“Cosa c’è dentro di noi, che ci porta a disprezzare, a maltrattare, a farci beffa dei più deboli? Si capisce che uno se la prenda con uno che è più forte: può essere l’invidia che ti porta … Ma i più deboli? Cosa c’è dentro che ci porta? E’ una cosa che è abituale, come se io avessi bisogno di disprezzare l’altro per sentirmi sicuro. Come una necessità”.
“Un filosofo criticava i cristiani, lui si diceva agnostico o ateo, ma criticava i cristiani e diceva questo: ma quelli - i cristiani - dicono di avere un Redentore; io ci crederò, crederò nel Redentore quando loro avranno la faccia di redenti, gioiosi per essere redenti. Ma se tu hai faccia di veglia funebre, ma come possono credere che tu sei un redento, che i tuoi peccati sono stati perdonati? Questo è il primo punto, il primo messaggio della liturgia di oggi: tu sei un perdonato, ognuno di noi è un perdonato”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
San Giuseppe conosce “come camminare nel buio”, “come si ascolta la voce di Dio”, “come si va avanti in silenzio”. Papa Francesco, nell’omelia della Messa mattutina presso Casa Santa Marta, parla e racconta di San Giuseppe, il “grande Giuseppe”.
“Sembra che il nostro Dio voglia cantarci la ninna nanna. Il nostro Dio è capace di questo. La sua tenerezza è così: è padre e madre. Ci porta nelle sue proprie viscere. È il Dio che con questo dialogo si fa piccolo per farci capire, per fare che noi abbiamo fiducia in Lui e possiamo dirgli con il coraggio di Paolo che cambia la parola e dice: Papà, Abbà…È la tenerezza di Dio”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
Ognuno di noi “è un germoglio di quella radice che deve crescere, crescere con la forza dello Spirito Santo, fino alla pienezza dello Spirito Santo in noi. E quale sarebbe il compito del cristiano? Semplicemente custodire il germoglio che cresce in noi, custodire la crescita, custodire lo Spirito”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
“Il più importante tempio di Dio è il nostro cuore, dice il Papa, dentro di noi abita lo Spirito Santo. Ma cosa succede nel mio cuore? Ho imparato a vigilare dentro di me, perché il tempio nel mio cuore sia solo per lo Spirito Santo? Purificare il tempio, il tempio interiore e vigilare. Stai attento, stai attenta: cosa succede nel tuo cuore? Quali sono i tuoi sentimenti, le tue idee? Tu parli con lo Spirito Santo? Lo ascolti? Vigilare. Stare attenti a cosa succede nel tempio nostro, dentro di noi”. Lo ha detto Papa Francesco questa mattina, nell’omelia della Messa quotidiana a Santa Marta.
Ancora un affondo di Papa Francesco contro le colonizzazioni ideologiche. L'occasione, stamane, nell'omelia della Messa a Santa Marta.
Le colonizzazioni culturali “finiscono per perseguitare anche i credenti. Ma non dobbiamo andare troppo lontano per vedere alcuni esempi: pensiamo ai genocidi del secolo scorso, che era una cosa culturale, nuova: tutti uguali, non c’è posto per le differenze, non c’è posto per gli altri, non c’è posto per Dio. E’ la radice perversa. Davanti a queste colonizzazioni culturali che nascono dalla perversità di una radice ideologica, Eleazaro, lui stesso, si fa radice”. Lo ha detto il Papa nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.
Il rapporto con la morte è al centro dell'omelia del Papa, stamane durante la Messa a Santa Marta.
Gesù “è la pietra d’angolo, in questo edificio. Senza Gesù Cristo non c’è Chiesa. Perché non c’è fondamento. E se si costruisce una chiesa – pensiamo a una chiesa materiale – senza fondamento, cosa succede? Crolla. Crolla tutto. Se non c’è Gesù Cristo vivo nella Chiesa, crolla”. Lo ha ribadito stamane il Papa nella Messa quotidiana a Santa Marta, in occasione della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Se non si capisce la gratuità dell’invito di Dio non si capisce nulla. L’iniziativa di Dio è sempre gratuita. Ma per andare a questo banchetto cosa si deve pagare? Ma, il biglietto di entrata è essere ammalato, è essere povero, è essere peccatore… Questi ti lasciano entrare, questo è il biglietto di entrata: essere bisognoso sia nel corpo sia nell’anima. Ma, per il bisogno di cura, di guarigione, avere bisogno di amore”. La gratuità di Dio “non ha limiti”. Lo ha detto il Papa stamane nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
“E’ la speranza quella che ci porta alla pienezza, la speranza di uscire da questo carcere, da questa limitazione, da questa schiavitù, da questa corruzione e arrivare alla gloria: un cammino di speranza. E la speranza è un dono dello Spirito. E’ proprio lo Spirito Santo che è dentro di noi e porta a questo: a una cosa grandiosa, a una liberazione, a una grande gloria. E per questo Gesù dice: dentro il seme di senape, di quel grano piccolino, c’è una forza che scatena una crescita inimmaginabile”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia in occasione della messa quotidiana a Santa Marta.
È una lotta continua, quella contro il mal, che “non ti dà tranquillità, ma ti dà pace”. Lo ha detto Papa Francesco durante la consueta Messa nella Domus Sanctae Marthae, riportata dalla Radio Vaticana.
“Entrare nel mistero di Gesù Cristo è lasciarsi andare in quell’abisso di misericordia dove non ci sono parole: soltanto l’abbraccio dell’amore. L’amore che Lo portò alla morte per noi. Quando noi andiamo a confessarci perché abbiamo peccati – sì, devo togliermi i peccati, diciamo; o che Dio mi perdoni i peccati – andiamo, diciamo i peccati al confessore e siamo tranquilli e contenti. Se facciamo così, non siamo entrati nel mistero di Gesù Cristo. Se io ci vado, vado a incontrare Gesù Cristo, a entrare nel mistero di Gesù Cristo, a entrare in quell’abbraccio di perdono del quale parla Paolo; di quella gratuità del perdono”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la messa a Santa Marta.
“La realtà di oggi è che tanti uomini che vivono per adorare il denaro, per fare del denaro il proprio dio. Tante persone che vivono soltanto per questo e la vita non ha senso: non sanno cosa è arricchirsi presso Dio”. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata nel corso della Messa mattutina a Santa Marta.
“Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. E quelli che dimenticano la gratuità della salvezza, la vicinanza di Dio e la misericordia di Dio, hanno portato via la chiave della conoscenza”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
"I testardi di anima, i rigidi, non capiscono cosa sia la misericordia di Dio. I rigidi non sanno allargare il cuore come il Signore. I rigidi sono pusillanimi, con il piccolo cuore chiuso, attaccati alla nuda giustizia. E dimenticano che la giustizia di Dio si è fatta carne nel suo Figlio, si è fatta misericordia, si è fatta perdono; che il cuore di Dio è sempre aperto al perdono". Lo ha detto il Papa stamane nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
"Nessuno può dire: Io sono giusto o io non sono come quello. Io sono peccatore. Io direi che quasi è il primo nome che tutti abbiamo: peccatori. E poi, perché siamo peccatori? Abbiamo disobbedito – sempre in rapporto con il Signore: Lui ha detto una cosa e noi ne abbiamo fatto un’altra. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore: Lui ci ha parlato tante volte. Nella nostra vita, ognuno può pensare: Quante volte il Signore ha parlato a me … Quante volte non ho ascoltato! Ha parlato con i genitori, con la famiglia, con il catechista, nella chiesa, nelle prediche, anche ha parlato nel nostro cuore”. Lo ha detto il Papa stamane nell’omelia pronunciata durante la Messa quotidiana a Santa Marta.
Commentando la Lettura del Libro di Neemia, stamane a Santa Marta Papa Francesco è tornato a parlare della “nostalgia dei migranti” che “sono lontani dalla Patria e vogliono tornare”.
Gesù è in cammino coi discepoli verso Gerusalemme perchè "si compivano i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto". E' l'inizio dell'odierno Vangelo di Luca ed è l'avvicinarsi del momento della passione e della croce, dinanzi al quale, come fa notare il Papa nell'omelia della Messa, Gesù compie due cose:"prese la ferma decisione di mettersi in cammino", quindi accetta la volontà del Padre e va avanti, e poi "annuncia questo ai suoi discepoli".