“Gesù Cristo è il cuore dell’ecumenismo”. Incontrando la Federazione Luterana Mondiale, Papa Francesco guarda alle sfide ecumeniche, al prossimo anniversario del Concilio di Nicea (che il Papa vorrebbe tra l’altro festeggiare con un viaggio ecumenico insieme al Patriarca Bartolomeo), alla necessità di essere “pellegrini di speranza”, in linea con il tema del Giubileo 2025.
“Confessare insieme quel che ci accomuna nella fede. Vengono in mente le parole dell’Apostolo Paolo, che scriveva: Un solo corpo, un solo battesimo. Un solo Dio. Nel primo articolo, la Confessio Augustana professa la fede nel Dio uno e trino, richiamandosi appositamente al Concilio di Nicea. Il credo di Nicea è espressione vincolante di fede non solo per Cattolici e Luterani, ma anche per i fratelli Ortodossi e per molte altre comunità cristiane. È un tesoro comune: adoperiamoci affinché il 1700° anniversario di quel grande Concilio, che ricorrerà nel 2025, dia nuovo impulso al cammino ecumenico, che è un dono di Dio e per noi un percorso irreversibile”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo una delegazione della Federazione Luterana Mondiale.
“Pregando, possiamo ogni volta vederci gli uni gli altri nella prospettiva giusta, quella del Padre, il cui sguardo si posa su di noi amorevolmente, senza preferenze o distinzioni”.
"L’evento di oggi è nato da 15 anni di impegno tra la Federazione Luterana Mondiale e la Chiesa Cattolica, e si basa sulla dichiarazione del 1999. Ed è la base anche per tutte le Chiesa riformate". Lo ha detto in conferenza stampa Martin Junge, Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, commentando la commemorazione comune del 500/mo anniversario della Riforma di Lutero a cui ha partecipato Papa Francesco.
L’idea di fondo è che stavolta sarà differente.