Si entra e, in un primo momento, la sensazione è di trovarsi in una libreria come quelle che ormai sono in via di estinzione. Piccola, raccolta, ordinata, certo nulla a che vedere con le librerie delle grandi catene a cui ormai siamo assuefatti, ma piuttosto capace di resuscitare il ricordo di quei straordinariluoghi in cui si passavano molte felici ore della nostra adolescenza.
In una gelida mattina di gennaio, piena di luce e di azzurro, entriamo nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia. Questa chiesa è davvero uno scrigno di tesori, la sua bellezza è sempre emozionante e ad ogni visita si rinnova lo stupore di trovarsi in un luogo simile.
Un grande crocifisso tra pareti bianche e le volte profonde del soffitto, i veli neri delle suore che tremano leggermente, ai suoi piedi, mentre una luce tenute colpisce i muri e i capi chini in preghiera. E' una foto, in bianco e nero, di rara intensità e poesia, che documenta, una volta ancora, la vita in un monastero, nella scelta "estrema"; della clausura, ma soprattutto ritraggono la pace e l'intensità di questa vita che sfugge a qualsiasi definizoone. Una foto che, insieme ad altre undici, a sua volta è destinata a scandire la vita di molti altri, perché fa parte di un calendario.
Il corpo deve purificarsi, ma con moderazione. Niente digiuni drastici, nessuna mortificazione estrema. Tutto deve essere fatto in armonia, sapendo che il buono e il bello della vita, quindi anche i cibi e le bevande, sono doni dell'amore divino, dunque non devono essere disprezzati ne' se ne deve abusare.
"Si potrebbe sostenere persino che l'insoddisfazione per i nostri sforzi nella vita scaturisce in qualche modo dalla nostra stupidità.
"Tu scendi dalle stelle" è il canto di Natale forse più noto, o comunque cantato al mondo, e può vantare innumerevoli imitazioni e parodie. Ma il senso di questo canto è molto meno scontato di quanto si possa immaginare. Bisognerebbe infatti ricordare com'è nato e qual'è il suo "creatore".
Città assediate, campi di battaglia insanguinati, palazzi nobiliari, chiostri silenziosi, biblioteche millenarie, mari in tempesta, roccaforti di signori terribili e spietati, dal potere smisurato, strade polverose, boschi dalla vegetazione impenetrabile, dame, cavalieri, santi, turbe di mendicanti, uomini e donne oppressi e miserabili: scenari e personaggi unici e irresistibili per ambientare e animare storie e trame capaci di avvincere anche i lettori più distratti o con poca dimestichezza con i libri.
Padre Placido era fatto così: non riusciva a dire di no a nessuno. Aiutava chiunque glielo chiedesse, chiunque sapesse in difficoltà.
In una squallida stanza nella fredda Varsavia degli anni Settanta, dove una prostituta fa entrare un cliente, un turista giapponese attonito, appare all'improvviso il volto scavato, sofferente e allo stesso tempo luminoso di padre Massimiliano Kolbe.
Buzzati come passione, come misura della scrittura, come sguardo che penetra la realtà e ne svela il cuore segreto. Oltre le mode, oltre gli schemi, oltre le ideologie, la sua opera ci mostra il desiderio di andare oltre, di cercare nelle piccole storie quotidiane, nella natura a cui voltiamo le spalle, la verità dell'esistenza.
Quel lunghissimo giorno, seguito da un'altrettanto lunghissima notte, sembrava non avere mai fine, dava un senso di irrealta', perché l'impossibile stava accadendo, sotto gli occhi di tutti. Per tutti quelli nati dopo il 1961 il muro di Berlino era una realtà concreta, inamovibile, assurda -un muro che divideva una città nel cuore dell'Europa - ma presente.
Il giorno dei santi e il giorno dei defunti: due feste vicine e strettamente connesse, due feste che rappresentano una sorta di finestra spalancata sul mondo che verrà, sulla vita che sarà eterna, sul nostro destino compiuto.
"L'esempio di Tommaso Moro ci suggerisce che nessun ambiente e' precluso alla testimonianza di Cristo, ma che anzi attraverso la fede siamo chiamati a trasformare il mondo. E anche la politica e' un luogo privilegiato per questa testimonianza".
Interno di una chiesa, durante la celebrazione della Messa. Gente svogliata segue un canto che sfila via stonato, mentre due chitarre lo accompagnano sgangheratamente.
Quarantatre' anni, oltre un milione di copie vendute nel mondo, traduzioni in 22 lingue, innumerevoli ristampe: sono i numeri che fanno la storia di un libro che ha fatto storia. "Ipotesi su Gesù", di Vittorio Messori, uscito nel 1976, non ha mai smesso di essere letto, discusso, studiato, imitato.
E' una giornata di autunnale, il 19 ottobre 1984, a Włocławek, in Polonia.
Mura medievali, palazzi rinascimentali, ponti e vicoli... E tante chiese, ricche di tesori artistici incomparabili, sui cui sagrati si svolgeva una vita "pittoresca" e innocente, mentre si diffonde l'aria lieve e sfumata e si svelano i paesaggi idilliaci della campagna e dei colli circostanti. Ecco cos' era la Firenze ottocentesca, quella che amavano alla follia torme di stranieri imbambolati in arrivo da tutte Europa e poi da Oltreoceano. Le stesse, centuplicate, che invadono e soffocano oggi la città, turisti mordi e fuggi, che in fondo credono si ritrovare le stesse cose.
La "preghiera profonda", la preghiera nel silenzio come ricerca di Dio e di se stessi. La preghiera che diventa una scelta e un metodo capace realmente di cambiare la vita.
Di padre Gabriele Amorth sappiamo molte cose, conosciamo e ammiriamo il suo ministero infaticabile come esorcista, come divulgatore, come padre spirituale. Conosciamo la sua forza, la sua verve, la chiarezza del suo pensiero.
Ignazia è una suora, anziana, burbera, innamorata dei classici, dedita all'insegnamento, pronta a battute fulminanti, ruvidamente simpatica, con l'obiettivo, neppure tanto segreto, di immagazzinare nella sua mente capiente tutto il sapere possibile, ostile per natura ad ogni "sciocchezza" della vita contemporanea, per nulla conciliante e ammiccante.