"I dati sull’occupazione in Italia mettono in luce un fatto assai preoccupante: circa un quarto della popolazione giovanile del nostro Paese non trova lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno. Il quadro ci deve interrogare su quanto la nostra società, le nostre istituzioni, le nostre comunità investono per dare prospettive di presente e di futuro ai giovani". Lo scrivono i Vescovi italiani nel messaggio, pubblicato lo scorso 20 marzo, in vista della Festa del Lavoro.
“Viviamo una stagione complessa, segnata ancora dagli effetti della pandemia e dalla guerra in Ucraina, in cui il lavoro continua a preoccupare la società civile e le famiglie, e impegna ad un discernimento che si traduca in proposte di solidarietà e di tutela delle situazioni di maggiore precarietà. Le conseguenze della crisi economica gravano sulle spalle dei giovani, delle donne, dei disoccupati, dei precari, in un contesto in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro. La Chiesa che è in Italia non può distogliere lo sguardo dai contesti di elevato rischio per la salute e per la stessa vita alle quali sono esposti tanti lavoratori. I tanti, troppi, morti sul lavoro ce lo ricordano ogni giorno. È in discussione il valore dell’umano, l’unico capitale che sia vera ricchezza”. Lo scrivono i Vescovi italiani nel messaggio in occasione del prossimo 1° maggio, festa del lavoro.
Partendo dal libro del profeta Neemia i vescovi italiani, nel messaggio della festa del lavoro del 1^ maggio, ricorrenza di san Giuseppe lavoratore, ‘E al popolo stava a cuore il lavoro. Abitare una nuova stagione economico-sociale’, invitano a ricostruire, come ha fatto il popolo d’Israele: “Il brano biblico presenta la forte opposizione tra chi sta a guardare criticando e chi invece mette tutto l’impegno possibile perché nasca qualcosa di nuovo”.
Mercoledì prossimo, 1 maggio, Festa del Lavoro. E sono molte le diocesi italiane che in questo giorno promuovono diverse iniziative.
"L’orizzonte del lavoro è stato sintetizzato da papa Francesco in quattro aggettivi: libero, creativo, partecipativo e solidale". Lo ricorda la Conferenza Episcopale Italiana nel messaggio in occasione della Festa del Lavoro, il prossimo 1 maggio.
“Se i dati macroeconomici continuano a confermare una timida ripresa, non dobbiamo pensare che l’emergenza lavorativa sia finita”. E’ quanto osserva l’Arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, nel messaggio in occasione della Festa del Lavoro.