Per il secondo anno a causa della pandemia l’apertura dell’ Anno giudiziario civile dello Stato della Città del Vaticano avviene in forma di udienza con il Papa.
A 90 anni dalla nascita della Città del Vaticano l’esercizio della giustizia nella piccola città è ancora giovane e alla ricerca di nuove determinazioni giuridiche.
In 6 anni sono state 27 le segnalazioni dell’ AIF al Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano
C’è anche una denuncia per scomparsa tra i rapporti che la Gendarmeria Vaticana ha inviato al Tribunale dello Stato di Città del Vaticano nel corso dell’ultimo anno. Ed è forse questo il dato più eclatante del rapporto del Promotore di Giustizia Giampiero Milano. Che, in una lunga relazione nel linguaggio un po’ barocco del tribunale vaticano, tenuta nell’Aula Vecchia del Sinodo e non in Tribunale come di consueto, si limita soprattutto a spiegare le riforme, molte tra l’altro avviate già sette anni fa. Con una piccola novità: la Sezione per i reati in materia economica finanziaria, costituita da ottobre 2016 all’interno dell’ufficio del Promotore di Giustizia.
All’inizio di ogni anno i Tribunali ecclesiastici inaugurano l’Anno Giudiziario per fare il punto della situazione e dare i dati relativi alle cause introdotte e pendenti. Quest’anno la loro inaugurazione riveste una particolare attenzione dopo la promulgazione, nel settembre 2015, della riforma voluta da papa Francesco con il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, e con la quale ha istituito, fra l’altro, un “processo più breve” davanti al vescovo diocesano, in aggiunta a quello documentale precedentemente vigente, “da applicarsi nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti”. “La carità e la misericordia esigono che la stessa Chiesa come madre si renda vicina ai figli che si considerano separati”, ha scritto il papa nel testo.
È una micro-riforma sul piano della procedura penale in ambito finanziario quella che Gian Piero Milano, Promotore di Giustizia vaticano, chiede in una densa relazione di inizio anno giudiziario. Una relazione che per tre quarti è dedicata proprio ai progressi della Santa Sede sul ramo finanziario, e che spiega nel dettaglio il perché della raccomandazione del comitato europeo di Moneyval di “intensificare l’attività di prosecuzione giudiziale e quella previa di investigazione dei reati in materia finanziaria”.