Dio ci ha creato in piedi, la sua misericordia ci da dignità, e per questo dobbiamo avere lo stesso coraggio della emorroissa per incontrare il Signore ed essere salvati anche dalla condizione di scarto.
Anche il Meeting dell’Amicizia tra i popoli ha accolto con dolore la tragedia del terremoto che ha colpito il Centro Italia, distruggendo interi paesi e causando molti morti; in apertura dei suoi incontri ha pregato per le vittime e le loro famiglie con un momento di silenzio e raccoglimento in tutte le sale per le vittime del terremoto che durante la notte ha sconvolto il Centro Italia, invitando i partecipanti ad aderire alla proposta della CEI alla colletta nazionale che si svolgerà nelle chiese italiane domenica 18 settembre in favore delle popolazioni colpite dal sisma.
La GMG è un luogo dove si incontra Cristo. Lo ha detto il Papa, nell'omelia pronunciata al Campus Misericordiae di Cracovia durante la messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù celebrata davanti ad oltre un milione di giovani.
L’ora della misericordia scocca alle 17.30 di martedì 26 luglio, con i giovani ancora scioccati per i fatti di Rouen e contorniati da misure di sicurezza imponenti. In quel momento, la croce della Giornata Mondiale della Gioventù viene portata sull’altare, e il Cardinal Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, arriva sull’altare e comincia la celebrazione che dà ufficialmente inizio alla Giornata Mondiale della Gioventù. Con un mandato chiaro: “Portate a tutti la scintilla della misericordia”.
Lo scorso 26 giugno si celebrava la festa liturgica di San Josemaría Escrivá, fondatore dell’ Opus Dei, e qualche giorno prima, il 22 giugno, ricorrevano i 70 anni del suo primo arriva Roma. Un motivo speciale per riflettere sulla misericordia, quella divina che “valorizza la libertà. Vi proponiamo questa riflessione del Prelato dell’ Opus Dei il vescovo Javier Echevarría.
Misericordia e solidarietà, ne parleranno i segretari generali delle Conferenze episcopali europee a Berlino dal 30 giugno: tre le prospettive, accoglienza, integrazione, e sinodalità.
Una mostra nel cuore di Roma che racconta il tema principale a cui è dedicato il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco: “LA MISERICORDIA NELL’ARTE. Itinerario Giubilare tra i Capolavori dei grandi Artisti Italiani” presso i Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, Sale Terrene, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Dopo quella in San Giovanni, Papa Francesco ha tenuto la seconda meditazione degli esercizi spirituali in occasione del Giubileo dei sacerdoti e dei seminaristi nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
Nel 1381 a Roccaporena nasce Rita, che desiderava consacrarsi a Dio, ma i genitori, avanti nell'età, prima di morire, vollero vedere sistemata quell'unica loro figlia. Rita mite e obbediente, non volle contrariare i suoi genitori, e, giovanissima, andò in sposa a Paolo Mancini. L'indole rissosa di Paolo non impedì a Rita, con ardente e tenero amore di sposa, di aiutarlo a cambiare il suo spigoloso carattere.
E’ la parabola evangelica del figliol prodigo l’argomento centrale della catechesi che Papa Francesco ha offerto ai fedeli nel corso della consueta Udienza Generale.
La diplomazia della Santa Sede, la diplomazia del Papa è basata sulla Misericordia, e Papa Francesco suggerisce un approccio alla politica e alla diplomazia pratica ,a amche misericordiosa.
Far conoscere i testimoni della misericordia del Padre che ci indicano oggi la strada buona della santità. Questo l’obiettivo principale della mostra “LA BUONA STRADA. Testimoni della misericordia del Padre” che verrà inaugurata giovedì 28 aprile alle ore 11.00 a Roma presso il Centro San Lorenzo.
“Quest’anno il vostro pellegrinaggio si svolge nell’ambito del Giubileo della Misericordia, durante il quale contempliamo il mistero della misericordia, che è fonte di gioia, serenità e pace, e dalla quale dipende la nostra salvezza. Siamo chiamati da Cristo a condividere questa misericordia con coloro che sono spiritualmente e materialmente nel bisogno mediante le opere di misericordia spirituali e corporali, con quello spirito di generosità e tenerezza che riflette l’incommensurabile bontà di Dio”. Lo ha detto il Papa ricevendo in udienza stamane membri, amministratori e “Stewards of Saint Peter” della Papal Foundation.
“La Chiesa vuole raggiungere le famiglie con umile comprensione, e il suo desiderio è di accompagnare ciascuna e tutte le famiglie perché scoprano la via migliore per superare le difficoltà che incontrano sul loro cammino. Per questo si richiede a tutta la Chiesa una conversione missionaria: è necessario non fermarsi ad un annuncio meramente teorico e sganciato dai problemi reali delle persone”. Lo afferma Papa Francesco nel capitolo dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia dedicata alle prospettive pastorali della famiglia.
La misericordia di Dio? È “perdono, gioia e vita nuova”. Lo dice Papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì, soffermandosi proprio sull’amore di Dio che passa attraverso un Figlio che si fa uomo, arriva senza squilli di tromba e persino si mette in fila con i peccatori per farsi battezzare.
Un contrasto, una lotta interiore “tra la chiusura del cuore e la chiamata dell’amore ad aprire le porte chiuse e uscire da noi stessi”. Questa è il commento del Papa al Vangelo che nella domenica della Divina Misericordia, la domenica in albis che chiude l’ottava di Pasqua, racconta dei discepoli timorosi, di Tommaso che crede solo vedendo.
Nella prima Udienza Generale dopo Pasqua, Papa Francesco ha concluso il ciclo di catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento commentando il Salmo 51, il salmo del Miserere.
“Come sacerdoti, noi ci identifichiamo con quel popolo scartato, che il Signore salva, e ci ricordiamo che ci sono moltitudini innumerevoli di persone povere, ignoranti, prigioniere, che si trovano in quella situazione perché altri li opprimono. Ma ricordiamo anche che ognuno di noi sa in quale misura tante volte siamo ciechi, privi della bella luce della fede, non perché non abbiamo a portata di mano il Vangelo, ma per un eccesso di teologie complicate. Sentiamo che la nostra anima se ne va assetata di spiritualità, ma non per mancanza di Acqua Viva – che beviamo solo a sorsi –, ma per un eccesso di spiritualità “frizzanti”, di spiritualità “light””.
Con la processione e la benedizione dei rami di ulivo in Piazza San Pietro Papa Francesco ha aperto i riti della Settimana Santa celebrando la Messa della Domenica delle Palme.
La pratica pastorale di Papa Francesco “si esprime proprio nel fatto che egli ci parla continuamente della misericordia di Dio. È la misericordia quello che ci muove verso Dio, mentre la giustizia ci spaventa al suo cospetto. A mio parere ciò mette in risalto che sotto la patina della sicurezza di sé e della propria giustizia l’uomo di oggi nasconde una profonda conoscenza delle sue ferite e della sua indegnità di fronte a Dio. Egli è in attesa della misericordia. Non è di certo un caso che la parabola del buon samaritano sia particolarmente attraente per i contemporanei. E non solo perché in essa è fortemente sottolineata la componente sociale dell’esistenza cristiana, né solo perché in essa il samaritano, l’uomo non religioso, nei confronti dei rappresentanti della religione appare, per così dire, come colui che agisce in modo veramente conforme a Dio, mentre i rappresentanti ufficiali della religione si sono resi, per così dire, immuni nei confronti di Dio”. Lo spiega, in un intervento colloquiale pubblicato in un convegno organizzato dai Gesuiti lo scorso ottobre, il Papa Emerito Benedetto XVI.