L’invasione russa dell’Ossezia, quindici anni fa, doveva essere un campanello di allarme. Di fatto, quello che succede nelle regioni della Georgia, che ha perso il 20 per cento del suo territorio a seguito dell’invasione russa, potrebbe essere un esempio di quello che può succedere in Ucraina, laddove la Russia ha invaso con la scusa di difendere una minoranza e ora si trova in una guerra da più di 500 giorni.
“Non solo la relazione con la Santa Sede è importante, ma è unica”. Thea Tsulukiani, ministro della Cultura della Repubblica di Georgia, parla con ACI Stampa al termine di quattro intensi giorni in Vaticano: il 26 giugno, il Coro Patriarcale di Georgia si è esibito in Cappella Sistina, in un evento raro e dal profondo significato ecumenico; il 29 giugno, al termine della celebrazione per i Santi Pietro e Paolo, lo stesso coro ha eseguito l’Ave Maria composta dal Patriarca di Georgia Ilia II, che è anche un valente musicista e compositore. Nel frattempo, la delegazione del ministero della Cultura ha avuto diversi incontri in Vaticano, anche per implementare i protocolli di intesa su cultura ed educazione che furono siglati dalla presidente Salomé Zourabishvili quando venne in udienza da Papa Francesco il 18 giugno 2021.
Papa Francesco aveva detto di apprezzare in maniera particolare le opere musicali del patriarca ortodosso di Georgia Ilia II, al quale ha sempre destinato parole di stima. Una Ave Maria composta proprio dal Patriarca sarà eseguita dal Coro della Cattedrale della Santa Trinità di Tbilisi nella Basilica di San Pietro il 29 giugno. Ma il coro è in Italia per un qualcosa di ancora più eccezionale: un concerto speciale nella Cappella Sistina, il 26 giugno.