Dichiaratasi indipendente nel 1810 e riconosciuta tale nel 1819, la Colombia è la meta del prossimo viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco, in agenda dal 6 settembre.
Due martiri, per due epoche diverse della storia della Colombia, che pure è piena di violenza. Saranno beatificati il vescovo Jesus Emilio Jamillo Monsalve e il sacerdote Pietro Maria Ramirez Ramos. Entrambi sono stati uccisi in odio alla fede. Ma nessuno dei due è mai sceso direttamente nell’agone politico.
Ci sarebbe da fare un lungo discorso, su quello che è stato in Colombia, sul modo in cui si è sviluppata la guerriglia (ce ne sono state sei negli ultimi cinquanta anni), sulle differenze tra sigle terroristiche (l’ELN e le FARC) e su come queste hanno agito sul territorio. Nel giorno in cui il presidente colombiano Manuel Santos, premio Nobel per la Pace proprio per l’accordo di pace con le FARC, visita Papa Francesco, ACI Stampa intervista padre Juan Francisco Tinjaca Rodriguez, agostiniano recolleti, professore di Teologia nell’Università Agostiniana in Colombia.
Lunedì prossimo 26 settembre a Cartagena de Indias, in Colombia, il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin presenzierà alla firma dell'Accordo finale per la conclusione del conflitto e la costruzione di una pace stabile e duratura tra il governo di Bogotà e le FARC. Ad annunciarlo il Direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke.
Papa Francesco è compiaciuto della conclusione dei negoziati tra Governo Colombiano e le FARC-EP, “intende ribadire il Suo appoggio all’obiettivo di raggiungere la concordia e la riconciliazione di tutto il popolo colombiano, alla luce dei diritti umani e dei valori cristiani che si trovano al centro della cultura latinoamericana”.
La mattina in Vaticano ha avuto al centro della attenzione la udienza generale di Papa Francesco. Al termine il Papa ha salutato la Comunità di Taizè ricordando i 75 anni della nascita e i 10 anni della morte tragica del fondatore, frère Roger Schutz. Oggi è stato anche pubblicato il messaggio del Papa alla comunità con la gratitudine a Dio, che fa nascere “sempre nuovi testimoni fedeli fino alla fine”. Citando Benedetto XVI, Francesco definisce frère Roger "testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, animato dal fuoco di un ecumenismo della santità "