Una icona di mosaico con i pavoni a fianco della fonte della vita e una pergamena con l’invito della Bulgaria a visitare la nazione. Questi i doni che hanno portato al Papa le delegazioni di Macedonia e Bulgari ricevute in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio.
Un viaggio nei paesi balcanici che in questi meso stanno affrontando l’arrivo di migranti dal Medio Oriente, un viaggio nei paesi a maggioranza ortodossa dove l’ateismo comunista ha cancellato la dignità dell’uomo e dove, più di 20 anni dopo ancora i cattolici pagano le conseguenze di quel periodo.
Trentacinque minuti di incontro, alla presenza di due interpreti. Un incontro breve, quello tra Papa Francesco e Georgje Ivanov, presidente della Repubblica ex Jugoslava di Macedonia. Uno sguardo ai balcani, nel Paese di radici greche ma con una forte minoranza islamica di origine albanese, dove la presenza dei simboli religiosi sono divisi su linee etniche. Ma soprattutto, oggi stato cuscinetto per le grandi ondate di rifugiati che hanno fatto pressione al confine con la Grecia lo scorso agosto.
Il primo ministro bulgaro Boyko Borisov e Nikola Gruevski, Presidente del Governo della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, con la Consorte, e Seguito sono stati ricevuti questa mattina da Papa Francesco. Prosegue così una tradizione iniziata con Giovanni Paolo II che in occasione delle festa liturgica dei Santi Cirillo e Metodio secondo il calendario giuliano vede i rappresentanti dei governi bulgaro e macedone in vista dal Papa. Entrambi i rappresentanti dei loro governi hanno avuto un colloquio privato con il pontefice.