Non è bastato il no del Senato, che ha addirittura rifiutato di discutere il disegno di legge di bioetica approvato dall’Assemblea Nazionale. Perché, alla fine, la stessa Assemblea Nazionale ha approvato la loi bioetique lo scorso 29 giugno, con un testo che ha la maggioranza tra i deputati, ma di certo non riscontra “l’ampio consenso” di cui si avrebbe bisogno per questi tipi di scelte. Ed è per questo che i vescovi francesi chiedono “una moratoria” sui temi della bioetica. Fermarsi e riflettere, insomma, prima di scendere nel piano inclinato e scosceso della cultura della morte.
È una legge che “porta in sé notevoli sconvolgimenti, che modificano seriamente e pericolosamente le basi di ciò che la nostra civiltà ha costruito per il rispetto dell’uomo, della sua dignità, della sua vita e della sua salute”. L’arcivescovo Michel Aupetit di Parigi ha bollato così, con un editoriale su Le Figaro a fine giugno, la decisione di inserire la legge della bioetica tra le emergenze nazionali, e dunque di calendarizzarla in seconda lettura all’Assemblea Nazionale già in questi giorni.