Un viaggio di dieci giorni in Francia, su invito della Conferenza Episcopale Francese, non per portare il dramma della guerra, ma piuttosto per portare la speranza nel mezzo di una situazione difficile. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha concluso il 5 novembre una lunga visita ufficiale che lo ha portato ad avere i massimi incontri istituzionali (con il presidente Macron, con il ministro dell’Interno Retailleau, con il ministro degli Esteri Barrot), ma anche e soprattutto ad incontrare le comunità greco cattoliche ucraine in Francia e a prendere contatto con una Chiesa di Francia che si sente molto vicina al popolo ucraino.
Dopo aver incontrato nelle ultime ore il Primo Ministro britannico Starmer, il Presidente francese Macron e la Presidente del Consiglio Meloni, stamane il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato ricevuto in udienza in Vaticano da Papa Francesco.
Ieri, 14 agosto, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo di Bologna, ha avuto una “cordiale conversazione” con Li Hui, Rappresentante Speciale del Governo Cinese per gli Affari Euroasiatici. Ne ha dato notizia stamane la Sala Stampa della Santa Sede.
Sono in partenza oggi da Roma nuovi aiuti umanitari da parte del Papa per l'Ucraina.
Con la sua visita a in Ucraina, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha voluto portare il messaggio di vicinanza del Papa, il quale – ha detto lo stesso cardinale parlando con i media locali - “condivide il dolore del popolo ucraino” e “vorrebbe contribuire a formare sentieri di pace”.
“L’Ucraina resiste. L’Ucraina combatte. L’Ucraina prega”. Con questa frase, con queste tre invocazioni, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolico Ucraina, terminava i suoi brevi videomessaggi quotidiani inviati durante il primo anno di guerra. Si trattava di sostenere lo spirito di una nazione ferita, cercando di dare un senso a quello che stava succedendo. I testi di quei messaggi sono stati raccolti in un libro, che ora viene pubblicato in edizione polacca. E a scrivere la prefazione dell’edizione polacca è nientemeno che il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che nel suo testo condanna ancora una volta la “crudele guerra” e declina le tre parti dell’esortazione di Sua Beatitudine.
È stata la settimana del Summit di Alto Livello per la Pace in Ucraina, tenutosi in Svizzera. Il summit, voluto fortemente dall’Ucraina che voleva presentare il suo piano di pace giusta, ha visto la presenza ad alto livello della Santa Sede, con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che ha anche tenuto un discorso finale. La Santa Sede ha partecipato al summit come osservatore, e dunque non ha firmato la dichiarazione finale. L'attenzione della Santa Sede sull'Ucraina è altissima, e il Cardinale Parolin si recherà nel Paese per la prima volta dall'inizio dell'invasione il prossimo 21 luglio, per il pellegrinaggio del santuario di Berdychiv.
Non sorprende che l’ultima offensiva russa abbia di nuovo preso di mira la città di Kharkiv. A cinquanta chilometri dal confine tra Russia e Ucraina, è un luogo dove è facile penetrare per le truppe, potenzialmente isolato, eppure con una forte componente religiosa. C’è una chiesa armeno cattolica, presente e viva, c’è ovviamente la chiesa latina e c’è la Chiesa Greco Cattolica Ucraina, con la sua rete di aiuti.
La guerra mossa dalla Russia nei confronti dell’Ucraina è “diabolica”, mira a negare “l’esistenza stessa del popolo ucraino”, nonché la sovranità dello Stato ucraino, e giustifica i crimini di guerra. Lo afferma il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose, in una nota diffusa il 30 marzo come risposta e condanna del documento del Concilio Mondiale del Popolo Russo pubblicato il 27 marzo.
A Kyiv c’è una casa intitolata a Padre Pio. È gestita dai frati cappuccini, che hanno fatto proprio un programma specifico di terapia psicologica per le madri dei soldati morti in guerra sviluppato da un gruppo di psicoterapeuti ucraini a partire dal 2014, l’anno dell’annessione della Crimea da parte della Russia. E questo programma viene portato avanti nella casa, in un percorso residenziale per venti mamme che hanno perso il figlio in battaglia.
L’Ucraina che vuole rimarcare la sua identità ricorda San Volodymyr con un grande mosaico esposto nella cattedrale di Santa Sofia. Non è un caso. San Volodymyr, che si festeggia il 28 luglio, fu colui che inviò messi alle nazioni confinanti per valutare quale fosse la fede migliore per il suo regno, e, ascoltate le testimonianze, decise che il suo popolo sarebbe stato cristiano. Da qui, il Battesimo di Volodymyr, che fu anche il battesimo della Rus’ nel 988.
Un progetto di futuro, oltre allo sguardo alla realtà drammatica che si sta vivendo da ormai dieci anni, e da due anni in maniera ancora più drammatica. In occasione del secondo anniversario dell’aggressione su vasta scala della Russia sull’Ucraina, il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina dirama un lungo messaggio di 21 pagine, denso di speranza cristiana, ma senza nascondere la realtà che si sta vivendo. È proprio a partire da questa realtà che si devono costruire le nuove sfide della dottrina sociale della Chiesa, perché la guerra cominciata a bassa intensità con l’annessione della Crimea nel 2014 pone certo nuove sfide alla comprensione cristiana della guerra e della pace. E c’è spazio, nel testo, anche per una disamina della diplomazia pontificia, spiegata ad una popolazione che rischia di non comprendere il ruolo e il lavoro della Santa Sede.
Dopo aver sospeso l’attività nella giornata di ieri per una leggera influenza, stamane il Papa si è affacciato regolarmente dalla finestra del Palazzo Apostolico per la consueta recita dell’Angelus.
In questi anni, non erano mancati i rilievi critici sulle posizioni di Papa Francesco e le attività della Santa Sede riguardo al conflitto in Ucraina. Dall’Ucraina, soprattutto, il Papa era accusato di essere più vicino all’aggressore russo che non all’Ucraina, nonostante gli appelli costanti per la pace, e questo perché il Papa era stato, come primo atto dall’inizio del conflitto, all’ambasciata russa presso la Santa Sede ma non in quella ucraina; perché aveva trattato in maniera un po’ “leggera” la questione della morte di Irina Dugina, figlia dell’ideologi di Putin Dugin, aveva addirittura parlato della Grande Madre Russia in un incontro con online con i giovani russi dell’arcidiocesi della Gran Madre di Dio di Mosca.
Il 2014 è l’anno del Maidan, dell’annessione della Crimea alla Russia, e delle autoproclamate repubbliche di Donbass e Luhansk al confine con la Russia. Ma questo decimo anniversario, che in Ucraina avrebbero voluto fosse celebrato con una pace duratura e un equilibrio ritrovato anche con l’ingombrante vicino russo, cade nel secondo anniversario dell’attacco su larga scala che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022. Ed è un decimo anniversario che sa di beffa, se si pensa che nel 2024 si celebra anche il trentesimo del Trattato di Budapest, con il quale l’Ucraina cedeva le sue testate nucleari alla Russia.
Sono arrivate in Francia in condizioni di massima segretezza, sotto scorta militare, in container appositamente costruiti per loro. Si tratta di 16 rare icone del VI secolo, custodite nel Museo Nazionale d’Arte Khanenko di Kyiv e trasferite lo scorso maggio in Francia. Cinque di queste icone sono state esposte in questi giorni al Louvre, e la storia del loro salvataggio è stato così rivelato.
Bene i fermenti che aiutano a portare alla verità. In maniera diplomatica, senza sbilanciarsi né dare giudizi sulla questione, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha accettato di rispondere ad una domanda su Fiducia Supplicans, la dichiarazione del Dicastero della Dottrina della Fede che apre a benedizioni “non rituali” per coppie irregolari. È la prima volta che dalla Segreteria di Stato arriva un commento sulla questione.
La guerra non ferma la fede delle persone. Anzi, la moltiplica, nonostante la paura. Si deve essere pronti a morire ogni giorno. E per questo le persone si confessano molto di più, sentono la necessità di un sacerdote, di preparare la loro anima. È la pastorale in tempo di guerra, cui è stato dedicato l’ultimo sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, che si è tenuto a Roma. Una pastorale che si accompagna all’insegnamento della dottrina sociale declinato su questa guerra nuova, combattuta con i bombardamenti, ma anche con la disinformazione, con le ondate migratorie, con il blocco delle derrate alimentari.
Originario di Donetsk, padre Serhii Palamarchuk, prima di diventare sacerdote, ha studiato presso la Facoltà di Filosofia e Studi Religiosi dell'Istituto statale di Intelligenza Artificiale di Donetsk, dove ha conseguito la laurea in Filosofia e Studi Religiosi. E più tardi, sentendosi chiamato al ministero sacerdotale, tudiò nella città di Drohobych presso il seminario teologico greco-cattolico della regione di Lviv, e in seguito ricevette il diaconato e l'ordinazione sacerdotale. Nel 2013 è stato mandato a studiare a Roma, nel programma di missiologia della Pontificia Università Urbaniana.
La coppia greco-cattolica composta da padre Ivan e Maryana Talailo si è formata quindici anni fa. Nel 2014, sono sopravvissuti alle tragiche vicende che hanno coinvolto Donetsk con la presa della città. E negli ultimi sette anni vivono a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, dove padre Ivan è riuscito a fondare una nuova parrocchia di San Nicola Taumaturgo e costruire una chiesa. Dall'invasione russa dell’Ucraina, hanno aiutato gli sfollati.