I temi sono tanti, dalle questioni sulla famiglia al problema del lavoro e della accoglienza di migranti fino, ovviamente, alla organizzazione del Giubileo e del Convegno di Firenze dove ancora una volta il Papa incontrerà la realtà della Chiesa in Italia.
Il difficile compito di essere madre e padre e il conseguente rapporto con i figli è stato affrontato stamane dal Papa nella consueta udienza generale del mercoledì. Francesco torna poi a chiedere il rispetto della libertà religiosa.
Dopo l’intervento inaugurale di Papa Francesco, ieri pomeriggio, i lavori della 68^ Assemblea Generale della Cei sono proseguiti questa mattina con la prolusione del Cardinale Presidente, Angelo Bagnasco.
Papa Francesco analizza compiutamente il suo trittico di parole “che aprono la strada per vivere bene in famiglia”. Le ha ripetute più volte, in varie occasioni in questi anni: sono “permesso”, “grazie”, “scusi”. Per il Papa sono “tre parole chiave” per vivere in armonia; “parole semplici” che “forse in un primo momento ci fanno sorridere. Ma quando le dimentichiamo, non c’è più niente da ridere”.
Di ieri sera l’incontro alla Sindone con gli sportivi. Ed è solo l’ultimo dei tanti programmati in questo tempo di ostensione, che si concluderà tra poco più di un mese, il 24 giugno. Interi settori della società civile e singole personalità, si stanno recando a Torino per venerare il telo sacro, che secondo la tradizione ha avvolto il corpo del Cristo dopo la sua passione.
Famiglia e dialogo interreligioso al centro del discorso consegnato dal Papa ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Benin, ricevuti in visita ad limina.
Superare l’egoismo, nella vita pubblica e privata. Papa Francesco lo ha ricordato ai vescovi di Namibia e Lesotho ricevuti oggi in vista ad Limina. Tra i temi del discorso che il Papa ha consegnato ai vescovi la attenzione alla famiglia, ai poveri e al protagonismo dei laici nella Chiesa.Mai dimenticare i poveri nei piani pastorali scrive il Papa che spiega: “quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri” e al primo posto ci sono i malati di Aids una delle piaghe che colpisce questa parte di Africa.
In Italia basteranno sei mesi per divorziare. La normativa sul cosidetto divorzio breve è stata approvata in via definitiva ieri sera dalla Camera dei Deputati con 398 voti favorevoli, 28 contrari e 6 astenuti.
“La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio” e “l’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari”. Di più. Serve la “reciprocità” per giungere alla “completezza”. E l’uomo “per trovare l'amore della donna deve prima sognarla”. Senza questi presupposti si sfocia nella “svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna” che “è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia!”. E “Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro”.
Circa i “matrimoni misti tra cattolici e ortodossi”, “esistono sfide e problemi a causa delle diversità nel modo di concepire il matrimonio e la sua sacramentalità; ma bisogna accompagnare le coppie in un cammino di fede, perché le differenze non conducano a un relativismo e un’indifferenza religiosa”, anzi siano “un’autentica esperienza di dialogo ecumenico”. In discussione anche i temi dell’“economia globalizzata che non ha cura né attenzione per i poveri né per i giovani”, delle “migrazioni”, “una grande sfida” che esige attenzione e quelli legati alla “pastorale della famiglia, che non può essere una pastorale di massa ma piuttosto una pastorale di vicinanza e di contatti personali”.