Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

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La fragilità umana è superata dalla potenza di Dio. V Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci presenta l’episodio della pesca miracolosa, avvenuta sul Lago di Tiberiade. Pietro alla richiesta di Gesù di  prendere il largo e di gettare le reti - nonostante non avessero preso nulla nel corso della notte - si fida e obbedisce. Il risultato è straordinario: la rete si riempie di pesci. Pietro, pieno di stupore, si rende conto che Cristo non è un uomo qualsiasi e riconosce di non potere stare alla sua presenza a causa della propria indegnità: “Signore, allontanati da me, perchè sono peccatore”. Ma il Signore non si scandalizza del peccato e dei limiti dell’uomo, anzi lo invita a maturare la consapevolezza che la fragilità umana, per quanto grande, è superata dalla potenza di Dio: “Non temere d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

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La chiamata di Dio viene da lontano. IV Domenica del Tempo Ordinario

La prima lettura della Santa Messa ci presenta la vocazione di Geremia. Oggi vogliamo soffermarci sulla figura e la missione del profeta perchè in esse troviamo la ragion d’essere di ogni persona che giunge alla fede. Infatti, i profeti costituiscono come uno specchio nel quale rifletterci. Il primo aspetto che emerge dalla storia di Geremia è la gratuità della vocazione. E’ Dio che chiama. Tuttavia la chiamata di Dio non è una decisione improvvisa, noi diremmo estemporanea, ma è la conclusione di “un cammino d’amore”, di un amore che viene da molto lontano. Dice Dio: “ Prima di formarti nel seno materno ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato”. Dunque, quando io ancora non esistevo, non sapevo di me, Qualcuno già mi conosceva, mi aveva pensato, voluto, amato, desiderato. All’origine della vita e della chiamata alla fede di ognuno di noi c’è un disegno più grande di me, che mi sovrasta. C’è Dio e il suo Amore.

Daniel Ibanez CNA

Quando si ha Gesù Cristo, si ha tutto. III Domenica del Tempo Ordinario

La prima lettura della santa Messa ci ha portato ad un periodo drammatico della vita del popolo ebraico. Nel 580 avanti Cristo tutti gli abitanti della Giudea erano stati condotti in schiavitù a Babilonia. In tale situazione, il popolo di Dio sperimenta un’umiliazione e una amarezza che mettono a dura prova la sua fede e la sua speranza. E si interroga: “Dove sono finite le promesse di bene, di felicità, di salvezza, di gloria fatte da Dio?”. Dopo 70 anni di “buio”, Dio sembra finalmente rispondere alle sofferenze degli ebrei perchè Ciro, re di Persia, offre agli esiliati la possibilità di ritornare in Patria. Ma questi giunti a Gerusalemme, anziché serenità e tranquillità trovano solo distruzione, povertà e rovine.

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Fate quello che vi dirà. II Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci presenta il miracolo delle Nozze di Cana. Si tratta di un episodio che, come il Battesimo al Giordano, manifesta l’identità di Gesù. Ma mentre al Giordano è il Padre che rivela che Cristo è il figlio amato, nelle nozze di Cana è Cristo stesso che mostra la sua “gloria”. Questo temine, ricco di significato, nel Vangelo di Giovanni ricorre in diverse occasioni. L’evangelista lo utilizza per dirci che nell’umanità di Cristo, nella sua carne, nei gesti, nei miracoli, nelle sue parole si manifesta il volto amoroso di Dio che vuole salvare l’uomo. All’apostolo Filippo che gli chiederà: “Mostraci il Padre”, Gesù risponde: “Filippo chi ha visto me ha visto il Padre”.

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Siamo i figli di un cielo che si è aperto per amore. Battesimo del Signore

La Chiesa in questa domenica celebra il Battesimo di Gesù. E’ importante fare una precisazione: Gesù non conosce il peccato e, pertanto, non ha bisogno di conversione, ma accetta di sottoporsi al rito per testimoniare la sua piena solidarietà con l’umanità, che è venuto a salvare. Durante il battesimo Dio stesso rivela al mondo la vera identità di Gesù e l’unicità del suo rapporto con Lui. Il Padre, infatti, presenta Cristo con queste parole: Tu sei il mio figlio prediletto: in te mi sono compiaciuto.

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Nel mistero del Verbo incarnato trova luce il mistero dell’uomo. II Domenica dopo Natale

In questa seconda domenica dopo Natale la Chiesa continua a presentarci il mistero della nascita del Figlio di Dio nella debolezza della nostra carne. Nel cuore dell’uomo è presente un desiderio di vita, di luce, di gioia, di pienezza. Ora, poiché il Figlio di Dio ha assunto ciò che è mortale per renderci partecipi della sua stessa vita divina, dobbiamo riconoscere che nel cammino di ogni uomo si è inserita una novità che salva, una luce che, se viene accolta, è in grado di riempire il cuore dell’uomo, di dare una svolta inattesa alla vita. E’ quanto afferma la seconda lettura della santa Messa, tratta dalla lettera di san Paolo agli Efesini. In essa troviamo un’affermazione solenne: “Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi…”.

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Un modello di vita. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Il Figlio di Dio, grazie alla fede di Maria e all’obbedienza di Giuseppe, ha potuto vivere in una famiglia, la quale è presentata dalla preghiera iniziale della Messa di oggi, “modello di vita”.

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Il Verbo si è fatto carne. Solennità del Natale del Signore

Il Prologo del Vangelo di san Giovanni ha il suo vertice nell’affermazione: “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi “. Si tratta di una frase semplice e disadorna, ma che possiede la forza inaudita di un macigno. Infatti, queste parole costituiscono la sintesi di tutto il mistero cristiano, la pietra angolare, preziosa, su cui riposa la salvezza del mondo e la possibilità data agli uomini di conoscere Dio, di amarlo, di vivere nella comunione con Lui.

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Solo l'amore salva l'umanità. IV Domenica di Avvento

Il nostro cammino di preparazione al Santo Natale è sostenuto dalla presenza di tre compagni di viaggio: Isaia, Giovanni Battista e Maria: il profeta, il precursore, la madre. La quarta domenica di Avvento è dominata dalla figura della Vergine Maria. Il  Vangelo ci racconta  l’incontro di Maria con la cugina Elisabetta. Entrambe fanno parte di un progetto che le supera e le trascende. Infatti, sebbene una sia vergine e l’altra sterile, attendono un figlio.

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La Chiesa indica Cristo. III Domenica di Avvento

La terza domenica di Avvento è anche qualificata “domenica della gioia”, perchè vediamo ormai vicino il giorno del Santo Natale, nel quale Dio assume la carne umana dal grembo della Vergine Maria.  La gioia di cui parla la liturgia non è motivata, dunque, da situazioni o eventi felici e neppure da valutazioni ottimistiche sulla realtà, ma dalla certezza, come dice il profeta Sofonia, “che il Signore è in mezzo a noi”. Con l’Incarnazione del Figlio di Dio l’impossibile è diventato possibile. Infatti, l’uomo può finalmente riallacciarsi alle sue origini, a Dio, da cui si era staccato con il peccato. Solo in questa comunione vitale il nostro cuore trova quella pienezza che  tanto desidera e che nessuna esperienza umana è in grado di offrire. La misura dell’uomo, infatti, è quella di essere senza misura. Commenta san Gregorio Palamas: Grande degnazione che Dio venga in cerca dell’uomo, grande dignità dell’uomo così cercato”.

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“Ogni uomo vedrà la salvezza del Signore”. II Domenica di Avvento

Il Vangelo di oggi si apre con un insieme di date e di nomi di autorità religiose e politiche. In tale modo l’evangelista san Luca fa scorrere davanti ai nostri occhi tutte le persone dal cui potere o capriccio dipendevano le sorti dell’umanità al tempo della nascita di Cristo. Ebbene, all’interno di questa storia di uomini cosiddetti “potenti” accade un evento, un fatto, apparentemente insignificante: La Parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria”. Dio manda la sua Parola su un uomo e nasce un profeta il quale si rivolge ai suoi contemporanei invitandoli a cambiare la loro vita. Giovanni per indicare questo cambio di rotta si serve della parola “conversione” che indica sempre un cambiamento che coinvolge il modo di pensare ed il comportamento pratico.

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Vegliate in ogni momento pregando. I Domenica di Avvento

Con la prima domenica di Avvento iniziamo un anno nuovo liturgico, durante il quale celebriamo e contempliamo la figura di Cristo nella varietà dei suoi misteri. Il tempo di Avvento, della durata di quattro settimane, ha lo scopo di prepararci a celebrare la venuta del Figlio di Dio nell’umiltà della carne umana e a risvegliare l’attesa della sua ultima venuta, alla fine dei tempi. Tra la prima venuta di Cristo nella storia e l’ultima nella gloria esiste una terza venuta, che potremmo qualificare come un “avvento di mezzo”. Questa visita di Cristo accade nell’oggi della nostra vita e si realizza  per mezzo della fede e dei sacramenti. Questa continua ricerca dell’uomo da parte di Dio ci porta a riconoscere quanto noi siamo importanti per Lui. Al riguardo, scrive san Bernardo di Chiaravalle: Meravigliosa disponibilità di Dio che cerca, grande dignità dell’uomo che è così cercato.

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Il mio regno non è di questo mondo. Solennità di Cristo Re dell'Universo

Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.

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La venuta di Cristo è una promessa, non una minaccia. XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

La liturgia della Messa, quando ormai mancano pochi giorni alla fine dell’anno liturgico, ci ricorda che oltre alla prima venuta del Figlio di Dio nell’umiltà della carne umana, ce ne sarà un’altra nella gloria alla fine dei tempi. Questa seconda venuta è chiamata dalla Scrittura: “Il Giorno del Signore”.

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A Dio si deve donare tutto. XXXII Domenica del Tempo Ordinario

Gesù, nel brano di Vangelo di questa domenica, mette in guardia da tre atteggiamenti che entrano in contrasto con la novità del Vangelo. Innanzitutto la vanità, che ci viene presentata nell’atteggiamento degli scribi che potremmo descrivere come gli uomini dell’immagine, dell’esteriorità, del vuoto interiore. Poi l’ipocrisia davanti a Dio che si manifesta nell’ostentazione di lunghe preghiere. Infine la cupidigia descritta con le parole “divorano le case delle vedove”.

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Affermare il primato di Dio non umilia l’uomo. XXXI Domenica del Tempo Ordinario

Domenica scorsa abbiamo lasciato Gesù a Gerico. Ora si trova a Gerusalemme e un maestro della legge si avvicina per sottoporgli una questione: “Qual è il primo di tutti i comandamenti’”. La domanda si comprende se si tiene in considerazione che gli studiosi del tempo avevano individuato nell’Antico Testamento ben 613 precetti, di cui 365 erano divieti e 248 precetti positivi, giungendo a distinguere tra precetti grandi e piccoli, difficili e facili. Era, dunque, necessario conoscere quali tra di questi comandamenti dovesse avere la priorità.

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La tua fede ti ha salvato. XXX Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo oggi ci porta nell’oasi di Gerico collocata a 250 metri sotto il livello del mare e nella quale ci sono i resti della città più antica al mondo. Gesù si trova a passare in questa località perchè è una tappa obbligata per giungere a Gerusalemme. In questo luogo il Signore compie l’ultimo miracolo prima di essere arrestato, condannato e ucciso sulla croce.

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Gesù scardina la mentalità del mondo. XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Il vangelo di questa domenica ci presenta due apostoli, Giacomo e Giovanni, i quali domandano a Gesù di avere posti di onore nel suo regno. Si tratta di una richiesta che esprime un desiderio naturale frutto dell’ambizione umana, considerato che i discepoli non avevano ancora compreso l’identità e la missione di  Cristo.

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Condividere la vita con Cristo. XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica ci racconta l’incontro di Cristo con un uomo ricco che conduce una vita moralmente retta. Dichiara, infatti, di avere osservato fin dalla giovinezza i comandamenti. E non mente! Ebbene, questo uomo si presenta al Signore per sottoporgli la questione centrale della vita: cosa fare per ottenere la vita eterna.

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L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto. XXVII Domenica del Tempo Ordinario

Nel brano di vangelo di oggi a Gesù viene posta la questione della legittimità del divorzio. Gesù prima di rispondere fa una precisazione: il divorzio è una concessione che contraddice il disegno originario di Dio sul matrimonio. Pertanto, con il divorzio la Parola di Dio non è più accolta e messa in pratica. Emerge, così, la pretesa da parte dell’uomo di costruirsi un progetto di vita proprio, non conforme alla volontà di Dio.