Quando don Giacomo Alberione pensò Famiglia Cristiana, nel 1932, lo pensò come un settimanale di formazione più che informazione. Una voce cattolica, di apostolato, dove il giornalismo era combinato agli esperti, permeato di una visione cristiana delle cose. Era un giornale nato in epoca fascista, eppure con quello spirito di libertà che solo le riviste cattoliche possono avere.
C’è ancora spazio per le idee nell’editoria cattolica? È una domanda da farsi, quando giunge la notizia della chiusura del “Regno,” storico quindicinale dei Dehoniani di Bologna nato sulla scorta del Concilio Vaticano II e che per quasi sessanta anni ha fatto sentire la sua voce nel panorama dell’editoria italiana.