Qual è la fede vera? È accorgersi dei poveri che ci sono accanto. Nella omelia mattutina di Santa Marta, Papa Francesco prende spunto dal Vangelo del giorno, in cui Gesù racconta la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro. E invita a porsi questa domanda: “Sono un cristiano sulla via della menzogna, soltanto del dire? O sono un cristiano sulla via della vita, delle opere del fare?”
“Quando si fa testamento la gente dice: ma a questo lascio questo, a questo lascio quello, a questo lascio questo… Sì, sta bene, ma la più bella eredità, la più grande eredità che un uomo, una donna, può lasciare ai suoi figli è la fede. E Davide fa memoria delle promesse di Dio, fa memoria della propria fede in queste promesse e le ricorda al figlio. Lasciare la fede in eredità. Quando nella cerimonia del Battesimo diamo - i genitori - la candela accesa, la luce della fede, gli stiamo dicendo: conservala, falla crescere in tuo figlio e in tua figlia e lasciala come eredità. Lasciare la fede come eredità, questo ci insegna Davide, e muore così, semplicemente come ogni uomo. Ma sa bene cosa consigliare al figlio e quale sia la migliore eredità che gli lascia: non il regno, ma la fede!”. Lo ha detto il Papa, questa mattina, nel corso della Messa odierna a Santa Marta commentando nell’omelia le letture quotidiane.
“Il mistero di Dio è luce per essere messa sul candelabro, per illuminare: e questo è uno dei tratti del cristiano, che ha ricevuto la luce nel Battesimo e deve darla. Cioè, il cristiano è un testimone. Testimonianza. Una delle peculiarità degli atteggiamenti cristiani. Un cristiano che porta questa luce, deve farla vedere perché lui è un testimone. Quando un cristiano preferisce non far vedere la luce di Dio ma preferisce le proprie tenebre, esse gli entrano nel suo cuore perché ha paura della luce e gli idoli, che sono tenebre, gli piacciono di più, allora gli manca qualcosa e non è un vero cristiano. La testimonianza: un cristiano è un testimone. Di Gesù Cristo, Luce di Dio. E deve mettere quella luce sul candelabro della sua vita”. Lo ha spiegato stamane il Papa - secondo quanto riporta la Radio Vaticana - nel corso dell’omelia pronunciata nella Messa a Santa Marta.
“Noi vescovi abbiamo questa responsabilità di essere testimoni che il Signore Gesù è vivo, che il Signore Gesù è risorto, che il Signore Gesù cammina con noi, che il Signore Gesù ci salva, che il Signore Gesù ha dato la sua vita per noi, che il Signore Gesù è la nostra speranza, che il Signore Gesù ci accoglie sempre e ci perdona. La testimonianza. La nostra vita dev’essere questo: una testimonianza. Una vera testimonianza della Resurrezione di Cristo”. Lo ha spiegato stamane il Papa – secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana – nell’omelia pronunciata durante la Messa mattutina a Santa Marta.
È tutta dedicata al “peccato brutto dell’invidia” l’omelia quotidiana di Papa Francesco nella Cappella della Domus Sanctae Marthae. Veste di rosso, perché oggi si celebra la memoria di Sant’Agnese, vergine e martire. L’omelia muove però dalle letture del giorno, e in particolare dal brano del libro di Samuele che narra della gelosia di Saul, re di Israele, verso il giovane Davide, destinato a succedergli ma già nel cuore di molti.
“Noi siamo tante volte schiavi delle apparenze, schiavi delle cose che appaiono e ci lasciamo portare avanti da queste cose: Ma questo sembra… Ma il Signore sa la verità. E così questa storia... Passano i sette figli di Iesse e il Signore non sceglie alcuno, li lascia passare. Samuele è un po’ in difficoltà e dice al Padre: Nemmeno costui, Signore, hai scelto? Sono qui tutti i giovani, i sette? Ma, sì, ce n’è uno, il piccolo, che non conta, che ora sta pascolando il gregge. Agli occhi degli uomini questo ragazzino non contava”. Lo ha detto stamane il Papa, secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana, commentando il Vangelo quotidiano nel corso della messa mattutina a Santa Marta.
Gesù è venuto a “salvarci dai nostri peccati, salvarci e portarci dal Padre. E’ stato inviato per quello, per dare la vita per la nostra salvezza. E questo è il punto più difficile da capire”, Gesù è venuto “per dare quel perdono, per dare la vita, per ricreare l’umanità, anche i suoi discepoli dubitano. E se ne vanno”. Lo ha detto stamane il Papa - come diffuso dalla Radio Vaticana – nel corso della messa quotidiana a Santa Marta.
Vinci se hai fede, perdi se non hai fede. Papa Francesco commenta Vangelo e lettura del giorno nella consueta omelia mattutina che tiene nella Domus Sancta Marthae. La lettura è tratta dal libro di Samuele, e parla di una cocente sconfitta che gli israeliti subiscono dai Filistei. Il Vangelo parla di Gesù che guarisce un lebbroso.Vinci se hai fede, perdi se non hai fede. Papa Francesco commenta Vangelo e lettura del giorno nella consueta omelia mattutina che tiene nella Domus Sancta Marthae. La lettura è tratta dal libro di Samuele, e parla di una cocente sconfitta che gli israeliti subiscono dai Filistei. Il Vangelo parla di Gesù che guarisce un lebbroso.
“La preghiera fa miracoli. Anche a quelli che sono cristiani, siano fedeli laici, siano sacerdoti, vescovi che hanno perso la devozione pietà. La preghiera dei fedeli cambia la Chiesa: non siamo noi, i Papi, i vescovi, i sacerdoti, le suore a portare avanti la Chiesa, sono i santi! E i santi sono questi, come questa donna. I santi sono quelli che hanno il coraggio di credere che Dio è il Signore e che può fare tutto”. Lo ha ribadito questa mattina il Papa – secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana – nell’omelia in occasione della celebrazione della Messa quotidiana a Santa Marta.
Amore "è una parola che si usa tante volte e non si sa, quando si usa, cosa significhi esattamente. Cosa è l’amore? Delle volte pensiamo all’amore delle telenovele, no, quello non sembra amore. O l’amore può sembrare un entusiasmo per una persona e poi… si spegne. Da dove viene il vero amore? Chiunque ama è stato generato da Dio, perché Dio è amore. Non dice: Ogni amore è Dio, no: Dio è amore”. Lo ha ribadito questa mattina il Papa - secondo quanto riferisce la Radio Vaticana - nel corso dell'omelia pronunciata nella messa mattutina a Santa Marta.
Un cristiano è colui che rimane in Dio. Papa Francesco ha ripreso a celebrare in pubblico la messa delle 7 del mattino nella Cappella dello Spirito Santo di Casa Santa Marta dove risiede.
Saldi nella verità del Vangelo. Ma non statici. Così Papa Francesco vede i cristiani. Nell’omelia della Messa mattutina nella Domus Sanctae Marthae – la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – Papa Francesco afferma il tema del cambiamento a partire da un brano della Lettera ai Romani di San Paolo, e dalla lettura del Vangelo in cui Gesù parla dei segni dei tempi.
L’amore senza misura di Dio è stato il centro della consueta omelia di Papa Francesco nella Messa della Domus Sanctae Marthae. Un amore che sovrabbonda, mentre gli uomini “hanno l’abitudine di misurare le situazioni.” Ma è anche un Dio che esce, come il padre della parabola evangelica che ogni giorno esce per vedere se il figliol prodigo ha deciso di tornare.
Quale è il compito dei cristiani? Papa Francesco lo spiega nella consueta omelia del mattino tenuta nella Cappella della Domus Sanctae Marthae, dove risiede. “Il compito nostro – ha sottolineato – è essere uomini e donne di pace, uomini e donne di riconciliazione.”
Parte dal dialogo tra Gesù e Pietro, con l’apostolo che chiede al Maestro cosa avranno in cambio i discepoli nel seguirlo, dato che il Signore aveva detto al giovane ricco di vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri. Ma – sottolinea Papa Francesco nell’omelia del giorno pronunciata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, la cui sintesi è fornita da Radio Vaticana – un cristiano “non può avere il cielo alla terra,” non si può attaccare ai beni.
“ ‘Sopportare’: è più di avere pazienza, è portare sulle spalle, portare il peso delle tribolazioni. E anche la vita del cristiano ha dei momenti così. Ma Gesù ci dice: ‘Abbiate coraggio in quel momento. Io ho vinto, anche voi sarete vincitori’. Questa prima parola ci illumina per andare nei momenti più difficili della vita, quei momenti che anche ci fanno soffrire”. Questo il tema della riflessione di questa mattina del Papa nella messa a Santa Marta.
“L’orgoglio dei primi ti porta a voler uccidere gli altri, l’umiltà, anche l’umiliazione, ti porta a somigliarti a Gesù.” Papa Francesco ha commentato così le letture della messa di oggi nella omelia della celebrazione a Santa Marta.
La “franchezza” come stile nel messaggio cristiano. Ma anche il “coraggio dell’annuncio”, che “ci distingue dal semplice proselitismo”. Commentando le letture della liturgia di oggi a Santa Marta, Francesco ha ricordato che Pietro e Giovanni orientarono la loro missione partendo da un concetto chiave della scrittura: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”. Messi in carcere e minacciati di non parlare in nome di Gesù, ricorda il Papa, vollero comunque “dire le cose, con libertà”.
Non si possono chiudere le porte della Chiesa, perché la Chiesa è “la casa di Gesù”, e Gesù aveva accolto tutti. Nella consueta omelia della messa mattutina in Domus Sanctae Marthae, Papa Francesco riprende il tema della infinita misericordia di Gesù e la contrappone alla poca misericordia di alcuni credenti, come riferisce la Radio Vaticana.