Sulla scia del Concilio Vaticano II, 50 anni veniva fondato l’Istituto di Teologia della Vita Religiosa Claretianum, ispirato al carisma di Sant’Antonio Maria Claret e dedicato specificamente proprio alla vita consacrata. Festeggiandone l’anniversario in una udienza speciale con la comunità dell’istituto, Papa Francesco lancia anche un monito alla vita consacrata, affinché non si faccia scoraggiare “dalla mancanza di vocazioni o dall’invecchiamento”.
“I fedeli hanno il diritto di essere avvertiti dai Pastori sull’autenticità dei carismi e sull’affidabilità di coloro che si presentano come fondatori. Il discernimento sulla ecclesialità e affidabilità dei carismi è una responsabilità ecclesiale dei Pastori delle Chiese particolari. Essa si esprime nella cura premurosa verso tutte le forme di vita consacrata e, in particolare, nel decisivo compito di valutazione sull'opportunità dell'erezione di nuovi Istituti di vita consacrata e nuove Società di vita apostolica. É doveroso corrispondere ai doni che lo Spirito suscita nella Chiesa particolare, accogliendoli generosamente con rendimento di grazie; al contempo, si deve evitare che sorgano imprudentemente istituti inutili o sprovvisti di sufficiente vigore”. Lo ricorda Papa Francesco nel Motu Proprio pubblicato oggi con cui modifica il canone 579 del Codice di Diritto Canonico.
Comunione e reciprocità: i vicari episcopali e delegati di Vita Consacrata si riuniscono sotto queste due parole d’ordine, per un convegno che è iniziato il 28 ottobre e che prosegue fino al 30 novembre. Un convegno cui Papa Francesco ha dato il via, sottolineando ai religiosi di “costruire mutue relazioni a partire dall’ecclesiologia di comunione, dal principio della coessenzialità, dalla giusta autonomia che compete ai consacrati".