“Non servi, ma amici”. Nel Vangelo del giorno, Gesù chiama amici i suoi discepoli, sostiene che con loro ha condiviso tutto, aprendo la fede cristiana a tutti. E Papa Francesco riflette sul concetto di amicizia, sottolineando che “l’amicizia vera non viene meno neanche di fronte al tradimento” – cosa, tra l’altro, resa concreta proprio dal Vangelo, perché sarà Pietro, che tradì Gesù, a fondare la sua Chiesa.
Dopo l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, Papa Francesco fa un lungo appello per la pace, esortando alla fine: “Basta con la guerra, sì al dialogo, sì alla pace”. È un testo molto pensato, in cui si sottolinea che nessuno deve minacciare l’esistenza di un altro, e si ribadisce la richiesta di due popoli e due Stati in Terrasanta, nonché si chiede la liberazione di tutti gli ostaggi.
Come gli apostoli che erano in una stanza chiusa “per timore”, così anche noi restiamo chiusi dentro, per la paura di non farcela. Ma, come a Pentecoste arrivò lo Spirito a soffiare sugli apostoli, così oggi anche noi siamo chiamati ad affidarci allo Spirito, perché è lui che ci libera dalle prigioni della paura.
Dopo la Resurrezione, Gesù accompagna i discepoli ad Emmaus e questi condividono tutto con lui, le loro storie, i loro timori, le loro speranze. E Papa Francesco suggerisce a tutti di portare avanti quest’esempio, di fare così ogni giorno, dedicando ogni sera a un breve esame di coscienza, un incontro con Gesù alla luce di quello che è successo nella giornata.
Gesù sa che da soli non siamo capaci di custodire la pace, e per questo ci dona la sua pace, che è lo Spirito Santo. Un dono cui dovrebbero affidarsi, dice Papa Francesco, anche i governanti delle nazioni.
Noi abbiamo bisogno di Gesù, ma anche Gesù ha bisogno di noi, della nostra vita e della nostra testimonianza di una vita autenticamente cristiana. Papa Francesco si affaccia dalla finestra dello suo studio nel Palazzo Apostolico, in una piazza che è tornata un po’ a riempirsi dopo i giorni di zona rossa. E, commentando il Vangelo del giorno prima della preghiera del Regina Coeli, che sostituisce l’Angelus durante il tempo pasquale, Papa Francesco chiede ai cristiani di “rimanere in Gesù”, come lo stesso Gesù chiede nel Vangelo del giorno.
Da domani le Messe con il popolo riprendono in Italia, in altri Paesi sono già riprese, alcuni Paesi ci stanno ancora pensando. Papa Francesco rivolge un pensiero a tutte queste comunità, e in particolare a quella italiana.
È una Chiesa che “non può rimanere statica”, ma è piuttosto “chiamata ad agire come una comunità in cammino” quella delineata da Papa Francesco nel commento al brano del Vangelo odierno, prima della preghiera del Regina Coeli, che durante il tempo di Pasqua sostituisce l’Angelus.