Per dimostrare quanto è attento al tema delle migrazioni, Papa Francesco ha istituito all’interno del nuovo dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale una sezione migranti e rifugiati, sotto il suo diretto controllo, con una squadra di studio e azioni che gli permette di avere gli occhi aperti sul tema.
Un incoraggiamento alla gente di Santa Maria di Lueca, ma soprattutto ai giovani “provenienti dai Paesi che si affacciano sul Mediterrane” per “considerare la presenza di tanti fratelli e sorelle migranti un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo, come anche un’occasione per annunciare e testimoniare il Vangelo della carità”.
Fare di tutto perché non manchi il lavoro e il pane sulle mense di tante famiglie; il no alla schiavitù moderna delle ondate migratorie, ma anche la necessità di una “etica della responsabilità” di fronte la legge; lo slancio missionario. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, affronta questi temi nell’omelia di San Lorenzo, cui è dedicata la cattedrale di Perugia, di cui è arcivescovo.
Proteggere, integrare, puntare a soluzioni durature: padre Fabio Baggio, sottosegretario per le migrazioni nella speciale sezione del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale dedicato al fenomeno, riassume così l’impegno di Papa Francesco sul tema delle migrazioni.
Viene ricordato per la celebre definizione della Prima Guerra Mondiale come "l'inutile strage" Papa Benedetto XV, ma il suo pontificato - durato dal 1914 al 1922 - è stato ricco di eventi, iniziative e decisioni che definire significativi sarebbe un eufemismo.
Prima del dovere dell’accoglienza, c’è il diritto a rimanere nella propria terra. E lo sottolinea con forza padre Michael Czerny, gesuita, sottosegretario per la sezione migranti del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, in un suo intervento tenuto al Global Compact sull’immigrazione che si è tenuto alle Nazioni Unite lo scorso 22 maggio.
“Ero forestiero e...” - Il fenomeno delle migrazioni di massa dal sud del mondo. Riflessioni a partire dalla fede nel Dio incarnato, ospite e pellegrino in mezzo a noi. Di questo si parla domai 4 aprile al Seraphicum a Roma per iniziativa della Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” e dell’Istituto “Mulieris dignitatem per lo studio dell’uni-dualità uomo-donna”.
Invitare alla riflessione sul dramma delle migrazioni dai paesi del sud del mondo, spesso in guerra, affinché prevalga la cultura dell’accoglienza, la protezione degli esseri umani dallo sfruttamento e dalla violenza, e si promuova la cultura dell’integrazione sociale a beneficio della giustizia e della pace. Sono questi i nobili obiettivi della mostra “Uomo, dove vai” dell’artista Vincenza Spiridone, ed alcuni tra i bronzi più significativi in tema.
“Lo scenario mondiale è caratterizzato da chiusure e ingiustizie, che generano migrazioni, all’interno degli Stati o all’estero”. Il cardinale Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin lo ha ripetuto nel suo intervento che ha in pratica concluso la due giorni di lavori della VI edizione del Forum Internazionale su Migrazioni e Pace, sul tema “Integrazione e sviluppo: dalla reazione all’azione”.
I governi affrontino "la crisi provocata dallo sfollamento di massa delle persone". E' quanto ricorda il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin nel messaggio inviato al IX Global Forum su migrazioni e sviluppo, che si è conluso ieri a Dacca in Bangladesh.
La mobilità è in qualche modo la cifra della modernità. Diventa sempre più evidente che anche gli italiani vivono questo aspetto non più certo come nel tempo dei flussi di migranti per necessità, ma sempre più per scelta.
Lunedì 26 settembre pomeriggio a Santa Marta il Papa ha ricevuto una delegazione del World Jewish Congress guidata dal suo presidente Ronald Lauder, tra cui anche i Presidenti di Francia, Inghilterra, Austria, Ungheria, Brasile, Argentina.
Responsabilità e speranza, ecco le caratteristiche della risposta cristiana alla questione delle migrazioni. Lo ha ricordato ieri sera l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, durante la preghiera ecumenica in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa promossa dalla comunità di Sant’Egidio nella basilica romana di Santa Maria in Trastevere e in contemporanea in altre città del Paese.
Lo scorso 15 dicembre Papa Francesco ha confermato il miracolo attribuito all’intercessione della Beata Maria Elisabetta Hesselblad, Fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, nata a Fåglavik in Svezia il 4 giugno 1870 e morta a Roma il 24 aprile 1957.
L’immigrazione? Una sfida di accoglienza per l’ Europa, ma anche un pericolo di infiltrazioni terroristiche. A pensarlo è Papa Francesco che lo dice in una lunga intervista radiofonica trasmessa da Rádio Renascença, una delle più antiche emittenti europee la cui proprietà è in parte del Patriarcato di Lisbona.
“Le opere a volte parlano della fede, per cui sicuramente è importante farsi presente con un annuncio cristiano che passi attraverso una prossimità che si fa concreta, non è soltanto teorica ma che si sporca le mani andando incontro agli altri e mettendosi in gioco.
Migrazioni, la Santa Sede propone una strategia a largo raggio. Alla 29esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani tutto dedicato ai problemi dell’emigrazione, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, nunzio della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra, ha chiesto al “sistema multilaterale” – ovvero alle organizzazioni internazionali – di migliorare il coordinamento per affrontare il fenomeno e proposto una strategia in tre tappe che porti ad un pragmatico riconoscimento delle migrazioni.
“Aprire le sbarre che imprigionano la dignità umana: un piano per trasformare il sistema di detenzione degli immigrati negli Stati Uniti”. É il titolo del rapporto dei vescovi degli Stati Uniti che chiedono una radicale riforma del sistema di detenzione degli immigrati clandestini per proteggere i più vulnerabili, come i richiedenti asilo e le famiglie, nel rispetto della legalità. Il documento, preparato dal Servizio per i migranti e i rifugiati della Usccb, in collaborazione Centro Studi sulle migrazioni (CMS), illustra le informazioni raccolte nei centri di detenzione in diversi Stati dell’Unione e nelle strutture cattoliche che assistono gli immigrati: parrocchie, mense per i poveri e opere caritative. Informazioni che evidenziano una situazione drammatica e disumana e i gravi limiti dell’attuale sistema: migliaia di persone entrate illegalmente nel territorio americano detenute come criminali; famiglie divise; bambini traumatizzati dalla separazione dai genitori; situazioni di segregazione e disperazione.
Circa i “matrimoni misti tra cattolici e ortodossi”, “esistono sfide e problemi a causa delle diversità nel modo di concepire il matrimonio e la sua sacramentalità; ma bisogna accompagnare le coppie in un cammino di fede, perché le differenze non conducano a un relativismo e un’indifferenza religiosa”, anzi siano “un’autentica esperienza di dialogo ecumenico”. In discussione anche i temi dell’“economia globalizzata che non ha cura né attenzione per i poveri né per i giovani”, delle “migrazioni”, “una grande sfida” che esige attenzione e quelli legati alla “pastorale della famiglia, che non può essere una pastorale di massa ma piuttosto una pastorale di vicinanza e di contatti personali”.