Per la prima volta, Papa Francesco consegna il Premio Ratzinger, il “Nobel della teologia”. E rende omaggio al pensiero di Benedetto XVI, che “ci aiuta a rimanere aperti all’orizzonte dell’eternità”, e la suo “magistero fecondo” che ha saputo concentrarsi sui fondamentali della nostra vita cristiana, e per questo “tutta la Cheisa gliene sarà eternamente grata.
Come parlare di Dio oggi? Se lo chiede il Ratzinger Schuelerkreis, il circolo di ex allievi di Benedetto XVI che ormai da quasi quaranta anni si riunisce ogni anno per discutere di un tema. Una vera “famiglia teologica” di Benedetto XVI, i cui membri mantengono rapporti di amicizia, fatto pure di scambi vivi e schietti di opinioni, anche durante gli incontri comuni. Lo racconta padre Stephan Horn, salvatoriano, segretario dello Schuelerkreis, che di Joseph Ratzinger fu assistente universitario. Parlando con ACI Stampa, padre Horn racconta l’impegno dello Schuelerkreis letto con gli occhi del suo antico professore. E spiega chiaramente: “Benedetto XVI ha sempre cercato nuovi modi di parlare di Dio.”