“In molte società dire semplicemente: io sono cristiano è un pericolo per la vita. Secondo stime affidabili, sono circa 200 milioni i cristiani che in 60 Paesi del mondo subiscono limitazioni all’esercizio della propria fede.Il Papa - e di questo non si dice nulla - ha invitato tutti i cristiani ad alzare la propria voce per chiedere la fine del genocidio”. E’ quanto denuncia il Vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina, che dal primo al 4 aprile prossimi si recherà in visita ad Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Durerà 12 mesi, e avrà il compito di creare una mobilitazione mondiale per richiedere la fine di una guerra che da cinque anni distrugge il Paese. Caritas Internationalis lancia una campagna per la Siria, nella nazione dove si è creata la più grande crisi di rifugiati degli ultimi anni.
Baghdad, un capodanno tra la gente. Nonostante le precarie condizioni di sicurezza, il patriarca Mar Louis Raphael I Sako è sceso nelle strade con il suo ausiliare Basel Yaldo, per mostrare la loro vicinanza con la popolazione. Ne dà notizia il sito Baghdadhope.
La furia dello Stato Islamico non conosce soste. E’ di pochi giorni fa la notizia della distruzione del monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, risalente al V secolo dopo Cristo.
“I cristiani iracheni pagano il prezzo di questa guerra settaria fra sunniti e sciiti, ma anche della guerra nel Medio Oriente. L’identità di questa Chiesa è quella di una Chiesa martire”. Lo ha ribadito, intervistato dalla Radio Vaticana, il Patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael I Sako.
"Una tragedia che potrebbe ripetersi. Vi sono molti altri migranti nelle mani di Isis", così il sacerdote eritreo don Mussie Zerai commenta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’uccisione dei circa trenta cristiani etiopi ed eritrei per mano dello Stato Islamico, ripresa in un video diffuso dal gruppo terrorista il 19 aprile. Don Zerai, fondatore e presidente dell’agenzia Habeshia, è noto per il suo impegno in difesa dei richiedenti asilo e dei migranti in fuga da guerre, dittature, terrorismo e persecuzione. Un impegno che nei mesi scorsi gli è valso la candidatura al premio Nobel per la Pace.
Nessuno se lo aspettava. L’attentato del 17 aprile di fronte al Consolato americano di Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno, è arrivato quasi inaspettato. Quattro morti in una Erbil che sembrava sicura, tanto che in moltissimi erano andati proprio lì, fuggendo dalla piana di Ninive e da Mosul quando queste erano state prese dall’auto-proclamato Stato Islamico. Ma l’esodo dei cristiani iracheni è cominciato molto tempo prima. E lo testimoniano i 40 rifugiati che sono arrivati in pellegrinaggio a Roma (con tappa ad Assisi) per sensibilizzare l’Italia sulla situazione dei cristiani iracheni.
Costernazione e dolore per la violenza perpetrata contro i cristiani in Libia. Papa Francesco ha inviato un messaggio ad Abuna Matthias, Patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiopica per esprimere la sua solidarietà.
Il Vicario Apostolico di Tripoli: 'Con il fanatismo la situazione diventa difficile'