Annibale della Genga nacque a Monticelli di Genga,
Quello di Leone XII fu un pontificato di riformismo spirituale. Almeno nelle intenzioni del Papa marchigiano che mise mano anche alla censura della Calcografia Camerale.
Si narra che Leone XII avesse un gattino che chiamava Micetto. Gli teneva compagnia e gli era molto affezionato e sentendo prossima la fine, si preoccupò di trovargli un nuovo padrone. Il prescelto fu François-René de Chateaubriand che per qualche mese era stato ambasciatore di Francia a Roma. Chateaubriand prese la bestiola e la portò con sé in Francia quando lasciò Roma il 30 agosto del 1929.
Oggi forse i giornali lo avrebbero definito un uomo di centro, ma nel 1823 l’equilibrio andava trovato tra zelantismo e riformismo consalviano. E’ questo il profilo di un Papa come Leone XII troppo poco studiato e che oggi grazie al lavoro di Roberto Regoli e Ilaria Fiumi Sermattei e al sostegno del Consiglio regionale delle Marche acquista il rilievo che merita.
Leone XII non è certo un dei Pontefici più amato e conosciuto. Eppure il suo Pontificato è stato uno dei più significativo in un periodo difficile per la vita della Chiesa cattolica dopo la tempesta napoleonica e prima del disfacimento del potere temporale.
I vaticanisti lo sanno. Ogni volta che il Papa riceve un capo di stato in Vaticano o quando si reca in visita in un paese c’è uno scambio di doni. Oggetti d’arte o oggetti con un significato preciso.
E’ una notta estiva del 1823, il 15 luglio, quella che porta distruzione a Roma. La Basilica di San Paolo all’ Ostiense brucia in un rogo che la distrugge.