L’amore tra uomo e donna rappresenta "l'immagine della tenerezza di Dio che si trasmette di coppia in coppia e di famiglia in famiglia". Oggi è un mistero grande che ci siano sposi "coraggiosi abbastanza da portare questo amore in vasi di creta, e questi sono una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo, Dio li benedica mille volte per questo!". Sono le parole di Papa Francesco, pronunciate stamane in Piazza San Pietro nel corso dell'udienza generale dedicata al matrimonio cristiano.
“Quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro; il capolavoro è l’uomo e la donna.” Papa Francesco prosegue il cammino di preparazione del sinodo di ottobre dedicato alla famiglia e oggi nella udienza generale ha proseguito la riflessione sul disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna.
In Italia basteranno sei mesi per divorziare. La normativa sul cosidetto divorzio breve è stata approvata in via definitiva ieri sera dalla Camera dei Deputati con 398 voti favorevoli, 28 contrari e 6 astenuti.
“La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio” e “l’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari”. Di più. Serve la “reciprocità” per giungere alla “completezza”. E l’uomo “per trovare l'amore della donna deve prima sognarla”. Senza questi presupposti si sfocia nella “svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna” che “è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia!”. E “Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro”.
“La Curia Romana non è l’amministrazione di Bruxelles” e una Conferenza Episcopale non è una “filiale di Roma”, “le diocesi non sono filiali della Segreteria di una Conferenza episcopale o di una diocesi il cui Vescovo presiede la Conferenza Episcopale”. Di più: “La Chiesa non è un assemblea di Chiese nazionali, i cui presidenti voteranno per eleggere il loro capo a livello universale”. Ma soprattutto, “il Presidente di una Conferenza Episcopale non è altro che un moderatore tecnico, e come tale non ha alcuna autorità di insegnamento speciale”. E’ molto deciso il prefetto Gerhard Müller, a capo del dicastero vaticano per la dottrina della fede e la disciplina dei sacramenti.