Mese pieno di impegni per l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati: il 17 e il 18 maggio è stato al Consiglio d’Europa, per celebrarne il 75esimo anniversario, mentre il 30 maggio sarà a Zagabria, per celebrare la protettrice della città, la Madonna di Kamenita Vrata, e tenere una lectio magistralis all’Università Cattolica.
Parlando a margine del consueto bilaterale con l’Italia in occasione dell’anniversario della revisione dei Patti Lateranensi, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, aveva parlato della situazione a Gaza, condannando l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, ma anche stigmatizzando la sproporzionalità della risposta israeliana, che aveva provocato a Gaza 30 mila morti.
La diplomazia della Santa Sede si trova ad affrontare un momento difficile, alla ricerca di una posizione di equilibrio su quanto sta succedendo in Israele. L’intervista che il Cardinale Parolin ha concesso ai media vaticani il 13 ottobre va in questo senso. Gli attacchi di Hamas, la carneficina efferata che non ha risparmiato bambini, hanno fatto sembrare vani tutti gli sforzi della diplomazia vaticana, che in questi anni ha sempre sostenuto che la soluzione dei “due popoli, due Stati” avrebbe potuto assorbire le tensioni, e avrebbe permesso al popolo palestinese di trovare un modo di convivenza. Per questo, la Santa Sede ha sostenuto il riconoscimento dello Stato palestinese all’UNESCO, il primo passo che ha portato poi la Palestina ad essere riconosciuto come Stato osservatore alle Nazioni Unite nel 2012.
Per la prima volta in 12 anni, un ministro degli Esteri di Israele fa visita presso la Santa Sede. Lo fa in occasione dei 30 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ma anche in una situazione che vede in Israele attacchi crescenti contro le comunità cristiane da parte di estremisti – attacchi sempre condannati da Israele.