Il cardinale Borromeo rimase sconvolto da queste rivelazioni e volle andare fino in fondo all’accaduto, senza riguardo per alcuno. Lo scandalo dilagava tra i cittadini di Monza con gran nocumento per la Chiesa locale.
L'amantePer suor Virginia i vent’anni furono certamente un’età importante. Dopo l’incarico municipale ebbe, per la sua serietà e vita esemplare, l’incarico di maestra delle educande ospiti al monastero e da questo fatidico anno comincia la sua sventurata storia.
In un freddo mattino di gennaio, una suora conversa del convento milanese delle Penitenti di Santa Valeria, scriveva sul foglio maestro la seguente nota: "1650, adì 7 genaro, devono le sudette per alimenti douti alla sudetta sor Verginia Maria Leyva sino adì sudetto che è pasata a megliora vita", con queste scarne parole veniva annunciata la fine alla vita tormentata di suor Virginia, al secolo Marianna de Leyva, più conosciuta come la “Monaca di Monza”, la sciagurata suor Gertrude di manzoniana memoria.