Travolto da una eccessiva attenzione della stampa su un presunto scandalo sessuale, l’arcivescovo Michel Aupetit di Parigi aveva presentato le dimissioni a Papa Francesco. E questi le aveva accettate “sull’altare dell’ipocrisia”, come lo stesso Papa Francesco aveva spiegato ai giornalisti sul volo di ritorno dal viaggio in Cipro e Grecia il 6 dicembre 2021. Due anni dopo la campagna mediatica, con un nuovo arcivescovo di Parigi nominato e nessun nuovo incarico per Aupetit, è arrivata la notizia che il procedimento per violenza sessuale su persona vulnerabile nei confronti dell’arcivescovo Aupetit è stato archiviato per “assenza di reato”.
Una lettera che doveva rimanere riservata fino alla risposta del Papa, ma che, come accade spesso, è stata resa nota: le dimissioni dell’ arcivescovo di Parigi travolto da una inchiesta giornalistica che portano a galla una vecchia relazione con una donna. Il presule, smentisce ma scrive al Papa per dimettersi.
Come Notre Dame è stata incendiata e viene restaurata, così è anche la Chiesa di Cristo. “Alcuni credono che sia in rovina e che sia sull’orlo del crollo. Eppure Cristo ha affermato che le porte degli inferi non avrebbero prevalso contro di lei”, ha detto l’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit. E ha aggiunto: “Ci crediamo profondamente. Come la nostra cattedrale, la Chiesa di Cristo rimarrà in piedi”.
È una legge che “porta in sé notevoli sconvolgimenti, che modificano seriamente e pericolosamente le basi di ciò che la nostra civiltà ha costruito per il rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua vita e della sua salute”. L’arcivescovo Michel Aupetit di Parigi ha bollato così, con un editoriale su Le Figaro a fine giugno, la decisione di inserire la legge della bioetica tra le emergenze nazionali, e dunque di calendarizzarla in seconda lettura all’Assemblea Nazionale già in questi giorni.