Sono stati superati gli attacchi di proselitismo ai cattolici, dopo la situazione molto difficile succeduta alla decisione di San Giovanni Paolo II di istituire delle diocesi nel territorio russo. E, di certo, il passaggio delle reliquie di San Nicola a Mosca e San Pietroburgo ha fatto molto nel percorso dei rapporti ecumenici tra Chiesa Cattolica e Patriarcato di Mosca, dopo lo storico incontro dell’Havana del 12 febbraio 2016. Ma c’è ancora molto da fare, perché solo ora la Chiesa cattolica di russia ha davvero un volto russo– spiega ad ACI Stampa padre Diogenes Urquiza, missionario del Verbo Incarnato da 30 anni nel Paese e oggi delegato del vescovo Clemens Pickel, della diocesi di San Clemente a Saratov, dallo scorso marzo presidente della Conferenza Episcopale Russa.
Il compito dei vescovi? “Vegliare sull’unità della famiglia diocesana”, “valorizzare le risorse pastorali che esistono”, aiutare a “testimoniare la parola di Dio”. Il Cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, parla con ACI Stampa a margine della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, che si è tenuto a Minsk dal 28 settembre all’1 ottobre.
Il contributo dell’Italia all’Europa? “La sua ricchezza pastorale”. Il futuro dell’Unione Europea? “Plumbeo, se si parla di istituzioni. Ma ancora possibile, se si parla di continente unito e solidale”. La disaffezione dei giovani alla vocazione, in particolare in Italia? “Si è parlato forse troppo di strategie pastorali, poco di Gesù”. Eletto presidente della Conferenza Episcopale Italiana lo scorso maggio, il Cardinale Gualtiero Bassetti è alla prima esperienza come partecipante del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Con ACI Stampa ha condiviso speranze, dubbi e possibilità della Chiesa italiana proiettata in una dimensione europea.
Una plenaria caratterizzata da un tema centrale: la necessità di “dire Gesù”, di far ripartire il continente dall’annuncio del Vangelo. Il Cardinale Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ha dato così il tono di una tre giorni che ha toccato il tema dei giovani, ma anche delle istituzioni europee. Con una domanda per il futuro: quale è il ruolo della Chiesa in Europa? Il Cardinale Bagnasco lo delinea con una convinzione di fondo: che del Vangelo non si può fare a meno.
Oggi 4 ottobre è la Festa di San Francesco, Patrono d’Italia, ma da tre anni ormai è anche il Giorno del Dono. Una iniziativa per sensibilizzare l’Italia ad essere sempre più solidale, come ci spiega Edoardo Patriarca, presidente dell'Istituto Italiano della Donazione.
Il primo incontro con Bologna - ieri - il Papa lo ha riservato al centro per migranti di Via Mattei. Francesco ha salutato uno ad uno gli ospiti dell’Hub, fermandosi per una stretta di mano, un selfie, una carezza. Di questo gesto Aci Stampa ha parlato con un testimone oculare dell’incontro, Don Massimo Ruggiano, Vicario Episcopale per la Carità dell’Arcidiocesi di Bologna.
Non è bastato il “no” delle autorità vaticane, che ha fatto seguito alla vibrante protesta della Congregazione dei Fratelli di Carità: con un comunicato diffuso in fiammingo, francese e inglese, l’Organizzazione Famiglia della Carità ribadisce la sua volontà di permettere l’eutanasia all’interno dell’ospedale da essa gestito, e che è di proprietà della Congregazione. Una spaccatura interna che rischia persino di non far definire più l’ospedale cattolico. La Congregazione affronterà il problema in Vaticano, in un incontro fissato per la settimana che inizia il 25 settembre.
Il lavoro di avvicinamento della Chiesa di Honduras verso i giovani marginalizzati passa anche attraverso la distribuzione del questionario del Sinodo per i giovani del 2018 ad alcun membri delle gang giovanili, che “stanno rispondendo”. Lo racconta ad ACI Stampa il Cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, che è a Roma con i vescovi honduregni per la visita ad limina.
Benedetto XVI li ha ricevuti per 25 minuti, e ciascuno di loro ha parlato della situazione della loro Chiesa particolare, delle cause di beatificazione in corso e anche del martirio della vita quotidiana. Sono i relatori del Ratzinger Schuelerkreis, il Circolo di ex studenti di Benedetto XVI che quest’anno ha discusso di martirio e persecuzione dei cristiani. I relatori erano il vescovo Kyrillos di Assiut, monsignore Helmut Moll di Colonia, e il vescovo Manfred Scheuer di Linz. Con ACI Stampa, si sofferma sui temi dell’incontro.
La crisi coreana? Da risolvere con un “dialogo senza pregiudizi”, che permetta alla Corea del Nord di uscire dal suo isolamento. Non ha dubbi il vescovo Igino Kim Hee-jong, vescovo di Gwangju e presidente della Conferenza Episcopale coreana, che con la delegazione del Consiglio dei leader religiosi di Corea, lo scorso sabato, ha incontrato il Papa.
Cosa è il martirio? Come può essere definito? E cosa è il martirio nella teologia di Benedetto XVI? È stato questo uno dei temi di discussione all’ultimo Ratzinger Schuelerkreis, l’incontro del circolo di ex allievi di Benedetto XVI che si è tenuto dall’1 al 3 settembre a Roma. Uno dei relatori, monsignor Helmut Moll, è stato allievo del professor Ratzinger in due università diverse, e poi ha collaborato con lui alla Congregazione della Dottrina della Fede, prima di essere chiamato in Germania ad occuparsi del grande progetto del martirologio tedesco del XX secolo, una iniziativa nata su impulso di San Giovanni Paolo II. Con ACI Stampa, monsignor Moll condivide i temi del suo intervento e la discussione sul tavolo.
Dal 6 all’11 settembre papa Francesco visiterà la Colombia, toccando le città di Bogotà, Villavicencio, Medellín e Cartagena de Indias, che è la città custode della memoria di san Pietro Claver e in cui sono stati firmati gli accordi di pace tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC).
È lo storico direttore della Caritas diocesana, ha trascorso un periodo negli Stati Uniti, ed è stato coadiutore dell’arcidiocesi di Hong Kong per un anno. Dall’1 agosto, Michael Yeung ming-Cheung è stato nominato arcivescovo di Hong Kong, sostituendo così il Cardinale John Tong Hon, che va in pensione. Si trova ad ereditare una sede cruciale per la Chiesa in Cina. Ad Hong Kong c’è, infatti, la “missione di studio” sulla Cina della Santa Sede. Ed Hong Kong, con il suo essere stata colonia britannica e l’essere allo stesso tempo una regione ad amministrazione speciale cinese, è un punto di osservazione straordinario per comprendere quello che avviene a Pechino e dintorni.
Due relatori, e un testimone, per un incontro dal forte aspetto “ecumenico” alla luce di una “teologia che unisce”: quella di Benedetto XVI. Racconta così il prossimo Schuelerkreis padre Stephan Horn, salvatoriano, che fu assistente di Benedetto XVI all’università e che coordina il circolo di ex studenti del Papa emerito.
Da monsignor Alberto Giovannetti, primo Osservatore Permanente della Santa Sede a New York, molte cose sono cambiate. La Santa Sede ha rafforzato il suo impegno nel campo della diplomazia multilaterale. Ha partecipato ai dialoghi che hanno portato alla fondazione dell’OCSE. È stato membro fondatore dell’AIEA, l’Agenzia Internazionale di Energia Atomica. È recentemente diventata Stato membro dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), una scelta profetica considerando l’attenzione che oggi viene data a questo fenomeno.
Quale è il ruolo della diplomazia del Papa in era moderna? Se, da sempre, la Santa Sede ha avuto una sua rete diplomatica, con cui intratteneva rapporti con gli Stati, è nell’epoca moderna che la Santa Sede arricchisce il suo lavoro con le cosiddette relazioni “multilaterali”, quelle che si fanno all’interno degli organismi internazionali.
Il no del Papa era atteso, ed è arrivato dopo un iter di quattro mesi: gli ospedali dei Fratelli della Carità in Belgio devono fermare la possibilità di accedere all’eutanasia negli ospedali psichiatrici gestiti dalla Congregazione.
“Abbracciare la carne del Lebbroso di oggi è la profezia del riparare la casa”. Dopo aver vissuto e costatato la situazione di miseria e di povertà in cui versano centinaia di immigrati accolti in campi fatiscenti nella zona della Piana di Gioia Tauro, nasce insieme alla Gioventù Francescana il progetto OFS dei "Fratelli Immigrati" per rendere dignitosa e accogliente la presenza degli immigrati stessi. Il lavoro di accoglienza è condiviso con la Croce Rossa e la Caritas diocesana. ACI Stampa ha raggiunto la Responsabile del progetto, Chiara Campanella:
Il Meeting dell’Amicizia tra i popoli, in svolgimento dal 20 al 26 agosto a Rimini, è sempre occasione di una ripresa. Non solo perché si colloca al termine della pausa estiva, quando ci sia appresta a riprendere l’attività in tutti i settori della vita pubblica; ma soprattutto perché con i suoi temi trasversali, come ha spiegato la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Emilia Guarnieri, ‘vuole favorire un dialogo senza barriere e lanciare messaggi costruttivi, mettendo in relazione mondi diversi’.
Al termine del sesto incontro della commissione misto cattolica-ortodossa, non si è arrivati ad un punto di incontro. Restano divergenti le posizioni sul Cardinale Aloijzie Viktor Stepinac, martire del comunismo.