La rete Caritas Ambrosiana ha dato il suo consistente contributo per i profughi ucraini. "A Milano Caritas ambrosiana ha interamente mobilitato il suo sistema – fatto di organismi parrocchiali e decanali, centri d’ascolto, servizi, cooperative sociali e fondazioni – per offrire risposte rapide e durevoli, credibili e rispettose dei traumi subiti e della dignità comunque manifestata dalle vittime del conflitto", si legge sul sito della Chiesa di Milano.
Non sono rimaste a lungo senza ufficiali di più alto rango la nunziatura di Taipei e la missione di studio della Santa Sede ad Hong Kong: le nuove nomine sono state annunciate in una circolare della Segreteria di Stato la scorsa settimana.
In occasione del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina in corso Przemysl Papa Francesco ha voluto manifestare con una lettera la propria vicinanza.
“In questo momento abbiamo più che mai bisogno di sport, di sport vero!, per compensare la troppa conflittualità che appesantisce il nostro mondo e purtroppo anche il continente europeo”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i Dirigenti della Lega Europea di Nuoto in occasione dei prossimi Campionati Europei di Roma.
“San Nicola per certi versi è anche il patrono di quei cristiani che si stanno uccidendo della Russia e dell’Ucraina e credo che un’intercessione ulteriore di san Nicola chissà che possa in qualche modo aiutare quella guerra fratricida, come tutte, ma in questo caso anche tra credenti”: con queste parole, nelle settimane scorse, il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, ha aperto il seminario di ‘Lector Incontri’, anteprima della 18^ edizione di ‘Lectorinfabula european cultural’, festival organizzato dalla ‘Fondazione Di Vagno’, in programma a Conversano a settembre, con una lectio dal titolo ‘Tra guerra e pace: la sfida della fratellanza’.
Sarà l’inverno più duro, per una Ucraina che ormai è al quarto mese di guerra, che subisce l’aggressione russa e che si trova a fare i conti non solo con le conseguenze a breve termine del conflitto, ma anche con quelle di lungo termine, perché la catastrofe umanitaria è la più grande che si sia mai vista dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Il quadro della situazione ucraina descritto dall’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk è desolante e disperato, ma anche pieno di orgoglio per una popolazione che sta lottando per la sua libertà.
È il conflitto in Ucraina ad essere ancora al centro degli sforzi della diplomazia del Papa. Un articolo di Ria Novosti riapre alla possibilità di una mediazione della Santa Sede, mentre l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha sottolineato che non si deve cadere nella tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale ucraina.
“È molto difficile vedere un rinnovamento spirituale usando schemi molto antiquati. Bisogna rinnovare il nostro modo di vedere la realtà. Nella Chiesa europea vedo più rinnovamento nelle cose spontanee che stanno nascendo. Perché il Concilio che alcuni pastori ricordano meglio è quello di Trento. Il restaurazionismo è arrivato a imbavagliare il Concilio. Il numero di gruppi di restauratori è impressionante. Il problema è proprio questo: che in alcuni contesti il Concilio non è stato ancora accettato. È anche vero che ci vuole un secolo perché un Concilio si radichi”. Lo ha detto il Papa, il 19 maggio scorso, nell’incontro con i direttori delle riviste europee dei Gesuiti, il cui testo è stato pubblicato dalle stesse oggi.
Papa Francesco ha ricevuto stamane la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen che successivamente ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Si pensava anche all’Ungheria, come uno dei possibili luoghi di incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. E questo anche perché in Ungheria sarebbe dovuto andare Kirill, per la fine dei lavori della Cattedrale dell’Assunzione a Budapest, e ci sarebbe voluto andare anche Papa Francesco, che già aveva fatto sapere le sue intenzioni all’abate di Pannonhalma. E ora l’Ungheria torna ad essere un centro di dialogo ecumenico, complice la visita del Metropolita Hilarion a Budapest e l’incontro con il Cardinale Peter Erdo.
La guerra in Ucraina non cessa di essere al centro dei pensieri della Santa Sede, e l’arcivescovo Gallagher non ha mancato di ricordarla anche nel suo discorso ad un evento della Georgetown University a Roma.
Tre giorni in Ucraina per l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, in un viaggio che è andato da Lviv a Kyiv, ed è terminato significativamente con l’incontro con il suo omologo Dmytro Kuleba. Un modo per ribadire l’impegno della Santa Sede per la risoluzione del conflitto, ma anche quello per alleviare la crisi umanitaria, e per portare la vicinanza del Papa alle vittime della guerra.
Papa Francesco ha ricevuto stamane gli Ambasciatori di Pakistan, Emirati Arabi Uniti, Burundi e Qatar presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Almeno 13 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa della guerra in Ucraina, e hanno trovato riparo, rifugio e aiuto grazie alla straordinaria rete messa in piedi Caritas. Un network attivo in Ucraina, con Caritas Ucraina (della Chiesa latina) e Caritas Spes (della Chiesa Greco Cattolica Ucraina) e attivo anche di là dei confine. Intanto, Caritas Europa ha focalizzato ulteriormente i suoi sforzi sull’Ucraina.
Sarà a partire da mercoledì 18 maggio che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, sarà in Ucraina, per un viaggio che avrebbe dovuto avere luogo Lunedì Santo e che invece è stato rinviato di più di un mese a causa del COVID del Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il viaggio è l’ennesimo gesto della Santa Sede che dimostra l’attenzione che si ha per la situazione in Ucraina.
La guerra nel cuore dell’Europa, in Ucraina, ha messo di nuovo in luce la straordinaria attualità della dichiarazione di Robert Schumann, il padre dell’Europa. Il quale – ha spiegato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano – comprese che l’unica via per allontanare il pericolo di un nuovo conflitto non era nella deterrenza, né nel “costruire una pace armata come la Guerra Fredda”, ma nella “solidarietà reciproca e la condivisione delle risorse”, che avrebbero portato ad una riconciliazione autentica”.
In attesa di definire i contorni del viaggio a Kyiv dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati, Papa Francesco è tornato a parlare di Ucraina. Lo ha fatto anche in una intervista, i cui toni hanno suscitato la reazione sia del Patriarcato di Mosca che del nunzio apostolico in Ucraina.
Si va verso una celebrazione ecumenica del 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, nel 2025, quando, per una felice coincidenza, Pasqua ortodossa e Pasqua cristiana cadranno nello stesso giorno. Una iniziativa lodata da Papa Francesco, e di cui si è parlato anche alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, riunita in questa settimana e dedicata all’Ucraina, non solo centro di una guerra, ma anche luogo dove l’ortodossia vive le sue difficoltà.
Papa Francesco ha incontrato stamane in Vaticano il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida.
“Spesso ho trovato una mentalità preconciliare che si travestiva da conciliare. In continenti come l’America latina e l’Africa è stato più facile. In Italia forse è più difficile. Ma ci sono bravi preti, bravi parroci, brave suore, bravi laici. Per esempio una delle cose che tento di fare per rinnovare la Chiesa italiana è non cambiare troppo i vescovi. Il cardinale Gantin diceva che il vescovo è lo sposo della Chiesa, ogni vescovo è lo sposo della Chiesa per tutta la vita. Quando c’è l’abitudine, è bene. Per questo cerco di nominare i preti, come è accaduto a Genova, a Torino, in Calabria. Credo che questo sia il rinnovamento della Chiesa italiana”. Lo ha detto il Papa, nel colloquio pubblicato stamane dal Corriere della Sera.