Due assalitori hanno attaccato una chiesa a Istanbul durante la celebrazione della Messa, uccidendo una persona. La notizia è stata confermata a EWTN News dalle autorità turche e da fonti cattoliche locali.
Era stato eletto patriarca armeno di Costantinopoli nel 2019, ma solo quest’anno, dopo uno stop forzato dovuto alle restrizioni della pandemia, Sahak II Mashalyan è potuto venire a Roma e ha potuto incontrare Papa Francesco. Un incontro “di cortesia”, ha raccontato ad ACI Stampa lo stesso patriarca. Il quale ha portato con sé a Roma una ventata di impegno ecumenico, e soprattutto un piccolo libro in inglese, Christianity (Cristianesimo).
La notizia era nell’aria da novembre scorso quando il Consiglio di Stato aveva deciso che l’antica chiesa di San Salvatore di Chora, venisse riconsegnata “al suo culto iniziale”, cioè ad essere utilizzata come moschea.
Ieri i muezzin sono tornati a chiamare i fedeli di minareti di quella che ora è “La Grande Moschea di Hagia Sophia”. E risuonato l’adhan, l’invito musulmano alla preghiera dai quattro minareti, costruiti dopo la conquista di Costantinopoli del 1453.I mosaici dei pavimenti erano coperti da tappeti blu e quelli delle pareti da tendaggi.
Da Santa Sofia ad Hagia Sophia. Sarà il 24 luglio che per la prima volta risuonerà di nuovo la preghiera dei muezzin in Santa Sofia, la cattedrale ortodossa di Costantinopoli che fu trasformata in moschea nel 1453 e che dal 1934 ha la funzione di Museo. Il Consiglio di Stato turco ha infatti annullato il decreto del 1934 che la adibiva a Museo, e già ieri il presidente turco Recep Tayip Erdogan ha firmato il decreto con cui ordina il passaggio di culto.
L’ISIS ha firmato la rivendicazione dell’attentato compiuto nella discoteca Reina di Istanbul, e lo ha fatto precisando che l’attacco è stato portato contro uno dei nightclub “dove i Cristiani celebrano la loro festa apostatica".
Sulla fede di Pietro e Paolo "si fonda la Chiesa di Roma, che da sempre li venera come patroni. Tuttavia, è l’intera Chiesa universale che guarda ad essi conammirazione, considerandoli due colonne e due grandi luci che brillano non solo nel cielo di Roma,ma nel cuore dei credenti di Oriente e di Occidente". Lo ha detto il Papa nell'Angelus in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo Apostoli.
Tra i diversi temi da affrontare nelle questione delle crisi umanitarie c’è anche quello spinoso della educazione. 75 milioni di bambini e giovani in età per studiare sono strappati della loro case, dalle loro culture e non conoscono la lingua dei paesi che li ospitano. Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati ha recentemente curato un rapporto su questo tema: Providing Hope, Investing in the Future: Education in Emergencies & Protracted Crises.
Si apre uno degli appuntamenti internazionali più attesi, il primo World Humanitarian Summit, il processo lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban-Ki-moon per riformare il settore umanitario. Molte le associazioni cattoliche che partecipano impegnate nell’affrontare crisi umanitarie e in prima linea il Sovrano Ordine di Malta che ha come obiettivo al Summit di riaffermare i principi cardine dell’azione umanitaria umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza.
Sull’isola di Heybeliada (Halki), nel mare di Marmara davanti a Istanbul, inizia il 25 novembre 2015 il 34º Convegno di vescovi di varie Chiese promosso dal Movimento dei Focolari. Il Monastero che fu già sede della prestigiosa Accademia teologica greco-ortodossa di Halki ospita i 50 partecipanti, provenienti da 19 Paesi.