Avrebbe detto che non sarebbe voluto mai essere un peso per gli altri, e per questo ora un cittadino polacco in stato vegetativo nel Regno Unito, ricoverato a Plymouth, si vedrà interrompere idratazione e alimentazione per decisione della Corte Suprema di Giustizia del Regno Unito e del Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo. E questo nonostante il paziente sia in miglioramento e che i famigliari (ma non la moglie) oppongano alla decisione la diversa volontà del paziente.
Ampliare hospice e cure palliative, perché “uccidere non diventi routine”. Il Cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, replica così alla decisione della Corte Suprema Austriaca, che va a depenalizzare suicidio assistito e uccisione su richiesta a partire dal 2022. Non è la legalizzazione dell’eutanasia, ma è un passo in avanti fondamentale. E la voce del Cardinale non è isolata: tutti i vescovi si sono espressi con sgomento di fronte all’ipotesi.
“Terminare una vita non è mai un modo lecito di lenire la sofferenza”. Non ha dubbi il Cardinale Wilhem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, referente della Conferenza Episcopale Olandese per i temi di bioetica. Con una presa di posizione scritta pubblicata sul sito della Conferenza Episcopale olandese, il Cardinale – che è stato medico e ha un dottorato in bioetica proprio con una legge sull’eutanasia – smonta punto per punto la nuova proposta di legge che permetterebbe di praticare l’eutanasia anche su bambini al di sotto dei 12 anni. Insomma, non ci sarebbero più limiti alla pratica, che l’Olanda ha legalizzato per prima.
“La cura della vita è la prima responsabilità che il medico sperimenta nell’incontro con il malato. Il Buon Samaritano, infatti, non solo si fa prossimo, ma si fa carico di quell’uomo che vede mezzo morto sul ciglio della strada: è più che mai necessario fare uno sforzo, anche spirituale, per lasciare spazio ad una relazione costruita a partire dal riconoscimento della fragilità e vulnerabilità della persona malata. La debolezza, infatti, ci ricorda la nostra dipendenza da Dio e invita a rispondere nel rispetto dovuto al prossimo”. Lo ribadisce la Congregazione per la Dottrina della Fede nella Lettera Samaritanus Bonus, pubblicata oggi, sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita.
La decisione della Corte Suprema Olandese di non stabilire criteri certi per somministrare l’eutanasia in caso di pazienti con demenza senile crea confusione, e potrebbe persino portare ad un aumento dei casi di eutanasia in Olanda dopo che questi erano diminuiti del 7 per cento. L’allarme è stato lanciato dal Cardinale Wilhem Eijk, presidente della Conferenza Episcopale Olandese, in una dichiarazione resta all’indomani della decisione della Corte Suprema.
Non c’è stata nessuna possibilità di ricucire lo strappo tra la Congregazione religiosa dei Fratelli della Carità e l’Organizzazione Fratelli della Carità: i primi, determinati a non ammettere nemmeno la possibilità di eutanasia nei loro ospedali; i secondi, che quegli ospedali li gestiscono, non disposti a recedere dalle loro linee guida che consideravano l’eutanasia un “atto medico” in determinate circostanze. Per queste ragioni, la Congregazione della Dottrina della Fede ha deciso che gli ospedali dei Fratelli della Carità in Belgio non vengano più considerati cattolici. La Conferenza Episcopale Belga ha invece deciso di rimanere in silenzio. Ed è un silenzio carico di significati.
I dodici istituti psichiatrici dei Fratelli della Carità in Belgio non possono considerarsi cattolici: lo ha deciso la Congregazione della Dottrina della Fede, interpellata dalla stessa congregazione dopo che tre anni fa la società che gestiva gli ospedali aveva incluso la possibilità di praticare l’eutanasia nei loro ospedali. E i Fratelli della Carità, preso atto della decisione dell’ex Sant’Uffizio, non possono che “lasciare andare gli ospedali”, dice Fratel René Stockman, superiore generale della Congregazione.
Il 10 aprile, il virologo belga Emmanuel André lanciava l’allarme: “Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 325 morti e 171 nelle case di riposo nelle case di ripose nelle Fiandre segnalate tra il 18 e il 31 marzo, che portano ad un totale di 3.019 morti”. Sono state queste le parole che hanno fatto scattare l’ “allarme Belgio”, il Paese con il più alto numero di morti per contagio. Ma hanno anche fatto scattare il sospetto che tutti quei morti, soprattutto tra gli anziani, fossero l’ultimo rigurgito di una mentalità eutanasica che porta a considerare i vecchi pazienti da non curare, nemmeno quando c’è possibilità di farlo.
La denuncia del Cardinale Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, è durissima: “Il Canada sta abbracciando la morte su richiesta”. Da sempre in prima linea contro la legge sull’eutanasia introdotta in Canada nel 2016, il Cardinale è tornato ancora una volta ad affrontare la questione in un editoriale pubblicato lo scorso 2 marzo su The Star.
È una Chiesa che “non deve stancarsi di annunciare l’ordine naturale delle cose” e che deve sempre sottolineare come “corpo ed anima siano fondamentali e non scissi”, quella delineata dal Cardinale Wilhelm Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht. Il Cardinale entra nel dibattito sul tema dell’eutanasia e del suicidio assistito. Lo fa da ex medico che ha dedicato una tesi di dottorato al tema dell’eutanasia già negli anni Ottanta, e da una nazione, l’Olanda, con una legge sull’eutanasia tra le più liberali del mondo.
Martire della giustizia e indirettamente della fede. Così Giovanni Paolo II nel 1993 aveva definito Rosario Livatino incontrando i genitori del giudice ucciso dalla mafia.
Dal Consiglio Permanente della CEI arriva anche un “no”, forte e deciso, ad ogni pratica eutanasica, mentre si discute in Parlamento di una possibile legge che la vada a regolarizzare. Lo sottolinea il vescovo Mario Meini, di Fiesole, vicepresidente della CEI, in uno dei passaggi dell’introduzione dei lavori.
“La medicina è servizio alla vita umana, e come tale essa comporta un essenziale e irrinunciabile riferimento alla persona nella sua integrità spirituale e materiale, nella sua dimensione individuale e sociale: la medicina è a servizio dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza questa mattina la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
"Per evitare che una sentenza della Corte Costituzionale provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio, il Parlamento dovrebbe in breve tempo avviare un iter di discussione della legge che potrebbe indurre la Corte stessa a concedere un tempo supplementare". Lo ha detto ieri il Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, intervenendo ieri all’incontro di riflessione “Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?”. Il pronunciamento della Consulta è atteso per il 24 settembre prossimo.
“La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati,
"Dio Padre accolga tra le sue braccia Vincent Lambert". Con un tweet Papa Francesco esprime il suo dolore per la morte di Lambert, morto stamattina all’età di 42 anni, dopo che il 2 luglio scorso i sanitari dell’Ospedale francese di Reims hanno interrotto alimentazione e idratazione.
"Alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica".
“La morte è sempre un evento tragico. Ma cosa significa una ‘buona morte’?” Piuttosto “bisogna lavorare perché le condizioni in cui la gente muore siano degne”.
“Stiamo vivendo quasi universalmente una forte tendenza alla legalizzazione dell’eutanasia: sappiamo che quando viene fatto un accompagnamento umano sereno e partecipativo, il paziente cronico grave o il paziente malato terminale percepisce questa sollecitudine. Anche in queste dure circostanze, se la persona si sente amata, rispettata, accettata, l'ombra negativa dell'eutanasia scompare o diventa quasi inesistente, perché il valore del suo essere si misura dalla sua capacità di dare e ricevere amore, non dalla sua produttività”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza di stamane ai partecipanti al IV Seminario sull'Etica nella gestione della Salute.
“Siate radicali nella profezia come uomini consacrati nella missione della carità”. Sono queste le direttive per i prossimi anni stabilite dai Fratelli della Carità al termine del loro 23esimo capitolo generale.