“L’umanità, nel suo rapporto con l’ambiente, si trova di fronte a sfide cruciali, che richiedono anche l’elaborazione di politiche adeguate, che peraltro figurano nell’agenda internazionale. Certamente la Laudato si’ potrà e dovrà avere un impatto su questi processi”. Sono le parole del cardinale Peter Appiah Turkson, primo “estensore” della bozza dell’Enciclica di Papa Francesco, presentata oggi in Vaticano.
Sei capitoli, 190 pagine, 246 paragrafi. I numeri dell’enciclica di Papa Francesco danno l‘idea di un lavoro in grande. In effetti il testo è ricco di ogni tipo di riferimento ai temi che possono avere a che fare con l’ambiente e il creato di cui ovviamente fa parte l’uomo.
La prima enciclica tutta di Francesco stravolge gli schemi di questo genere letterario e magisteriale. Laudato si’ non è solo un atto di magistero sulla dottrina sociale, è la nascita di un nuovo genere letterario nei documenti pontifici. Normalmente, in epoca moderna, in una enciclica i pontefici hanno inserito dei temi dottrinali che segnavano il magistero. Ma la Laudato si’ non è un testo dottrinale, è piuttosto una lettera pastorale basata sul metodo classico latinoamericano del vedere, giudicare, agire. Così il testo è diviso in sei capitoli, ma di fatto in tre parti. Ed è lo stesso Papa Francesco nei primi paragrafi a spiegarlo.
Siederà tra i presentatori della “Laudato Si’ “ domani, ma intanto Joachim Schellnhuber (conosciuto da tutti come John) viene inserito tra i ranghi della Pontificia Accademia delle Scienze, una delle Accademie più antiche il cui vanto sta nell’essere di composizione multirazziale e nel non fare discriminazioni nella scelta dei membri. Tra questi, ci sraà anche Schellnhuber, guru della lotta al riscaldamento globale, anche lui finito nel mirino per alcune sue posizioni forti sui temi ecologici.