Era una “missione normale”, quella di padre Daniele Badiali, un sacerdote della diocesi di Faenza missionario fidei donum in Perù, ucciso nel 1997 a soli 37 anni, probabilmente solo perché aveva riconosciuto uno dei suoi rapitori. Ma la Chiesa di Perù è anche fatta di “missioni normali” come quella di padre Daniele.
Quest’anno il pantheon dei martiri e testimoni cristiani del XX secolo all’Isola Tiberina si è “arricchito” delle reliquie di due nuovi beati polacchi: Zbigniew Strzałkowski e Michał Tomaszek. I due francescani polacchi furono assassinati il 9 agosto 1991 in Perù per mano dei membri di “Sendero luminoso”, l’organizzazione armata d’ispirazione maoista.
"La povertà è un'energia che costruisce la comunità...". Una frase che racchiude l’intera esperienza di fede e apostolato che i conventuali frà Michele Tomaszek e frà Zbigniew Strlalkowsky hanno vissuto e testimoniato nel Perù, dove hanno trovato la morte violenta in odio alla fede il 9 agosto 1991, rispettivamente a 33 e 31 anni.
Una veglia nel ricordo dei martiri francescani del Perù. A viverla sarà questa sera, dalle ore 20,30, l'arcidiocesi di Cosenza- Bisignano, per celebrare la ventiquattresima giornata dei missionari martiri.
La notizia della loro beatificazione come “martiri della fede” era stata data contestualmente a quella dell’attesa beatificazione dell’arcivescovo Salvadoregno Oscar Romero. Ma la storia di Michal Tomaszek, Zbigniez Strzalkowski e don Alessandro Dordi, i primi due frati francescani, l’ultimo diocesano, è tutta da raccontare.