Papa Francesco riceverà il Presidente turco Tayyip Erdogan lunedì 5 febbraio. La notizia è stata confermata dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Durante il tempo di Natale, la diplomazia pontificia impegnata nel multilaterale si ferma. Non ci sono sessioni, né discorsi ufficiali. Ma non si ferma la diplomazia bilaterale. I nunzi sono prima di tutto vescovi, le loro omelie della notte di Natale rappresentano anche messaggi. Così come si moltiplicano, da parte dei vescovi, i messaggi per la pace nel periodo natalizio. Tutto prepara alla Giornata Mondiale della Pace, dedicata quest’anno ai migranti, e ai temi del primo incontro ufficiale di Papa Francesco nell’anno che viene, quello con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
C’è stato anche un intervento della Santa Sede alla sessione speciale delle Nazioni Unite convocata per affrontare la questione di Gerusalemme. E, in quelli stessi giorni, in Myanmar, il Cardinale Charles Maung Bo portava assistenza ai Kachin, una delle tante minoranze perseguitate nella nazione, mettendo così in luce che non c’è solo il problema dei Rohingya, su cui invece i media volevano si focalizzasse il recente viaggio di Papa Francesco.
Una lettera di Natale caratterizzata dalla questione di Gerusalemme, quella di patriarchi e capi delle Chiese della Città Santa. I quali chiedono di “rispettare lo status quo” della Città Santa, facendo seguito a vari appelli che hanno fatto sia collettivamente che singolarmente in questi giorni, dopo la decisione dell’amministrazione Trump di spostare l’ambasciata USA in Israele da Tel Aviv.
Venti minuti di colloquio tra Papa Francesco e Abd Allah II, Re di Giordania, ricevuto in Udienza stamattina presso il Palazzo Apostolico. Il Re non era accompagnato dalla Regina, ma da suo cugino, il Principe Gahazi bin Muhammad. Un clima amichevole e sereno quello tra il Re e il Pontefice, tanto che Abd Allah II ha salutato Francesco: “Mio caro amico e fratello”.
Ancora un appello perché sia rispettato lo status quo di Gerusalemme: dopo le parole di Papa Francesco, il comunicato del 10 dicembre della Sala Stampa vaticana a seguito delle violenze scoppiate in Medio Oriente, e le varie dichiarazioni dei leader cristiani e religiose di Terrasanta, anche i vescovi europei levano la loro voce perché sia rispettato lo status quo di Gerusalemme.
Il Papa esprime "dolore per gli scontri che negli ultimi giorni hanno mietuto vittime" e "rinnova il suo appello alla saggezza e alla prudenza di tutti": lo spiega un comunicato della Sala Stampa vaticana, relativa alla situazione in Medio Oriente, dove - a seguito della scelta del presidente USA Donald Trump di spostare l'ambasciata USA a Gerusalemme - ci sono stati scontri che hanno mietuto vittime.
“Rivolgo un accorato appello affinché sia impegno di tutti rispettare lo status quo della città di Gerusalemme, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite”. Sono le parole di Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale odierna per la città di Gerusalemme, segnata dalla situazione preoccupante di questi ultimi giorni. Papa Francesco conferma il suo appoggio alla città per lo status quo, la situazione storico e giuridica di accesso ai luoghi Santi che si è creato a Gerusalemme nel corso di secoli.
Dopo l’appello per la riconciliazione a Gerusalemme di Papa Francesco all’angelus dello scorso 23 luglio, che faceva seguito agli scontri nella Città Santa per le misure di sicurezza decise dallo Stato di Israele sulla spianata delle moschee, la Santa Sede ha sottolineato in due diverse occasioni l’appoggio allo “status quo”, la situazione storico e giuridica di accesso ai luoghi Santi che si è creato a Gerusalemme nel corso di secoli.
Papa Francesco, lo sguardo a Gerusalemme. Mentre le tensioni nella capitale non si placano, il Papa, al termine dell’Angelus, sottolinea di “seguire con trepidazione le gravi tensioni e violenze di questi giorni e Gerusalemme” ed esprime “un accorato appello alla moderazione e al dialogo”.
L’anno prossimo a Gerusalemme, amano ripetere gli ebrei nei giorni della Pasqua, e per molti secoli anche i cristiani nelle loro preghiere mettevano il desiderio di visitare la Terra che aveva visto la vita di Gesù.
Prosegue l’attività diplomatica tra la Santa Sede e lo Stato di Israele. Oggi a Gerusalemme - comunica la Sala Stampa Vaticana - si è riunita la Commissione Bilaterale Permanente di Lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele.
Come consuetudine, anche quest’ anno i frati francescani, custodi dell’Orto Sacro dove Gesù pregò nella notte del Giovedì santo, hanno dato il via alla raccolta delle olive al Getsemani.
Continuano i lavori di restauro nella Basilica della Natività. Dal 2013 infatti sono in corso i lavori di recupero dei bellissimi mosaici del cuore della cristianità, il luogo dove nacque Gesù. E giorno dopo giorno continuano a rivelare tesori nascosti e preziosissimi.
“La Terra Santa oggi ha bisogno di guarigione perché c’è tanto odio e tanta sfiducia. C’è la necessità urgente di guarire i cuori degli uomini e delle donne che vivono in questa terra. Per questo motivo sono rimasto positivamente colpito dal tema scelto dal convegno dei medici dell’Unitalsi”. Sono le parole del Vicario patriarcale per Gerusalemme, il vescovo Wiliam Shomali”, che ha incontrato una delegazione di 40 medici dell’Umitalsi impegnata in terra santa per un convegno sul tema “Sulle tracce di Gesù medico”.