Interno di una chiesa, durante la celebrazione della Messa. Gente svogliata segue un canto che sfila via stonato, mentre due chitarre lo accompagnano sgangheratamente.
Quarantatre' anni, oltre un milione di copie vendute nel mondo, traduzioni in 22 lingue, innumerevoli ristampe: sono i numeri che fanno la storia di un libro che ha fatto storia. "Ipotesi su Gesù", di Vittorio Messori, uscito nel 1976, non ha mai smesso di essere letto, discusso, studiato, imitato.
E' una giornata di autunnale, il 19 ottobre 1984, a Włocławek, in Polonia.
Mura medievali, palazzi rinascimentali, ponti e vicoli... E tante chiese, ricche di tesori artistici incomparabili, sui cui sagrati si svolgeva una vita "pittoresca" e innocente, mentre si diffonde l'aria lieve e sfumata e si svelano i paesaggi idilliaci della campagna e dei colli circostanti. Ecco cos' era la Firenze ottocentesca, quella che amavano alla follia torme di stranieri imbambolati in arrivo da tutte Europa e poi da Oltreoceano. Le stesse, centuplicate, che invadono e soffocano oggi la città, turisti mordi e fuggi, che in fondo credono si ritrovare le stesse cose.
La "preghiera profonda", la preghiera nel silenzio come ricerca di Dio e di se stessi. La preghiera che diventa una scelta e un metodo capace realmente di cambiare la vita.
Di padre Gabriele Amorth sappiamo molte cose, conosciamo e ammiriamo il suo ministero infaticabile come esorcista, come divulgatore, come padre spirituale. Conosciamo la sua forza, la sua verve, la chiarezza del suo pensiero.
Ignazia è una suora, anziana, burbera, innamorata dei classici, dedita all'insegnamento, pronta a battute fulminanti, ruvidamente simpatica, con l'obiettivo, neppure tanto segreto, di immagazzinare nella sua mente capiente tutto il sapere possibile, ostile per natura ad ogni "sciocchezza" della vita contemporanea, per nulla conciliante e ammiccante.
Nonostante le pioggia e il tempo ostile, anche quest'anno migliaia di persone sono accorse all'Aquila, per partecipare alle celebrazioni della Perdonanza celestiniana.
Si entra dentro una stalla, si passa ad una cantina con gli attrezzi di falegnameria, poi, superati pochi gradini, si entra in cucina, si passa in una sala grande con la " stua" in ceramica, la stufa di montagna alimentata a legna.
Descriverebbe con una battuta fulminante, attraverso una metafora abbagliante, con un sublime paradosso la sua stessa situazione: essere diventato scrittore, saggista, giornalista, polemista in odore di santità.
"Sta' composto" era la frase che forse più ha risuonano alle orecchie di molte generazioni passate di bambini e ragazzi. In casa, a scuola, in visita ai parenti. E in chiesa. Oggi la frase appare più che mai obsoleta, cancellata dal frasario utilizzato per rivolgersi ai più piccoli.
Una casa al limitare di un bosco, una casa dagli scuri verdi, dal tetto spiovente, piccola, modesta, sembrebbe uscita dalle pagine di una fiaba e deposta delicatamente sulla radura, con gli alberi del bosco ondeggianti al vento proprio dietro la casa.
Nell'autunno del 1851 un sacerdote francese, da poco nominato vescovo, dopo innumerevoli peripezie, si trova a vagare nel territorio sconfinato del New Mexico. E' in difficoltà, crede di essersi perso, intorno a se' vede solo una serie infinita di colline dai colori purpurei, che sembrano tutte uguali. La sete lo tormenta, come tormenta la giunta e l'asino che viaggiano con lui. Le provviste d'acqua, infatti, sono quasi terminate e non si vede, all'orizzonte, nessuna traccia di fiume, ruscello, pozza. Forse -pensa- sono giunto alla fine dei miei giorni, senza neppure aver iniziato la mia missione.
Era un bambino così diverso dagli altri ragazzini, la madre se ne rendeva conto e il suo cuore era colmo di ammirazione e speranza. Quando lo guardava, nella chiesa dell'Assunzione di Maria Vergine di Ivancice, città della Moraviagonfiata in cui viveva con il marito e il figlio - in quegli anni di fine Ottocento ancora parte dell'immenso mosaico dell'impero austro-ungarico- quando guardava il suo ragazzo, Alfons, mentre cantava nel coro della Chiesa, il cuore le si gonfiava di emozione.
"Durante l'ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascera' il gregge in mezzo a molte tribolazioni". Così tragicamente si concludono le profezie sui papi universalmente note come le profezie di Malachia, poiché attribuite al santo irlandese.
Dura la vita del parroco. Dura ma irrinunciabile. Un serie di romanzi, oltre a reportage, inchieste, studi, rimette al centro della ribalta la figura dei sacerdoti che vivono quotidianamente il servizio verso tante piccole, medie e grandi comunità.
Il cielo stellato, sopra una steppa sconfinata, immersa nel buio, un buio tanto vasto e diffuso da diventare quasi solido.
La città è in festa, per celebrare il suo Santo, quello che è universalmente noto senza neppure citarne il nome per intero.
Continuare a vivere con il volto e il corpo sfigurato dalla lebbra è già un'impresa. Diventare un sovrano, reggere le sorti di un regno turbolento e travagliato, andare in battaglia e vincere, anche, è un'impresa titanica...
Don Camillo torna a vivere. Almeno per il momento non ha accanto a se' un altro Peppone, con cui quotidianamente battibeccare, litigare e combinare pasticci.