E’ una bella giornata di primavera del 1915, nella “piccola città armena” dell'Anatolia. Dalla veranda inondata di sole di una grande casa esce con passo leggero una bella e giovane ragazza, Aghavnì, esce di casa con il marito e i due figli piccoli, Vogliono fare una passeggiata, andare a trovare una delle tante zie che fanno parte delle loro grandi famiglie.
Dante vaga nella selva oscura e noi insieme a lui.
Dalla stanza, avvolta da un ovattato silenzio, si riesce a sentire i rintocchi della campana della cappella, e filtra una luce tenera, che sembra cullare, che assomiglia ad una mano leggera che accarezza il volto.
Dalla stanza, avvolta da un ovattato silenzio, si riesce a sentire i rintocchi della campana della cappella, e filtra una luce tenera, che sembra cullare, che assomiglia ad una mano leggera che accarezza il volto.
Lucifero angelo ribelle cade verso un nero abisso, in cui verrà inghiottito, gettato negli inferi, da cui uscirà solo per tormentare gli uomini e nutrire così la sua eterna infelicità.
"Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi", indica la Didaché. "Contemplerò ogni giorno il volto dei santi, per trovare riposo nei loro discorsi", l’antifona della preghiera di Lodi del giovedì riprende appunto il passo dell’insegnamento degli apostoli contenuto nella Didaché. Siamo alla vigilia di una nuova festa di Tutti i santi e più che mai sentiamo la necessità di cercare volti e sguardi che diano sostegno, che diano forza, coraggio.
Nella bruma del primo mattino, quando sorge il pallido sole invernale, si diffonde un buon odore di fumo e di fuoco, di foglie macerate nella terra;
Mente creativa, spirito letterario accompagnato da umanità profonda;
“In cielo le stelle/son come persone belle”. La citazione non è esatta, è a memoria, non ce ne voglia l’autrice, ma è una delle immagini che ci sono rimaste impresse dopo aver letto le poesie raccolte sotto il titolo più che mai appropriato di "Leggerezza", poesie di Simona Mancini, pubblicate recentemente dalla casa editrice Il Leggio.
Fede e ragione: il binomio spesso trasformato in antinomia. La contrapposizione o la sovrapposizione, dell’una o dell’altra. Tutto questo rappresenta un filo rosso che ha attraversato i secoli, i dibattiti, lo sviluppo del pensiero e della teologia.
"Il Signor nostro in quelli che l’amano di ben servirlo permette che vi siano alcuni difetti". Lo affermava san Giuseppe da Copertino.
"Il Diavolo…quello spirito orgoglioso…non può tollerare di venire canzonato". Lo afferma Tommaso Moro, tra gli altri, e non a caso troviamo questa citazione in apertura di un libro che vuole prendere in giro il Diavolo e, in seconda battuta, gli esseri umani che, come gonzi arroganti, gli si buttato in braccio e finiscono per diventare il suo banchetto preferito.
Il canto è la musica degli angeli e dei monaci.
Venezia, settembre 2022. Una fila senza fine e ondivaga stazionano davanti all’imbarco dei vaporetti, proprio all’uscita della stazione. Uomini con la pancia prominente e bermuda sformati, sandali e calzini; donne, giovani e meno giovani, nessuna esclusa, con la pancia scoperta, micro-shorts, trucco traslucido. Tutti uniti (uomini, donne, meno giovani) da alcuni elementi in comune; tatuaggi e cellulare incollato alle mani, cascassero nel canale, mai lo lascerebbero.
Un giorno il diavolo ebbe fame, prese un sacco e decise di andare a cacciare le anime. Voleva mangiarsi un bocconcino prelibato. Si nascose fra gli alberi vicino alla casa di un santo uomo, e aspettò. Il santo uomo trascorreva la giornata a pregare e a compiere gesti di bontà. Anche il diavolo ne fu ammirato. Ma un giorno il diavolo osservò che sull’anima bianchissima di quel santo vecchio c’era una piccolissima macchia: al tramonto il vecchio si affacciava alla finestra a guardare il sole tramontare e provava un attimo di melanconia e di tristezza. Al diavolo bastò questo. Concentrò tutti i suoi sforzi verso quell’attimo di tempo e vi mise dentro angoscia, amarezza, disperazione. Così riuscì a far cadere l’uomo e a mangiarselo.
"In genere, i santi veri, non sono consapevoli di essere santi durante il loro pellegrinaggio su questa terra. Anzi, fino all’ultimo momento della loro esistenza si sentono sempre peccatori, i più peccatori dei peccatori più indegni, seppur oggetti dell’amore misericordioso di Dio.
Sale sempre sulla torre, quando si convince che stia per arrivare il momento del suo ritorno. Lei lo aspetta, ogni volta con un’ansia crescente
"Dalla santa pendice, ove i tuoi piedi/O vergine, posasti e di salute/Larga fontana a’ tribolati apristi,/Coll’amoroso tuo guardo materno/La città sottoposta e le convalli/Ampie dall’alpi alla marina esplori/Tutte quante
Inghilterra, prima metà del XII secolo. Nella calma atmosfera di un monastero antico e rinomato, un monaco si sta occupando del suo 'giardino dei semplici', l'orto in cui coltiva le piante medicinali.
"All’alba del 30 luglio, quando si alzò alle 5 del mattino si portò nella cappellina vicina alla sua stanza con il desiderio di celebrare la messa.