Albo elettronico di fornitori. Gare di appalto in trasparenza, con aste al ribasso. Rendicontazione delle spese. La normativa vaticana sugli appalti va a definire modalità e procedure per assegnare i contratti pubblici nella Santa Sede e Stato di Città del Vaticano. Era una legge che mancava, e che è cruciale in Vaticano, dove vige un regime di economia pubblica, senza settore privato. Ma è anche una legge che deve tenere in considerazione delle peculiarità della Santa Sede, e vengono da qui le deroghe alla centralizzazione che riguardano Segreteria di Stato e Governatorato dello Stato di Città del Vaticano. Un necessario bilanciamento per far fronte agli obblighi internazionali, mantenendo la particolarità dello Stato.
Quest’anno, la raccolta dell’Obolo di San Pietro non si terrà il 29 giugno, giorno dei Santi Pietro e Paolo, ma il 4 ottobre., giorno di San Francesco. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede.
"Questa mattina, nell’ambito di una perquisizione ordinata dal Promotore di Giustizia, GianPiero Milano, e dall’Aggiunto Alessandro Diddi, è stato eseguito il sequestro di documenti ed apparatiinformatici presso l’Ufficio e l’abitazione di Mons. Alberto Perlasca, già Capo UfficioAmministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato".
Paolo Cipriani e Massimo Tulli, ex direttore e vicedirettore generale dell’Istituto delle Opere di Religione, sono stati assolti dall’accusa di riciclaggio perché “il fatto non sussiste”. La sentenza di appello, che conferma quella in primo grado, è arrivata il 4 febbraio, ed è stata in generale ignorata dai media vaticani. Per Cipriani e Tulli, è la fine di una procedura che li aveva messi sul banco degli imputati con una opinione pubblica ostile. Per la Santa Sede, è la certificazione che il lavoro svolto in tema di antiriciclaggio era stato fatto in piena trasparenza. Non è una cosa di poco conto.
L’Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana riammessa alla rete di comunicazioni sicure dell’Egmont Group. Lo dichiara Carmelo Barbagallo, presidente dell’Autorità, in una dichiarazione diffusa dalla Sala Stampa Vaticana, in cui viene fatto sapere come la decisione è arrivata anche a seguito di un protocollo di intesa siglato dal Promotore di Giustizia vaticano con l'AIF.
Aveva firmato, insieme al governatore della Banca d’Italia Visco, il protocollo di Intesa tra l’Autorità di Informazione Finanziaria e la Banca d’Italia. Ora Carmelo Barbagallo è stato nominato da Papa Francecso presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede.
C’è sempre la presunzione di innocenza, per le cinque persone sospese nell’ambito di una indagine del Promotore di Giustizia su un acquisto di un immobile di pregio a Londra a seguito di due perquisizioni in Segreteria di Stato e nell’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana. Ma Papa Francesco ci tiene a sottolineare che “è la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro e non da fuori”.
La notizia della non conferma di René Bruelhart come presidente dell’Autorità di Informazione Vaticana è arrivata quasi come un fulmine a ciel sereno. Il mandato di René Bruelhart come presidente dell’Autorità andava a scadere a novembre. Papa Francesco ha deciso però di non rinnovarglielo, e ha già scelto il successore.
La crisi istituzionale aperta con le perquisizioni in Segreteria di Stato e all’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) potrebbe avere ripercussioni sul prossimo “round” di valutazioni di Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio degli Stati che vi aderiscono.
Le ultime vicende finanziarie vaticane, che hanno portato al sequestro di documenti, computer e altri dispositivi elettronici nella Segreteria di Stato vaticana e nell’Autorità di Informazione Finanziaria, nonché alla sospensione di cinque officiali della Santa Sede, possono avere anche conseguenze sul piano internazionale, nonché della struttura interna della Santa Sede.
Indagini su operazioni finanziarie in Vaticano. Un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto che "questa mattina sono state eseguite, presso alcuni Uffici della Prima Sezione della Segreteria di Stato e dell’Autorità di Informazione Finanziaria dello Stato, attività di acquisizione di documenti e apparati elettronici".
Sarà operativo dall’1 ottobre il servizio bonifici SEPA (l’area unica di pagamenti europea) erogato dall’Istituto delle Opere di religione (IOR), la cosiddetta “banca vaticana”. Lo annuncia l’istituto in un breve comunicato diffuso anche attraverso la Sala Stampa della Santa Sede.
C’è una particolare enfasi sulla finanza etica nel nuovo statuto dell’Istituto delle Opere di Religione che va a sostituire il chirografo di Giovanni Paolo II del 1990. E poi ci sono migliorie tecniche, dovute al tempo più che ai problemi dell’istituti e frutto della nuova cornice legale sulla finanza che la Santa Sede ha costruito a partire dal 2011.
La Santa Sede non è un Paese finanziariamente a rischio. I rischi sono connessi principalmente alle attività internazionali e transfrontaliere, non sono provocati dalla cornice legale, che è adeguata, anche se prima delle riforme fatte in tema di trasparenza finanziaria era più vulnerabile.
Lo scorso 1 marzo, la Santa Sede / Stato di Città del Vaticano è entrata ufficialmente a fare parte dell’area geografica SEPA, ovvero dell’Area Unica di Pagamenti Europea. L’ingresso della Santa Sede nella SEPA era stato approvato dal Consiglio dei Pagamenti Europeo lo scorso novembre.
Una maggiore armonizzazione con il Regolamento Generale di Curia, e quindi con gli organismi della Santa Sede; la definizione di “autorità anti-corruzione”; la disciplina degli appalti: queste le tre principali novità dei nuovi Statuti dell'ufficio del Revisore Generale vaticano, che mettono ulteriormente a punto la riforma generale delle finanze vaticane.
A un osservatore distratto, il rapporto sull’attività del 2017 dell’Autorità di Informazione Vaticana può apparire la fotografia di un sistema che è entrato a regime, senza ormai né scandali da cercare né grossi malfunzionamenti da mettere a punto. Ma è proprio in questa “normalità” che sta il senso di tutto il rapporto. Perché in questi anni la Santa Sede ha messo a punto un sistema che funziona, lavorando allo stesso tempo per un cambio di mentalità all’interno delle mura della Città Leonina che sta cominciando a dare ai suoi frutti.
Con un comunicato scarno, senza fare nomi, l’Istituto per le Opere di Religione ha comunicato il 6 febbraio che il Tribunale Civile dello Stato di Città del Vaticano “ha riconosciuto due ex dirigenti di lungo corso dello IOR responsabili di mala gestione”.
La Santa Sede passa ancora una volta l’esame di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta il sistema di prevenzione al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo dei Paesi che partecipano alle valutazioni. Il rapporto sui progressi in materia di prevenzione al riciclaggio e del finanziamento al terrorismo è stato approvato lo scorso 6 dicembre a Strasburgo.
Riguardo le finanze vaticane, c’è una leggenda, che fu riportata tra l’altro dal Guardian poco prima della rinuncia di Benedetto XVI: quello dell’oro di Mussolini. Il giornale inglese sosteneva come il Vaticano, con i soldi datigli da Mussolini, abbia potuto costruire un vero e proprio impero finanziario, tanto che ora possiede negozi di lusso nel cuore di Gucci. Ma davvero le cose stanno così?