Era stata approvata per la prima volta nel 2021, e definita “un non senso in tempo di COVID” dai vescovi portoghesi. Quindi, era stata rimanda alla Corte Costituzionale, con accuse di incostituzionalità. Ma in questa settimana, il piano inclinato che porta alla cultura della morte ha portato all’approvazione definitiva della legge sull’eutanasia in Portogallo. Succede alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù, in un momento in cui il mondo cattolico sarà tutto concentrato su Lisbona e dintorni. Ma succede, soprattutto, al termine di una battaglia che ha visto diversi passaggi parlamentari, e dopo che il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo aveva rimandato la legge alla Camera lo scorso aprile.
La discesa sul piano inclinato che porta verso alla civiltà della morte (copyright Giovanni Paolo II) in Portogallo è bloccata dal presidente Marcelo Rebelo de Sousa, cattolico, che ha rimandato la legge appena licenziata alla Corte Costituzionale, e dalla stessa Corte che, testo della legge alla mano, ha detto che effettivamente no, il Portogallo non può avere una legge sull’eutanasia compatibile con la costituzione, o perlomeno quella legge ha troppi buchi, troppa indeterminatezza.