Si scende piano, verso il centro della grotta. Non passano che pochi minuti e già si avverte, distintamente, di essere in un luogo diverso, in cui si percepisce la presenza del sacro. Questa è veramente la “casa dell’arcangelo”, a Monte Sant’angelo, in Puglia. Qui arrivano pellegrini da ogni parte del mondo fin dal 490 d.C., anno in cui secondo la tradizione avvenne la prima apparizione dell’arcangelo Michele sul Gargano a san Lorenzo Maiorano.
"L'Apocalisse fu data alla Chiesa per farle comprendere gli avvenimenti degli ultimi tempi e questo è anche lo scopo di tutta la Scrittura profetica. Se non ce n'era alcun bisogno, o se non poteva essere compresa, perché allora Dio la diede? Ha scherzato? Ma se essa è necessaria per la Chiesa, allora perché è stata trascurata? Come sai di essere sul retto cammino, senza tuttavia comprenderla?
Lui l’aveva capito quasi immediatamente che quel ragazzino possedeva qualcosa di speciale, qualcosa di non individuabile secondo logiche strettamente umane.
Per tutta la sua vita, finita così presto, aveva cantato il grano che quando matura si trasforma in un mare d’oro ondeggiante, aveva cantato l’odore della buona terra arata di fresco e del pane appena sfornato, dei frutti maturi che pendono dai rami degli alberi, del dolore che feconda l’esistenza.
Una piccola cittadina adagiata, anzi rincantucciata nell’altopiano della Sierra de Aire, in Portogallo. Niente che evochi ricchezze o grandezze del passato se non, forse, l’eco leggendaria del nome: Fatima, dal nome della figlia del governatore arabo di Alcacer, della quale si era innamorato un cavaliere delle truppe di don Alfonso Henriques, discendente di una nobile famiglia della città di Ourem.
“Ha vissuto nell’obbedienza e nella fedeltà, radicata nella Chiesa e nella fede”.
Le donne lo hanno curato, quel povero corpo martoriato. Gli occhi chiusi e tumefatti, le tempie trapassate dalle ferite provocate dalla corona di spine, il fianco aperto da un colpo di lancia…Quante sono le ferite?
Quella signora dall’aspetto austero, sempre vestita di scuro, insieme alla sorella, molto simile nell’aspetto e nel portamento, si aggira nel giardino appartato, a raccogliere foglie o qualche fiore sbocciato.
Una limpida mattina di gennaio, salendo con una certa fatica una strada che si arrampica tra boschi e prati, ecco aprirsi allo sguardo un paesaggio mite e solenne al tempo stesso, illuminato da un tiepido sole invernale: un ampio, piazzale, un convento, un giardino e in lontananza colline e vallate.
Le trincee scavate nella terra sono come ferite che non si rimarginano mai. Forse tutt’intorno riescono a rinverdire i prati e gli alberi, però quelle ferite non si possono nascondere.
La devozione e la fede delle babushke russe, le nonne, le anziane con i loro fazzolettoni annodati sotto il mento: forse non se lo sarebbe aspettato, il sacerdote proveniente dall’Italia
Il cammino quaresimale è cominciato, purtroppo tra le immagini di bombe e di morte che arrivano dall’Ucraina e il conseguente timore di un conflitto globale.
L’invisibile che si rende visibile, il mistero che si manifesta all’uomo e lo trascina nelle sue regioni sterminate: lo abbiamo pensato spesso davanti a molte opere d’arte. Soprattutto davanti le icone, con la loro doppia natura di forme concrete della devozione e della fede e di creazione artistica.
Svoltando lungo una stradina laterale, dal cuore convulso di Amsterdam, da piazza Kalverstraat, si passa d’improvviso in una sorta di oasi di pace.
“Il senso dell'umorismo è una medicina: fa bene al cuore e dà tanta gioia. Da 40 anni prego ogni giorno la Preghiera del buon umore di Thomas More”.
Un uomo affascinante, che piace a tutti, parla di pace e di fratellanza, mette d’accordo chiunque, contribuisce a diffondere un’idea “globale” di vita e di pensiero.
E’ il 27 marzo 2019. Nella chiesa di santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici, nel cuore del Vaticano, un luogo di grande bellezza e suggestione, si sta celebrando la messa per il terzo anniversario della morte di Madre Angelica, fondatrice del gruppo Ewtn.
Adamo ed Eva si accorgono di essere nudi, se ne vergognano, cominciano, grazie a questa amara consapevolezza, il loro cammino nella valle di lacrime che è il mondo, proprio con il senso della nudità e il bisogno di vestirsi.
Ci sono delle immagini che si imprimono nella memoria collettiva e che definiscono, più di qualsiasi altra cosa, le esistenze straordinarie, quelle che avvincono proprio per la loro eccezionalità e perché rapidamente diventano exempla, nel senso letterale del termine.
Due giovani uomini camminano tra boschi e campi, fermandosi in anfratti o cappelle semidiroccate per sbocconcellare in fretta un tozzo di pane, si gettano carponi sulle rive fangose dei ruscelli per bere avidamente, a lunghe sorsate acqua fresca e limpida.