Sono i segni di una ripresa dell’attività diplomatica dopo il coronavirus. In questa settimana: l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri vaticano, ha avuto una telefonata con il capo negoziatore palestinese. La Santa Sede è intervenuta all’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra. Il Papa ha nominato un nuovo nunzio in Bielorussia.
Un vero pastore, che voleva uno sviluppo reale delle Chiese locali, specialmente nelle ex Repubbliche sovietiche che necessitavano formare una identità: l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk, racconta così il suo Giovanni Paolo II.
Nei confronti dei Paesi dell’Est europeo, San Giovanni Paolo II non abbandonò la linea diplomatica che era stata portata avanti fino a quel momento. Piuttosto, la arricchì con un vigoroso lavoro a favore dei diritti dell’uomo. “Per il Papa – spiega il Cardinale Audrys Backis, arcivescovo emerito di Vilnius – l’azione diplomatica rimase un semplice, ma utile, strumento al servizio della sua missione di pastore universale”.
Come Giovanni Paolo II ha superato le difficoltà della vita basandosi sulla potenza di Cristo morto e risorto, così i giovani sono chiamati, alla scuola del Papa polacco, di “entrare in Cristo con tutta la vostra vita”: lo dice Papa Francesco in un videomessaggio specialmente indirizzato ai giovani dell’arcidiocesi di Cracovia in occasione del centenario della nascita.
"A nome dei fedeli e dei pastori della Chiesa in Polonia, esprimo la nostra gratitudine per tutti i gesti di vicinanza e di benevolenza rivolti ai polacchi, in occasione del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II". Così scrive l’arcivescovo Gadecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, in una lettera indirizzata a Papa Francesco.
C’è molta Polonia e molta Chiesa, nel pensiero diplomatico di San Giovanni Paolo II. Molta Polonia, perché la nazione da cui proveniva il Papa non era una nazione che poteva lasciare un giovane indifferente, con la sua storia e quel periodo storico travagliato. E c’è molta Chiesa perché, al di là di tutto, Giovanni Paolo II non fu mai un Papa solamente polacco. Fu il Papa della Chiesa universale. Fu il Papa che non voleva vedere in nessun altro posto la religione calpestata perché lo aveva visto in Polonia e in generale negli Stati sotto la dominazione sovietica.
Un Papa che ha cambiato il mondo, che ha avuto l’impatto dei grandi leader. Un Papa che può essere considerato tra i padri della Polonia. Ma soprattutto, un Papa che aveva “una incrollabile fede in Dio” e che anche in tempi difficili “non ha mai perso la convinzione della grandezza e della dignità dell’uomo, non ha mai rinunciato alla speranza”. Così il Cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e per decenni segretario di San Giovanni Paolo II, descrive il Papa polacco nel centenario della sua nascita.
Karol ed Emilia Wojtyla sono “una testimonianza di valori eterni, tra cui quello della famiglia, il primo di tutti”. Lo dice il Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e per una vita segretario particolare di Giovanni Paolo II. È lui ad aprire, con un suo discorso testimonianza, la causa di beatificazione dei genitori di San Giovanni Paolo II a Wadowice.
Da 30 anni viviamo nell’Europa senza il Muro di Berlino e senza la Cortina di Ferro. E’ una valida ragione per ricordare e festeggiare la caduta di quel simbolo della divisione del nostro continente. Purtroppo, le commemorazioni di questo storico evento sono state segnate da strumentalizzazioni e manipolazioni ideologiche.
“ Posso ribadire che Giovanni Paolo II si riposava solo camminando in montagna, perché nelle sue giornate non ha mai badato a risparmiare le forze e tantomeno a recuperare le ore le ore di riposo notturno che regolarmente saltava”.
Il portavoce della Conferenza episcopale polacca, padre Paweł Rytel-Andrianik, ha chiesto ai partecipanti al convegno “30 anni senza il muro”, organizzato a Roma dall'Associazione cattolica italiana Alleanza Cattolica sabato 16 novembre, la preghiera e atti concreti affinché San Giovanni Paolo II possa essere dichiarato Dottore della Chiesa e copatrono d'Europa.
“Dio non ha mai detto che la sofferenza in se stessa è un bene, ma egli ci han insegnato, per mezzo di suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, che ha sofferto ed è morto per i nostri peccati , che le nostre sofferenze, se unite a quelle di Cristo, hanno valore per la salvezza del mondo”.
L’icona della Madonna Nera di Częstochowa per la prima volta nella storia è arrivata a San Giovanni Rotondo, dall'amato e venerato Padre Pio. La Regina della Polonia resterà in Puglia fino al 25 novembre.
Nel 2020 celebreremo il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II e il 15° anniversario della sua morte.
La ‘Buona Novella’ è stata e continua ad essere sorgente di vita per l'Europa.
A 102 anni dall'ultima apparizione di Fatima, la XIX edizione della Giornata Papale è stata celebrata con il motto: ”Rise! Let Us Be On Our Way ”.
L'episcopato polacco ha accettato di iniziare il processo di beatificazione dei genitori di Giovanni Paolo II.
San Giovanni Paolo II lo ha indossato nelle giornate più fredde, durante le udienze all’aperto, quando era Papa. Ed ora il suo soprabito bianco potrà essere ammirato messo su tra le montagne abruzzesi dall’Associazione Culturale San Pietro alla Ienca.
Giovanni Paolo II è il primo Papa straniero dell'epoca moderna. Una scelta frutto della primavera conciliare confermata dalla elezione di Benedetto XVI.
Giovanni Paolo II ha visitato quasi tutte le parrocchie di Roma. Una occasione per parlare di tutto. Anche delle sue vicende personali. Scherza, il Papa, sulla sua storia personale, e ne trae forza e insegnamento per sé e per tutta l’umanità.