Monsignor Igor Kovaleskij è stato sacerdote durante i trenta anni della rinascita religiosa della Russia post-sovietica. Segretario generale della Conferenza Episcopale Russa, è stato per anni la voce di una Chiesa che era, sì, minoranza, che cominciava a rinascere, “aggiustando” volta per volta i rapporti con gli ortodossi, e cominciando a guardare anche al futuro. Così, mentre per la prima volta in decenni l’arcidiocesi della Gran Madre di Dio di Mosca ha un vescovo ausiliare russo (il vescovo Dubinin), monsignor Kovaleskij ha deciso di lasciare il servizio ecclesiastico. A 56 anni, riparte da zero, cerca un lavoro, e cambia vita. Ma la sua non è una crisi di fede. È, piuttosto, una crisi di fiducia.