Ogni parrocchia dell'arcidiocesi di Cracovia aiuta l'Ucraina e i suoi abitanti. Sono diverse migliaia i profughi ospitati nei conventi, nelle case per i pellegrini e negli edifici parrocchiali. Mons. Marek Jędraszewski, arcivescovo di Cracovia, ha accolto gli ucraini in fuga dalla guerra al Palazzo Arcivescovile.
Non è ancora arrivata la guerra a Leopoli, Lviv in Ucraino, città nella parte occidentale dell’Ucraina, quasi più polacca che realmente ucraina. Eppure, gli abitanti hanno paura che i russi non si fermeranno ad una eventuale conquista di Kiev ed Odessa, andranno avanti, fino a bombardare anche quella parte di territorio che fino ad ora è stata un rifugio sicuro. E così, si sono messi in moto per preservare le loro opere d’arte. A cominciare da una statua di legno, quella del Cristo Salvatore, che era collocata nella cattedrale armena di Leopoli.
Continua la gara di solidarietà per sostenere le persone in fuga dall'Ucraina. Sono davvero tante le associazioni, le ong, le istituzioni, le parrocchie che stanno cercando in tutte le modalità di aiutare i profughi ucraini stremati da quasi 14 giorni di guerra. Nel frattempo, per quanto riguarda la Missione Santa Sede in Ucraina, il cardinale Konrad Krajewski ha incontrato l'Arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk. Presente anche il Metropolita di Lviv Mieczyslav Mokszycki. I tre hanno anche avuto una conversazione telefonica con Papa Francesco.
Con una scelta insolita, che dimostra la volontà della Santa Sede di non lasciare tutto alla narrativa russa, la Sala Stampa vaticana ha confermato che c'è stata una telefonata tra il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.
Sarà con un pensiero speciale per le donne ucraine che oggi il Loggiato dell’Istituto degli Innocenti, insieme ad altri luoghi storici di Firenze, si tingerà di giallo nella Giornata Internazionale della Donna. Ed è anche con un pensiero rivolto alle donne ucraine che le ACLI hanno lanciato lo slogan “In bilico, sì… a terra mai”. Le iniziative per la Giornata Internazionale della Donna si tingono non solo di giallo, ma di giallo e blu, i colori della bandiera ucraina.
La Santa Sede "si è messa a servizio per il raggiungimento della pace in Ucraina". Con un gesto straordinario, Papa Francesco ha annunciato all'Angelus in Piazza San Pietro, domenica 6 marzo, "di aver inviato due Cardinali come espressione della solidarietà della Chiesa verso il popolo ucraino sofferente": questi sono il Cardinale Konrad Krajewski, l’Elemosiniere, e il Cardinale Michael Czerny, Prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
"Vorrei condividere con voi il dolore della nostra Arcieparchia di Kyiv che ieri è stata profondamente ferita dai bombardamenti delle città pacifiche e della popolazione civile: Ovruch, Korosten’, la regione di Zhytomyr, Bila Tserkva. Oggi l’Ucraina sta diventando il campo di battaglia dove, in primo luogo, si combatte contro la popolazione civile. Ieri abbiamo visto le vere e proprie fucilazioni delle donne e dei bambini che cercavano di uscire da questo calderone dell’assedio. Ieri, nonostante diversi tentativi, non sono stati garantiti i corridoi verdi, corridoi umanitari per poter salvare la popolazione civile della città di Mariupil che di fatto è completamente assediata e cui popolazione conta 400.000 persone".
Si era rivolto agli sfollati, che sono ormai più di un milione, e in molti stanno attraversando il confine, scappando da una guerra che è caduta sulla loro testa. Ora, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, padre e capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, mette in luce di un dramma ecologico umanitario.
Il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha risposto a un appello di aiuto dell’associazione “Lisolachenoncè Teolo ODV”, che sta cercando di far arrivare in Italia, e più precisamente a Padova, una sessantina di bambini e ragazzi provenienti da un orfanatrofio ucraino.
Continua la solidarietà per l'Ucraina. Tantissime sono le associazioni, le caritas e le fondazioni che offrono il loro totale supporto alla popolazione dell'Ucraina stremata ormai da 8 giorni di guerra.
Monsignor Benoni Ambarus, Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, responsabile della pastorale dei migranti nella suddetta diocesi, ha pregato il 28 febbraio nella Domenica dello Sciroppo (Domenica del Perdono) nella Cattedrale di Santa Sofia del UGCC di Roma.
Una statua dell'Arcangelo San Michele si trova al centro di Kiev con uno scudo e una spada e si erge come protettore della capitale dell'Ucraina e dell'intero paese, oggi minacciato dall'invasione della Russia.Collocata nel 2002 e costruita con bronzo e oro, la statua si trova sopra la "Porta Liadsky" in Piazza Indipendenza a Kiev. L'Arcangelo San Michele è il santo patrono di Kiev e si trova anche al centro dello stemma della capitale ucraina.
Si è svolta in occasione del Mercoledì delle Ceneri la tradizionale processione penitenziale da Sant’Anselmo a Santa Sabina all’Aventino dove il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha presieduto la Messa. Il porporato ha letto l’omelia preparata dal Papa, che non ha potuto essere presente a causa di un problema al ginocchio.
"Siamo partiti due giorni fa con 5 furgoni, compreso il nostro camper e la nostra Cucina mobile, carichi di materiale umanitario - tende e sacchi a pelo, abiti, prodotti per l'igiene in particolare per i bambini, alimenti vari - che distribuiremo quando giungeremo al campo allestito nella cittadina di Siret, in Romania, a 1 chilometro dal confine ucraino". Così il Presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, racconta ad ACI stampa "gli aiuti" che stanno per arrivare in Ucraina grazie al lavoro di volontariato e di generosità degli amici del Progetto Arca. Ma non solo gli unici. Sono tanti coloro che si stanno adoperando per gli sfollati, i profughi, i cittadini ucraini messi a durissima prova dalla guerra.
"Voi, per primi, avete sostenuto l’Ucraina, aprendo i vostri confini, i vostri cuori e le porte delle vostre case agli ucraini che scappano dalla guerra. State offrendo generosamente a loro tutto il necessario perché possano vivere dignitosamente, nonostante la drammaticità del momento. Vi sono profondamente grato e vi benedico di cuore!". E' stato questo il caloroso saluto di Papa Francesco ai polacchi durante l'Udienza Generale di oggi.
La Conferenza Episcopale Italiana ha rinnovato l’appello per la fine delle ostilità in Ucraina, lasciando spazio al negoziato. La Presidenza ha invitato a sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese. La Cei, inoltre, ricorda che l’intera rete delle Caritas diocesane su tutto il territorio nazionale sostiene le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione in sofferenza o in fuga e a contribuire all’accoglienza di quanti arriveranno in Italia.
"Il primo giorno è stato il più duro, è stato uno shock, è scoppiato il panico, la gente faceva la fila per il cibo, le medicine, la benzina, ma già la sera tutto si era calmato. Il giorno dopo ci siamo resi conto che dovevamo imparare a vivere in condizioni di guerra e abbiamo iniziato a lavorare concretamente. Perché se non si fa niente, è terribile. Preghiamo continuamente.". Così Suor Franciszka Tumanevych della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che opera a Zhytomyr, Ucraina, in un'intervista a ACI Stampa racconta la vita quotidiana in un Paese lacerato dalla guerra e dell'aiuto fornito dalle suore ai civili e da coloro che si preparano alla protezione civile dei connazionali.
Il dramma ucraino è stato al centro di Mediterraneo Frontiera di Pace, l’evento che ha visto riuniti a Firenze decine di vescovi e sindaci della regione. Delle conseguenze umanitarie della guerra e anche della prospettiva di un Sinodo per il Mediterraneo abbiamo parlato con l’Arcivescovo di Ferrara – Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes Monsignor Gian Carlo Perego.
“Noi resistiamo. Resistiamo in preghiera. Per il nostro esercito. Per la nostra Patria. Per il nostropaziente, ma sofferente popolo ucraino di cui, secondo l’ONU, oggi abbiamo quasi quattrocentomila profughi. In meno di cinque giorni. Ma noi resistiamo. Resistiamo in preghiera”.
Si è chiuso ieri “Mediterraneo Frontiera di Pace”, l’evento promosso dalla CEI che ha visto decine di Vescovi e di Sindaci dell’area mediterranea confrontarsi e unirsi, mettendo nero su bianco la Carta di Firenze. Tra i partecipanti anche il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Con il porporato abbiamo parlato degli obiettivi di Firenze ma anche della guerra che sta insanguinando l’Ucraina.