Quanto e come è stato informato il Papa sugli sviluppi delle indagini che hanno portato al processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato? Viene da farsi la domanda dopo le udienze 43 e 44 del processo, che hanno visto il 13 gennaio gli interrogatori di Francesca Immacolata Chaouqui e Genoveffa Ciferri, e il 12 gennaio la prosecuzione dell’interrogatorio di Renato Giovannini e quello dell’avvocato Manuele Intendente.
Si è svolta ieri presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano la settima udienza del processo Vatileaks 2. In aula presenti tutti gli imputati: Mons. Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaoqui, Nicola Maio, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi.
Due anni fa, all’inizio del suo servizio per la Santa Sede Francesca Immacolata Chaouqui, allora membro della COSEA, tenne un incontro informale organizzato da un giornale che si occupa di politica per parlare della sua esperienza. Ecco il mio resoconto di quella serata come è stato pubblicato su www.korazym.org il 12 novembre del 2013.
L’acronimo COSEA è arrivato solo dopo. All’inizio, si chiamava molto più pomposamente Pontificia Commissione Referente di Studio e di Indirizzo sull’Organizzazione della Struttura Economico-Amministrativa della Santa Sede. Era stata istituita con un chirografo il 18 luglio del 2013, e faceva seguito di circa un mese all’altra Pontificia Commissione referente stabilita da Papa Francesco, quella incaricata di valutare la situazione dello IOR e una sua possibile riforma, e poi conosciuta con l’acronimo di CRIOR. Ma la vera novità della COSEA era di essere composta nella quasi totalità da laici.