Uno degli appuntamenti di inizio anno che Giovanni Paolo II non ha mai mancato è quello con le autorità locali di Roma e del Lazio. L’udienza per gli “auguri di inizio anno “ era una occasione per il Pontefice di mettere a fuoco le problematiche della città e di farlo in pubblico. I discorsi non erano politici, ma erano sociali.
Giovanni Paolo II ha avuto un rapporto speciale con Roma. L'amore di Wojtyla per la Città Eterna iniziò ai tempi degli studi: aveva studiato all'Angelicum dal 1946 al 1948.
Fin dall’inizio del suo pontificato Giovanni Paolo II ha avuto nel cuore una attenzione speciale alla famiglia. Nella messa del 31 dicembre del 1978 alla chiesa del Gesù dove si era recato per il Te Deum di fine anno il Papa eletto da pochi mesi mi se subito al centro la sfida che la Chiesa si trovava ad affrontare,
Per Giovanni Paolo II il Natale è sempre stato l’occasione di pensare a coloro che sono senza pace. Si perché in guerra sia perché in ricerca. Il
Giovedì scorso, 17 dicembre, il Consiglio comunale della capitale della Slovacchia ha preso la decisione di dichiarare cittadino onorario di Bratislava san Giovanni Paolo II, ha annunciato l’agenzia TASR.
L’anno dei festeggiamenti per il 100° anniversario della nascita di Karol Wojtyla, l’amato papa polacco San Giovanni Paolo II, giunge al termine.
“La scena internazionale continua ad essere turbata da preoccupanti tensioni. Non possiamo non ricordare le pesanti sofferenze che hanno afflitto e che ancora affliggono tanti nostri fratelli e sorelle nel mondo: migliaia di vittime innocenti nei gravissimi attentati dell’11 settembre scorso; innumerevoli persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni per affrontare l’ignoto e talvolta la morte cruenta; donne, vecchi e bambini esposti al rischio di morire di freddo e di fame”.
In un mondo frantumato c’è una nostalgia di riconciliazione. Da questo parte la riflessione della sesta assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Era il 29 settembre del 1983. Il 29 ottobre l’Assemblea si chiude con una Via Crucis di tutti i padri Sinodali che come ricorda Giovanni Paolo II nella messa finale fa si che “Mediante la meditazione della Passione di Cristo ci siamo inseriti nella corrente dell’Anno della Redenzione, che si va manifestando nelle singole Chiese. In Roma ci incontriamo con essa nelle parrocchie, nelle singole Basiliche della città, e in particolare in San Pietro”.
“ Se c’è un documento pontificio che i cristiani si sono passati di mano in mano in mano con gioiosa premura, come il testimone di una staffetta, questo è proprio la Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente”.
Il 4 novembre è la commemorazione di S. Carlo Borromeo, vescovo. Quel giorno, Karol Wojtyła, poi papa St. Giovanni Paolo II. S. Carlo Borromeo non fu l'unico Carlo particolarmente importante nella vita del papa polacco. Karol Wojtyła junior aveva ovviamente un padre, Karol senior e molti altri Carlo in famiglia (incluso il cugino di suo padre). Il rapporto tra l'ultimo imperatore d'Austria e il re d'Ungheria, Carlo d'Asburgo, ora beato, con Karol Wojtyla Jr. è un po' meno noto, e questa è una storia molto interessante.
“La mia ordinazione ebbe luogo in un giorno insolito per tali celebrazioni: essa avvenne il primo novembre, solennità di Tutti i Santi, quando la liturgia della Chiesa è tutta rivolta a celebrare il mistero della comunione dei santi e s'appresta a fare memoria dei fedeli defunti. L'Arcivescovo scelse questa data, perché dovevo partire per Roma per proseguire gli studi. Fui ordinato da solo, nella cappella privata degli Arcivescovi di Cracovia. I miei colleghi sarebbero stati ordinati l'anno seguente, nella Domenica delle Palme”.
Il 25 ottobre del 1980 si chiudeva in Vaticano la Assemblea Sinodale dedicata alla famiglia cristiana.
“Gli eventi ecclesiali sono (…) più difficili a farsi cogliere per coloro che li guardano, lo dico col massimo rispetto per tutti, al di fuori di una visione di fede e ancor più a essere espressi per un largo pubblico che ne percepisce difficilmente il vero senso”.
Il 16 ottobre di 42 anni fa veniva eletto Papa Giovanni Paolo II, nell'anno del centenario della nascita ecco una testimonianza del cardinale Stanisław Dziwisz segretario di Papa Giovanni Paolo II e oggi Arcivescovo emerito dell’arcidiocesi di Cracovia.
“Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. In questa preghiera ripetiamo molte volte le parole che la Vergine Maria udì dall’Arcangelo e dalla sua parente Elisabetta. A queste parole si associa tutta la Chiesa”. Era il 29 ottobre del 1978 quando Giovanni Paolo II da poco eletto al Soglio di Pietro prima della preghiera dell’Angelus ricordava ai presenti questa sua predilezione.
Nel 2020 celebriamo il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II e il 15° anniversario della sua morte. In coincidenza di questi anniversari importanti l’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, a nome di tutti i vescovi del Paese si è rivolto a Papa Francesco per proclamare San Giovanni Paolo II dottore della Chiesa e patrono d’Europa.
C’è una vera urgenza nella Chiesa, quella della missione ad gentes: “ Sono necessari evangelizzatori dall’entusiasmo e dalla passione apostolica del Vescovo Daniele Comboni, apostolo di Cristo tra gli africani.
“Famiglia di nazioni”, così Giovanni Paolo II definì nel 1995 in un discorso storico, le Nazioni unite. Era una novità assoluta e proprio nel momento in cui l’Onu affrontava un periodo di crisi.
Anch’io ho avuto il privilegio nei miei anni giovani di approfittare di questa sua disponibilità di penitenza”. Il penitente è Giovanni Paolo II e il confessore Padre Pio. Non è certo un segreto che Giovanni Paolo II avesse una ammirazione particolare per Padre Pio. Il loro era stata un primo incontro speciale dal quale il giovane sacerdote polacco, era il 1948. Era uscito pensando che il frate fosse certo un santo, ma un po’ fuori di testa perché gli aveva predetto in qualche modo che sarebbe diventato Papa.
Uno dei grandi temi che ogni Pontefice “moderno” ha affrontato è quello del rapporto tra fede e scienza. Giovanni Paolo II fin di primi mesi del suo pontificato ha voluto mettere in evidenza la sua attenzione alla Pontificia Accademia delle Scienze.