La Pontificia Fondazione Scholas Occurrentes, che considera Papa Francesco una "risorsa fondamentale" per il suo funzionamento, avrebbe utilizzato la figura e la reputazione del Santo Padre per diffondere materiale di indottrinamento sull'ideologia di genere ai bambini di almeno una dozzina di paesi dell'America Latina.
“Uno Stato democratico non può ridurre la proposta educativa ad un pensiero unico specialmente in una materia così delicata che tocca la visione fondamentale della natura umana ed il diritto naturale da parte dei genitori di una libera scelta educativa, sempre secondo la dignità della persona umana”.
La battaglia diplomatica della Santa Sede è fatta soprattutto di dettagli. L’obiettivo è quello di fare sì che, in ogni documento, non compaiano delle categorizzazioni che mettono parte l’essere umano e la sua dignità che viene dall’essere immagine di Dio. E tra queste categorie, quella di gender. I motivi li ha spiegati la Santa Sede in un intervento a Ginevra su un particolare documento, che potrebbe avere una ricaduta anche sull’Accordo Globale per rifugiati.
E’ l’ultimo Consiglio Episcopale Permanente presieduto dal Cardinale Angelo Bagnasco, confermato dal Papa alla guida della CEI fino all’Assemblea Generale di maggio. Poi toccherà al nuovo Presidente che sarà scelto dal Pontefice in una terna indicata dai Vescovi italiani. Il prescelto potrebbe essere il Cardinale Arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, attuale vicepresidente e molto vicino a Francesco. Lo stesso Bassetti è stato ricevuto dal Papa in udienza privata dallo stesso Pontefice.
Il Cardinale Willem Giacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, non ha dubbi: un documento del Magistero romano sul gender “è urgente”. E non perché la Chiesa non si sia pronunciata sul tema. Ma perché c’è bisogno di un documento comprensivo, dedicato al tema, per spiegare alle persone fino in fondo il punto di vista della Chiesa. Un documento che possa contrastare la pressione che arriva sul tema dalle grandi organizzazioni internazionali.
Prende il posto che fu di Karol Wojtyla, il “Papa grande” di cui fu amico, ed ha le idee chiare: comincerà a mettersi in ascolto di una diocesi così diversa da quella da cui proviene – la secolarizzata Lodz – e allo stesso tempo con delle sfide simili. A partire – dice in esclusiva ad ACI Stampa l’arcivescovo Marek Jedrasewski, che si è “installato” a Cracovia lo scorso 28 gennaio – dal tema del gender, una “minaccia ancora più pericolosa del marxismo”, dice. Una minaccia tale che su questo si basò la sua domanda a Papa Francesco, quando questi, lo scorso agosto, fu in Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù.
Sente con preoccupazione la sempre maggiore diffusione della teoria del gender, che va a minare anche le stesse basi della fede cristiana. Ma guarda anche con fiducia ai cristiani, ora una minoranza, che però devono essere capaci di trasmettere la loro fede. E sulla chiarezza della fede, per lui, si gioca la battaglia contro la secolarizzazione. In questa intervista ad Aci Stampa, il Cardinal Willem Jacob Eijk, arcivescovo di Utrecht dal 2008 e ‘berretta rossa’ dal 2012, racconta le sfide del nostro tempo dall’osservatorio della sua patria, l’Olanda, dove la secolarizzazione è arrivata velocissima. Con uno sguardo al prossimo, cruciale, Sinodo dei vescovi.
La scorsa settimana anche a Roma è stato presentato il libro del cardinale Robert Sarah “Dio o niente”. Un evento molto familiare con presenze illustri come il cardinale George Pell, e gli arcivescovi Gänswein e Fisichella che hanno presentato il libro.
Ci sono state espressioni di diverse sensibilità rispetto alla metodologia dell’Instrumentum Laboris, tuttavia questo “ostacolo è stato ugualmente superato dalla volontà, ben presto resa esplicita, di sforzarsi per offrire il più possibile una testimonianza di unità sui contenuti”. E’ quanto si legge nella relatio del circolo minore Italicus A redatta dal P. Manuel Jesus Arroba Conde e moderato dal Cardinale Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento.
Si chiude con un messaggio di due pagine la plenaria dei vescovi europei del Consiglio delle Conferenze Episcopali, che si sono riuniti in plenaria in Terrasanta dall’11 al 16 settembre. Una plenaria con il duplice obiettivo di tornare lì dove tutto è cominciato, per dare solidarietà ai cristiani perseguitati in Medio Oriente e trovare anche nuova linfa per l’impegno nella vecchia Europa.
Rispondendo a domande dei giornalisti, il Vice Direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha rilasciato questa mattina la seguente dichiarazione: "In risposta ad una lettera al Santo Padre di Francesca Pardi, dai toni educati e rispettosi, la Segreteria di Stato ha accusato ricezione della medesima con uno stile semplice e pastorale, precisando in seguito che si trattava di una risposta privata e quindi non destinata alla pubblicazione (cosa che purtroppo è avvenuta).
Sì all’eguaglianza uomo e donna. Ma no a qualunque approccio che mortifichi la naturale differenza tra i generi. Perché, con Papa Francesco, “la differenza è la soluzione, non il problema.” Il 19 giugno, il giorno prima che scendesse in piazza la manifestazione “Difendiamo i nostri figli,” si riuniva il Consiglio dei Diritti Umani per una giornata tutta dedicata ai diritti delle donne. La posizione della Santa Sede è stata espressa dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite.
“Vogliamo testimoniare la bellezza della famiglia”. È la voce di Vincenzo e Sara, salendo con i loro 11 figli sul palco allestito oggi a piazza San Giovanni, a Roma, per la manifestazione promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”. “Tutti figli nostri, nati da un papà e una mamma”, precisano. Vincenzo e Sara raccontano i tentativi subiti a scuola di educare i loro figli all’affettività/sessualità.
Difendiamo i nostri figli! Si chiama così la manifestazione che il 20 giugno alle 15:30 in piazza San Giovanni a Roma vuole riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la “colonizzazione ideologica” della teoria Gender nelle scuole. Liberi cittadini che, dando voce a milioni di famiglie del nostro Paese, vogliono pubblicamente ribadire il diritto dei genitori di educare e istruire i figli, specialmente con riguardo alle tematiche della affettività e della sessualità.
Ancora un forte appello del Papa contro la ideologia gender che mette in pericolo la bellezza del matrimonio cristiano che è solo tra uomo e donna. Francesco questa mattina ha ricevuto i vescovi del Portorico in visita ad Limina a fine mattinata dopo essere stato in riunione con il gruppo di 9 cardinali che lavorano alla riforma della Curia.
Il Movimento per la vita considera l’ideologia gender un attacco portato alle radici stesse della vita oltre che il più pericoloso attentato alla famiglia, fondamento della società tutelato dalla Costituzione. «In particolare» spiega l’on. Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento «siamo in allarme per la possibilità che attraverso il progetto di legge Cirinnà sulle unioni civili possa essere introdotto un nuovo istituto giuridico che i trattati europei non ci impongono, ma che, una volta adottato, creerà le condizioni per una totale equiparazione per via giudiziaria al matrimonio, non essendo accettabili per l’Europa regimi diversificati e discriminatori
Il Movimento per la Vita ha consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella 180mila firme a sostegno della petizione “sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole”. La questione, sollevata insieme alle sigle cattoliche Age, Agesc, ProVita e Giuristi per la vita, riguarda la “penetrazione dell’ideologia del gender” negli istituti scolastici, definita una “subdola colonizzazione culturale portata avanti anche da organismi pubblici quali l’Unar” con “una logica che ritroviamo anche in iniziative legislative come la cosiddetta legge “anti-omofobia” e quella sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso”.
Il Papa contro la teoria del gender: "Espressione di frustrazione"
La statua della vergine imbrattata di vernice rossa, oltre a diverse scritte sulla facciata della chiesa: “Dio è trans”, “preti pedofili”, “Mantovano talebano”. Insolito risveglio per gli abitanti del quartiere stadio di Lecce qualche giorno fa, mentre si recavano nella chiesa di San Giovanni Battista per partecipare alle funzioni religiose, hanno scoperto gli effetti di alcuni atti vandalici ai danni del complesso parrocchiale, messi in atto, probabilmente, nel corso della notte. Sul posto è giunta subito la Digos che ha iniziato le indagini per risalire agli autori del gesto, mentre alcuni volontari si sono subito prodigati per ripulire la facciata della chiesa.