“La libertà di espressione non deve espandersi al punto da offendere il sentimento religioso, la cui tutela è un diritto che deve essere trasversalmente salvaguardato.
“Nella chiamata alla libertà scopriamo il vero senso dell’inculturazione del Vangelo: essere capaci di annunciare la Buona Notizia di Cristo Salvatore rispettando ciò che di buono e di vero esiste nelle culture”. Papa Francesco lo ha detto nella catechesi di oggi all’ udienza generale che da qualche tempo è dedicato alla Lettera ai Galati di San Paolo.
“Famiglia di nazioni”, così Giovanni Paolo II definì nel 1995 in un discorso storico, le Nazioni unite. Era una novità assoluta e proprio nel momento in cui l’Onu affrontava un periodo di crisi.
Torna il don Camillo nazionale più famoso, dopo quello creato da Giovanni Guareschi.
Quel lunghissimo giorno, seguito da un'altrettanto lunghissima notte, sembrava non avere mai fine, dava un senso di irrealta', perché l'impossibile stava accadendo, sotto gli occhi di tutti. Per tutti quelli nati dopo il 1961 il muro di Berlino era una realtà concreta, inamovibile, assurda -un muro che divideva una città nel cuore dell'Europa - ma presente.
“Noi riflettiamo sul diritto alla libertà, leso in contesti di violenza, guerra, prevaricazione, ma non sempre ci rendiamo conto di quanto spesso siano proprio i cosiddetti “diritti rivendicati” a ledere la libertà più profonda e a rendere la persona più schiava.
Rinunciare alla slealtà di seguire Dio e il mondo. E' il filo conduttore della Messa mattutina di Papa Francesco a Santa Marta.
La libertà, intesa come disponibilità a ricevere e a dare, in una dialogicità strutturale, è il luogo francescano della solidarietà. Ne è convinto Orlando Todisco (OFMConv) che ne parla nel suo ultimo libro "La solidarietà nella libertà. Motivi francescani per una nuova democrazia." Parte da questo l’interrogativo sia intorno al come la solidarietà vada pensata e vissuta oggi, nell’epoca della globalizzazione, e sia intorno al perché sia in crisi, sopraffatta da una diffusa conflittualità sempre più distruttiva.
La parola chiave è libertà. Una libertà per denunciare violenza e oppressione, per salvare i migranti del Mediterraneo, che vada altre i pregiudizi. Ma anche la libertà che definisce la Creazione come un dono sacro, in vista degli incontri di Parigi per il cambiamento climatico a dicembre. C’è tutto questo nel messaggio congiunto del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e della Conferenza delle Chiese Europee. Due organismi che vanno molto al di là dell’Europa comunitaria, e abbracciano un arco di nazioni che va “dal Pacifico all’Atlantico,” sottolinea il Cardinal Petr Erdo, presidente del Consiglio. Due organismi che insieme racchiudono tutte le confessioni cristiane del continente, che si sono messe insieme “Per una Europa di Libertà.”