, ma diventa credente”. Tommaso lo abbiamo visto si trova in una fase di incertezza e di dubbio: non è ancora incredulo, ma non è nemmeno un credente. Ora che ha visto il Cristo risorto è invitato a diventare credente.

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Cristo è davvero risorto! Domenica di Pasqua

La Chiesa nella santa Messa del giorno di Pasqua propone alla nostra riflessione la visita della Maddalena al Sepolcro. I vangeli di Giovanni e di Marco ci fanno sapere che Cristo ha riservato a lei la sua prima apparizione di risorto. Possiamo, dunque, affermare che è la principale testimone della Pasqua, insieme al discepolo amato da Gesù. Chi ama - è il caso di Maria Maddalena – cerca con insistenza l’Amato e non si dà per vinto finchè non lo trova; chi si sente amato - è il caso di Giovanni – lascia che sia l’Amante a trovarlo. Così Maria e Giovanni diventano il paradigma di tutti coloro che cercano Gesù con amore. Il brano del vangelo insieme a Maria Maddalena vede come protagonisti anche Pietro e Giovanni. Tre testimoni, come afferma il Card. Martini, alla ricerca dei segni del Risorto e, attraverso questi segni, della presenza stessa del Signore.

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Gesù è l’Amore che si dona, salva, si sacrifica. Domenica delle Palme

Con la domenica delle Palme o di Passione iniziamo la settimana Santa, che la tradizione della Chiesa ha qualificata come “la Grande Settimana” perché essa ha il ha compito di preparaci alla celebrazione dell’evento che ha cambiato la storia, cioè la Resurrezione di Cristo, nella quale la vita esplodere nella sua totalità e pienezza, trionfando sulla morte. 

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La morte non è invincibile. V Domenica di Quaresima

In questo domenica il brano di Vangelo presenta il miracolo della resurrezione di Lazzaro. Nel lungo racconto, Gesù per aiutare Marta, la sorella del morto, ad entrare nel mistero della sua Persona, le dice: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. Questa affermazione, che rappresenta il vertice del dialogo, suscita un senso di fastidio per non dire di reazione negativa perché l’esperienza ci racconta un’altra realtà: anche chi crede in Gesù muore. Bisogna forse riconoscere che ha ragione il filosofo antico Epicuro quando afferma che “a causa della morte, noi, gli uomini, siamo come città senza mura?”, cioè senza alcuna difesa, senza alcuna risposta?

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Io credo, Signore. IV Domenica di Quaresima

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che guarisce un cieco nato. Ci soffermiamo sulla parte finale dell’episodio, dove viene riportato il dialogo tra Gesù e il cieco risanato. Gesù gli chiede: Tu credi nel Figlio dell’uomo? Risponde il risanato: E chi è, Signore, affinchè creda in lui? Questa richiesta, che esprime il desiderio di conoscere Dio, porta Gesù a manifestarsi: Lo hai visto ed è quello che parla con te. Gesù si rivela come la Parola di Dio incarnata che viene incontro agli uomini e li interpella. Ora quello dichiarò: ‘Credo, Signore’. Con queste parole siamo giunti al vertice dell’episodio. Il cieco risanato, proclama ufficialmente la sua fede, che costituisce il coronamento spirituale di un lungo e tribolato cammino, vissuto in un ambiente a lui ostile.

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Di Te ha sete l’anima mia. III Domenica di Quaresima

Il Vangelo della terza domenica di Quaresima ci presenta l’incontro di Cristo con la donna samaritana al pozzo di Giacobbe, nella regione della Samaria. Ad un certo punto del lungo dialogo che si sviluppa tra i due, Gesù dà un ordine alla donna - “va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”(Gv 4, 16). La donna risponde che non ha marito. E Gesù replica: ‘hai detto bene’ non ho marito; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero” (Gv 4,18).

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Dio è Luce e anche bellezza. II Domenica di Quaresima

La Trasfigurazione è una delle pagine più belle e più straordinarie della vita di Cristo. San Leone Magno spiega che con questo miracolo Gesù ha voluto rimuovere dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce (Omelie, LI,3).

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La vita cristiana è una lotta. I Domenica di Quaresima

Con questa domenica interrompiamo il ciclo liturgico del Tempo Ordinario per iniziare un periodo privilegiato dell’Anno liturgico: il cammino quaresimale.

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Nessuno investe in fiducia in noi quanto il Signore. VII Domenica del Tempo Ordinario

La Liturgia della Parola continua a proporci anche questa domenica il discorso della montagna. Nel brano di oggi appare per diverse volte l’affermazione: “E’ stato detto…ma io vi dico”. Si tratta di un giro di parole che veniva utilizzato tra gli ebrei per evitare di pronunciare il Nome di Dio. Ebbene, Gesù afferma: “Dio ha detto…ma io vi dico”. Nessuno profeta aveva mai osato parlare in questo modo. La missione del profeta consisteva, infatti, nel trasmettere la Parola del Signore, la quale veniva introdotta sempre con queste parole: Così dice il Signore. Per parlare come Gesù bisogna essere o pazzi o essere Dio. E in effetti, il seguito del discorso di Gesù ci fa comprendere che il messaggio che Egli trasmette è sovra-umano, divino in quanto Egli è Dio.

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Gesù domanda un legame stabile e diretto con la verità. VI Domenica del Tempo Ordinario

Nel brano di Vangelo Gesù ci dice quali sono le opere buone per le quali il discepolo deve risplendere davanti al mondo. Dio, nell’Antico testamento, aveva fatto conoscere la sua volontà attraverso la Legge e i Profeti. Ora, attraverso Cristo noi abbiamo la possibilità di conoscere la definitiva rivelazione della volontà di Dio. Gesù non è un rivoluzionario che vuole cambiare tutto e ripartire da zero, come se il passato non esistesse, ma vuole portare a compimento, a perfezione ciò che già esiste. Per spiegare il suo modo di agire Gesù si serve di alcuni casi concreti che riguardano il comportamento sessuale, il matrimonio e il giuramento.

Alessio Di Cintio/CNA

La Vergine Maria ci svela la preziosità della persona della donna

Per tentare di cogliere il senso profondo del mistero dell’Immacolata Concezione ci serviamo delle letture che la santa Messa ci propone nella celebrazione di questa solennità, l’8 dicembre.

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L'importanza della testimonianza cristiana. V Domenica del Tempo Ordinario

Nel Vangelo Gesù chiede ai suoi discepoli di essere “sale e luce”. Con queste due immagine Egli indica lo scopo della loro vita: divenire punto di riferimento, di purificazione, di trasformazione del mondo, diversamente non servono a nulla. Si tratta di un invito forte a rendere visibile con le parole e le opere la forza trasformante del Vangelo davanti a tutti. Terra e mondo rappresentano l’intera umanità.

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Le Beatitudini, cuore del messaggio di Gesù. IV Domenica del Tempo Ordinario

Nel Vangelo della IV domenica fra l’anno la Chiesa propone alla nostra riflessione le Beatitudini. Quando ci si trova a confrontarci con questo rivoluzionario discorso di Cristo si rischia di cadere in un equivoco, il più delle volte neppure avvertito. Si è portati ad interpretare questo fondamentale messaggio di Cristo soltanto dal punto di vista degli ascoltatori e non di Gesù. In altre parole ci si ferma alla domanda: Chi sono gli affamati e gli assetati di giustizia? Chi sono i poveri, i perseguitati, i miti…? e così via. Naturalmente, partendo da questi interrogativi ciò che diventa essenziale è analizzare il significato delle parole fame e sete, giustizia, sazietà, povertà, mitezza. In tale modo, si trascura Cristo che è l’unico punto da cui è realistico partire perché è solo Lui che rende proponibili le beatitudini e conferisce ad esse senso proprio ed esclusivo. Se ci si ferma alla domanda chi sono gli affamati e gli assetati di giustizia e così via ci si dimentica della persona stessa di Cristo. Non si tiene conto, cioè, del suo esserci e di ciò che viene a compimento con il dono della sua stessa Persona.

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Anche oggi il Signore bussa alla porta della nostra vita. III Domenica del Tempo Ordinario

Gesù, dopo che il cugino Giovanni fu arrestato, si trasferisce da Nazareth a Cafarnao, una città che sorgeva sulle rive del lago di Tiberiade e che aveva un carattere cosmopolita. In essa, come del resto nella regione della Galilea, abitavano anche pagani. Con questa scelta il Signore intende affermare chiaramente che la parola che Egli annuncia non è riservata al solo popolo d’Israele, ma è per tutti perché Lui è la Luce che viene ad illuminare il mistero che siamo noi rivelandoci il fine ed il senso della nostra esistenza.

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Cos'è il peccato? II Domenica del Tempo Ordinario

In questa domenica il Vangelo ci racconta di Giovanni il Precursore che vide Gesù venire verso di lui. La prima immagine di Gesù nel vangelo, dunque, è di uno che si fa vicino, viene incontro. Non è però ancora evidente chi Egli sia veramente. Giovanni è mandato come testimone per rivelare la vera identità di Cristo.

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Dono e progetto di vita. Battesimo del Signore

In quel tempo Gesù andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Così racconta il testo evangelico di questa domenica. Vogliamo chiederci innanzitutto che caratteristiche aveva il Battesimo di Giovanni. Era un battesimo di penitenza. La persona che accettava di farsi battezzate da Giovani manifestava pubblicamente la sua decisione di seguire la Parola di Dio e quindi di inserirsi in un cammino di vita nuova, cioè di conversione.

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Cristo è necessario. II Domenica dopo Natale

La Chiesa, perché non perdiamo di vista che il mistero dell’Incarnazione è il centro della storia, propone nuovamente alla nostra riflessione, in questa seconda domenica dopo Natale, il Prologo del Vangelo di san Giovanni dove la nascita di Cristo viene considerata nella prospettiva dell’eternità.