La mondanità spirituale è quanto di “peggio può accadere a un uomo, a una donna consacrati”. Bisogna dire “no ai poteri di questo mondo per confermare il sì al Vangelo. Il Signore ci vuole a tutti noi servitori, fratelli e sorelle, non primadonna o primo attore, non protagonisti, e alle volte protagonisti di storie tristi e di storie mediocri. No. Il Signore ci vuole lottatori: fuggiamo la tentazione di questo protagonismo mondano”. Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza di stamane alla comunità del Pontificio Collegio Nepomuceno.
“ E’ vero che il Natale, lo sappiamo tutti, tante volte si celebra non con tanta fede, si celebra anche mondanamente o paganamente; ma il Signore ci chiede di farlo con fede e noi, in questa settimana, dobbiamo chiedere questa grazia: di poter celebrarlo con fede. Non è facile custodire la fede, non è facile difendere la fede: non è facile”.
“Voi vi impegnate a testimoniare il Vangelo con la musica e il canto per arrivare al cuore di tutti, anche a quanti sono lontani dalla Chiesa o dalla fede. La vostra missione si attua nel solco del carisma e della testimonianza di padre Arione il quale, realizzando gli orientamenti del Concilio Vaticano II per una Chiesa in dialogo con il mondo contemporaneo, nel 1968 oppose alla contestazione l’atteggiamento dell’accoglienza”. Lo ha detto il Papa, salutando i Membri dell’Associazione “Alunni del Cielo” in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’Associazione e del 10° anniversario della scomparsa del fondatore, padre Giuseppe Arione.
L’astuzia cristiana è “allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo”.
No agli arrampicatori, a coloro che sono “tentati dal modo di pensare del mondo mondano”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, nell'omelia pronunciata nel corso della Messa a Santa Marta.
“La festa è una cosa che la mondanità non sa fare, non può fare! Lo spirito mondano ci porta al massimo a fare un po’ di divertimento, un po’ di chiasso, ma la gioia soltanto viene dalla fedeltà all’Alleanza”. Nel Vangelo Gesù scaccia i mercanti dal Tempio, dicendo: “Sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera. Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladri”.
Il primo appuntamento pubblico della sua visita a New York il Papa lo riserva al clero, ai religiosi e alle religiose presiedendo i vespri nella Cattedrale di San Patrizio.
Parte dal dialogo tra Gesù e Pietro, con l’apostolo che chiede al Maestro cosa avranno in cambio i discepoli nel seguirlo, dato che il Signore aveva detto al giovane ricco di vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri. Ma – sottolinea Papa Francesco nell’omelia del giorno pronunciata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – un cristiano “non può avere il cielo alla terra,” non si può attaccare ai beni.
La mondanità “è un peccato sottile, è più di un peccato: è uno stato peccatore dell’anima”. Lo ha detto Papa Francesco celebrando questa mattina la messa a Casa Santa Marta, ribadendo che essere troppo attaccati alle cose del mondo ci fa perdere di vista il dramma delle povertà.