Il nuovo Presidente della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice è Paolo Garonna
Una delle fondazioni più interessanti e decisamente profetiche quando fu crata più di 30 anni fa è la fondazione Centesimuns Annus pro Pontifice.
Dall’autorità mondiale con competenze universali per regolare il mercato finanziario proposta dall’allora Pontificio Consiglio delle Giustizia e della Pace nel 2011 ad una autorità mondiale con competenze universali sul tema dell’intelligenza artificiale rilanciato dalla presidente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice Anna Maria Tarantola, ma presentato per la prima volta dall’arcivescvo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, all’assemblea general delle Nazioni Unite lo scorso settembre. Il tema, generale, è quello della regolamentazione di fronte ad una sfida che è completamente nuova, da gestire, da comprendere, ma non demonizzare.
"Siamo sicuri di voler continuare a chiamare “intelligenza” ciò che intelligenza non è?"
Di intelligenza artificiale si parla ormai ovunque.
Agli esperti di finanza, impegnatisi in una serie di dialoghi sulla finanza sostenibile sotto gli auspici della Centesimus Annus Pro Pontificie, Papa Francesco dà il mandato di “far diminuire l’iniquità”. E guarda indietro alla storia, al siglo de oro e al modo in cui vennero affrontate le iniquità in quel tempo, così come all’esperienza dei “Monti di Pietà”, che furono “un grande sprone ad aiutare i più poveri senza cadere in logiche assistenzialistiche, e favorirono prestiti per permettere alle persone di poter lavorare e, attraverso la propria attività, ritrovare la giusta dignità”.
Sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del corso in Dottrina Sociale della Chiesa promosso dalla Fondazione Centesimus Annus – pro Pontifice.
Il vostro impegno è quello “di studiare e diffondere la Dottrina sociale della Chiesa, cercando di mostrare che non è solo teoria, ma può diventare stile di vita virtuoso con cui far crescere società degne dell’uomo”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo i membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice
“Il vostro contributo riguardo alla dottrina sociale della Chiesa lo considero molto importante, anzitutto sul piano della recezione, perché contribuite a farla conoscere e comprendere; direi però anche sul piano dell’approfondimento, perché voi la leggete dall’interno del complesso mondo economico e sociale, e quindi potete continuamente confrontare tale dottrina con la realtà, una realtà sempre in movimento, che cambia continuamente”. Così il Papa questa mattina ha esordito ricevendo in udienza i partecipanti all’Assemblea della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.
Recovering Common Goods, di Patrick Riordan (Dublin, Veritas 2017) e Ecología integral; La recepción católica del reto de la sostenibilidad. 1891 (Rerum Novarum) – 2015 (Laudato Sì), di Jaime Tatay (Madrid, Bibioteca de Autores Cristianos, BAC 2018) sono le due opere che hanno vinto la quinta edizione del Premio Internazionale “Economia e società” promosso dalla Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice, per la sezione “Pubblicazioni in dottrina sociale”.
“La risposta alle ingiustizie e allo sfruttamento non è solo la denuncia; è soprattutto la promozione attiva del bene”.
Si terrà nella Nuova Aula del Sinodo in Vaticano dal 21 al 22 ottobre il convegno internazionale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, che a quasi trent’anni dalla nascita della fondazione (era il 5 giugno 1993) sarà dedicato a “Solidarietà, cooperazione e responsabilità: gli antidoti per combattere le ingiustizie, le disuguaglianze e le esclusioni”.
Non ci sarà una conferenza internazionale in presenza come sempre (le restrizioni per il COVID 19 non lo permetterebbero), ma due appuntamenti online, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, per parlare delle “Pietre miliari dell’ecologia integrale per una economia umana”. La Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice non rinuncia alla sua conferenza internazionale annuale, anzi raddoppia, sostituendo gli incontri personali con gli incontri virtuali, e impreziosendo il tutto con un videomessaggio del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
“Risposte adeguate ai problemi attuali non possono essere superficiali. Anzi, ciò di cui c’è bisogno è precisamente una conversione, un “cambio di direzione”, ovvero, una trasformazione dei cuori e delle menti”.
È “una necessità urgente trovare norme etiche per le moderne attività finanziarie”, magari guardando proprio a San Tommaso d’Aquino per trovare nuovi indirizzi per le finanze, andando verso una economia più umana. Lo dice il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, concludendo la cerimonia di conferimento del “Premio Internazionale Economia e Società”.
“Dopo un quarto di secolo, tale compito rimane più che mai necessario, dal momento che le sfide sociali e finanziarie poste alla comunità internazionale sono diventate sempre più complesse e interconnesse”.
Un colloquio privato di circa venticinque minuti quello tra Bartolomeo e Papa Francesco oggi al Palazzo Apostolico in Vaticano. Bartolomeo è a Roma per visitare la basilica dei Santi XII Apostoli, venerare le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo e partecipare alla conferenza internazionale della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice.
Le relazioni del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I concluderanno la tre giorni di conferenza internazionale della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, in programma dal 24 al 26 maggio.
Sono passati 25 anni da quando Giovanni Paolo II volle far nascere in Vaticano una fondazione che si occupasse esclusivamente di fa conoscere la dottrina sociale della Chiesa Cattolica: La fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.
“La lotta contro la povertà esige una migliore comprensione di essa come fenomeno umano e non meramente economico. Promuovere lo sviluppo umano integrale richiede dialogo e coinvolgimento con i bisogni e le aspirazioni della gente, richiede di ascoltare i poveri e la loro quotidiana esperienza di privazioni molteplici e sovrapposte, escogitando specifiche risposte a situazioni concrete. Ciò richiede di dar vita, all’interno delle comunità e tra le comunità e il mondo degli affari, a strutture di mediazione capaci di mettere insieme persone e risorse, iniziando processi nei quali i poveri siano i protagonisti principali e i beneficiari”. Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso dell’udienza alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.